C) LE MAPPE ANATOMO-TOPOGRAFICHE E GLI STEREO-MODELLI ANATOMICI SUSSIDIARII (a scala ecatimerica).

 

Per Mappa anatomo-topografica cranica si può intendere «una figura anatomica contenuta entro un sistema di scale ortogonali, che le offrono la metro-localizzazione spaziale di ogni suo punto a mezzo delle coordinate cartesiane»; ciò però in riferimento a due punti-base convenzionali del cranio stesso e secondo un orientamento predeterminato, sui tre piani spaziali, della sua figura.

La Mappa centimetrica è la mappa anatomo-topografica provvista di scale ortogonali centimetriche (mappa cifrata centimetricamente).

La Mappa ecatimerica è la mappa anatomo-topografica provvista di scale ortogonali ecatimeriche (centesimali) (mappa cifrata ecatimericamente). Le mappe centimetriche sono usate per le coordinate stereo-tassiche, mentre le mappe cifrate centesimalmente sono invece usate per le coordinate ecatimeriche.

In una mappa la figura anatomica (inscritta) ed il Sistema scalare ecatimerico delle coordinate cartesiane (inscrittore) debbono costituire un tutt'uno invariabile, al fine che, per i riferimenti dell'una, si possano utilizzare le scale dell'altro.

A riguardo delle mappe anatomiche è necessario che si premettano alcune delle distinzioni che sono da farsi fra di esse.

In primo luogo è da dire che le Mappe anatomiche sono da distinguersi in mappe curve e mappe piane.

Le Mappe curve (come quelle del globo terraqueo) sono quelle calottali, sviluppate sulla superficie cranica (figg. 18 e 20). Le Mappe piane sono, invece, quelle estese appiattitamente sopra un piano cartesiano (fig. 34).

La Mappa cranica curva, superficiale o calottale, che si ottiene usando il Sistema curviscalare, si trova sistemata entro la cosiddetta Grata cranica superficiale ecatimerica. Questa si ricava unendo (sulla volta cranica) i punti decamerici corrispondenti, sagittali con quelli trasversali e frontali (dello stesso numero nello emisfero anteriore), della Cuffia elastica ecatimerica: vengono in tal modo delimitati dei Campi calottali curvi (30 a destra e 30 a sinistra), che ricevono una numerazione romana (fig. 12).

Si è dimostrata in pratica molto utile la proiezione in superficie, entro tali Campi calottali, delle formazioni profonde encefaliche. Le Mappe craniche superficiali sono osservabili nella visione laterale, assiale, frontale, occipitale della testa. Il neurochirurgo ha la possibilità di «vedere» nei campi ecatimerici, rivelati dalla Cuffia elastica ecatimerica posta sul capo del paziente, le proiezioni di tutte le varie formazioni encefaliche profonde.

Ricordiamo che le Scale curve ecatimeriche permettono di fare il punto nella profondità del cranio a mezzo dell'incrociamento - entro di esso - dei tre piani spaziali ortogonali (piano sagittale, trasversale, frontale), indicati dalle varie scale a disposizione (fig. 1): i piani sagittale e frontale dalla scala basicraniale, il piano trasversale dalla scala sagittale. Le scale curve permettono inoltre di fare il punto anche alla superficie cutanea, mercé l'incrociamento sovracutaneo (pressocché come avviene tra meridiani e paralleli del globo terraqueo), di due linee, dirette - ciascuna - da una scala ecatimerica all'altra: ogni linea superficiale ha quindi due dati numerici scalari che la rappresentano e la indicano (fig. 12).

Il Sistema ecatimerico curviscalare ha, invece, come Mappa piana, la Mappa basicraniale. Il contorno inscrittore dell'area basicraniale è dato quivi dalle Scale curve trasversali basi-craniali, quella di destra e quella di sinistra: le due rette coordinate cartesiane localizzatrici del punto basi-craniale provengono dalle Scale curve predette (una retta parallela ed una retta ortogonale all'asse sagittale mediano glabello-iniaco). Nella Mappa basi-craniale abbiamo i Campi basi-craniali piani in numero di 23 per ogni lato (indicati con numeri romani) (fig. 13).

Il Sistema rettoscalare utilizza invece soltanto Mappe piane.

Dal punto di vista delle raffigurazioni anatomiche contenute nelle Mappe, è conveniente distinguere, la Mappa cranica di sezione (tav. XIX), che riporta gli aspetti anatomici presenti su un piano di sezione, o di taglio, della testa (piano frontale, sagittale, trasversale), la Mappa cranica di visione, o diretta, che riporta gli aspetti di formazioni anatomiche viste nella loro diretta intie-rezza plastica (secondo la norma visiva frontale, occipitale, laterale, assiale) (tavv. II-XIII).

Dal punto di vista dell'appartenenza singolare o meno delle mappe agli individui in esame, distinguiamo la Mappa cranica individuale (o propria o soggettiva o singolare), che si riferisce ad un solo individuo, (fig. 42) e la Mappa cranica poli-soggettiva (o plurale o comune), che si riferisce ad un gruppo o comunità di individui, ed è costituita dalla «sovrapposizione» di più mappe individuali entro lo stesso Campo ecatimerico (fig. 18). La Mappa poli-soggettiva, di sovrapposizione, può essere utilizzata per lo studio comparativo morfometrico e proporzionalistico di cranii di soggetti diversi (Mappa di comparazione o di confronto o di differenziamento), oppure per lo studio delle oscillazioni metro-spaziali e delle variazioni individuali, di un punto o di linee determinate, di soggetti appartenenti ad un gruppo particolare (Mappe delle variazioni individuali o delle oscillazioni topometriche). Nelle Mappe di sovrapposizione i punti in esame si possono trovare trasformati in aree punteggiate e le linee in bande (o fasci di linee) (fig. 18).

La Mappa di sovrapposizione può distinguersi pertanto successivamente: in a) Mappa di transvisione quando, dello stesso individuo, si sovrappongono due o più mappe raffiguranti aspetti di formazioni diversi, appartenenti a parti superficiali o profonde del cervello e del cranio, (tav. XIII); in b) Mappa di confronto o di comparazione, quando si vogliono confrontare sedi e dimensioni di parti cranio-encefaliche di individui diversi (fig. 46); in c) Mappa di oscillazione o di variazione individuale, quando si vuole studiare l'ampiezza ed i caratteri di variabilità di sede spaziale di un dato punto o di una linea del cranio o del cervello presente tra individui di un gruppo particolare (fig. 18).

Dal punto di vista della elaborazione statistica delle linee formanti le Mappe, dobbiamo distinguere la Mappa cranica semplice o naturale o effettiva, portante una figura anatomica, oppure anche figure plurime sovrapposte, naturali, non modificate affatto né nei suoi punti né nelle sue effettive linee, la Mappa cranica elaborata, o statistica portante invece linee e punti della figura che sono risultanti invece da calcoli statistici, quali medie elaborate di più punti e di più linee corrispondenti, appartenenti a mappe di sovrapposizione.

La Mappa elaborata riceve ancora una ulteriore distinzione. è chiamata infatti Mappa cranica elaborata generica quando le medie statistiche, che riporta, si riferiscono a cranii aventi indici cefalici genericamente più varii, oppure Mappa cranica elaborata medio-normale quando le medie statistiche, che riporta, si riferiscono invece a cranii aventi indici cefalici particolari, e precisamente indici cefalici medi (crani normocefali - mesaticefali - ortocefali).

Dal punto di vista della integrità o della scomposizione della superfice della Mappa, dobbiamo tener conto che una qualsiasi superficie geometrica rettangolare può essere considerata in effetti come formata da tante areole o caselle uniformi similari, rettangolari, coordinate tra loro, cifrate, le quali sono individuabili mercé le proprie coordinate e sono quindi sempre riportabili nel pro-prio posto entro tutto il contesto. Pertanto dobbiamo distinguere la Mappa intera, a superficie integra, non ripartita, cioè portante soltanto i contorni periferici con le Scale ortogonali ecatimeriche, e la Mappa scompartita cioè, suddivisa regolarmente in proprie piccole parti uniformi, affiancate tra loro in modo ordinato. La Mappa scompartita, a sua volta, può essere distinta nella Mappa quadrettata o reticolata, nel cui campo ecatimerico è tracciato il disegno di un reticolato uniforme a maglie uguali decameriche (Reticolo ecatimerico), e nella Mappa ritagliata, il cui campo ecatimerico è stato tagliato lungo le linee del Reticolo ecatimerico in modo da distaccare vicendevolmente le caselle decameriche (o quadretti), ciascuna delle quali resta pur sempre identificabile (come avviene per le caselle di un cruciverba o puzzle) da due numeri indicanti le rispettive coordinate di posizione (coordinata verticale e coordinata trasversale).

La Mappa ritagliata può diventare Mappa a Mosaico, o incubettata, se i suoi quadretti decamerici (simili a tessere di un mosaico) vengono singolarmente attaccati, per incollamento, alla faccia frontale di cubetti di grandezza decamerica; i cubetti decamerici (indicati con il nome di Cubomeri) portanti la figura della Mappa ritagliata, se disordinati, possono sempre riordinarsi, ricostruendo sia la figura anatomica che il sistema corrispettivo inscrittore metro-localizzatore. Ogni cubetto rappresenta infatti, nel contempo, una particella della figura ma anche un corrispettivo piccolo ambito spaziale, già determinato e individuato metricamente nello spazio dalle proprie coordinate. E' da tener presente che i cubetti decamerici predetti (cubomeri), riportanti una Mappa quadrettata ed incubettata di sezione cranica, possono ricevere, ordinatamente, sulle altre loro facce, le Mappe ritagliate delle altre sezioni craniche, che siano ortogonali alla precedente: è con tale modalità che si producono le Mappe Stereo-logiche, mappe tridimensionali componibili, che si sviluppano con faccette rivolte su piani spaziali diversi (Stereo-Mappe). Queste Mappe anatomiche faccettate, scomponibili e ricomponibili a volontà secondo le più diverse combinazioni, risultano poste con alcune loro faccette sopra un piano e con altre faccette sopra altri piani spaziali, l'un l'altro ortogonali tra loro (figg. 39 e 40).

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Fig. 39. Stereo-plastico cubomerico mostrante Stereo-Mappe cranio-encefaliche secondo combinazioni varie di sezionamento.

Tutte le Mappe craniche piane di sezione (Mappe serio-tomiche), seriate a distanza di un decamero l'una dall'altra, su ciascuno dei tre piani spaziali, ritagliate in quadretti decamerici, possono venire attaccate sulle facce corrispettive di Cubetti decamerici; questi cubomeri entrano a formare, nel loro insieme coordinato, un solo Blocco cubomerico (indicato anche con il nome di Stereo-Modello o Stereo-Plastico o Cubo-Plastico).

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Fig. 40. «Stereo-Plastico cubomerico» mostrante una Stereo-Mappa di encefalo, estesa su piani spazlali varii di sezionamento.

Tale complesso di cubomeri (cubetti effigiati, del significato di Cubo-tessere di un grande mosaico figurato tridimensionale) è da considerarsi in effetti quale un vero e proprio «Atlante anatomico plastico tridimensionale», scomponibile e ricomponibile (così come avviene per un qualsiasi composto tridimensionale polimerico formato di monomeri). Questo Stereo-Atlante può mostrare non soltanto: a) tutte le successive «Mappe craniche piane di sezione» ordinate secondo la seriazione decamerica (nella visione sia frontale sia laterale sia assiale); ma anche: b) tutte le «Stereo-Mappe» componibili nelle più diverse combinazioni possibili sui tre piani spaziali. Può dare e dà, nel contempo, di già, le misure topometriche ecatimeriche di tutte le formazioni riprodotte, anche nelle loro parti intrinseche più profonde. Sembrerebbe superfluo affermare ancora una volta che lo Stereo-Atlante cranio-encefalico è di importanza pratica veramente notevole, perché può - con la maggiore immediatezza - non soltanto mostrare l'aspetto di una qualsivoglia formazione encefalica sul piano voluto ed alla profondità voluta, ma anche dare, di questa, la sede topometrica, con dati che sono subito trasferibili nel soggetto vivente che interessi al nostro esame. Tornando a considerare il «campo ecatimerico» dobbiamo precisare che diamo il nome di Campo ecatimerico a quell'ambito geometrico chiuso, delimitato da scale ecatimeriche che viene a costruirsi intorno alla figura di una determinata formazione anatomica, per inquadrarla ed inscriverla tutta entro di sé, allo scopo di metro-localizzare le sue parti.

Può esistere quindi un proprio Campo ecatimerico (o Area di inquadratura anatomica) per ognuna delle varie figure o formazioni anatomiche.

Abbiamo Campi ecatimerici piani e campi ecatimerici tridimensionali (Ambiti ecatimerici).

Abbiamo ad esempio come Campo ecatimerico piano, quello corrispondente ad un semplice «piano cartesiano», circoscritto e chiuso (fig. 42). Il grande campo ecatimerico (piano di Mappa) è a sua volta scompartibile in piccoli campi decamerici (secondo la delimitazione data appunto dal Reticolo ecatimerico).

Abbiamo un Campo ecatimerico tridimensionale o Stereo-Campo o Ambito circoscritto, chiuso; questo «Spazio anatomico», appartenente al cosiddetto Poliedro Spaziale ecatimerico, può essere suddiviso metricamente nei cubomeri decamerici (come avviene nel Blocco cubomerico), oppure scompartito in areole uguali lungo le maglie decameriche (come avviene nello Stereo-Reticolo ecatimerico) (fig. 38 B-C-D).

Il Blocco cubomerico «corrispondente ad un mezzo neuro-cranio umano» è, ad esempio, quello composto (come abbiamo già detto altrove) di 240 cubomeri decamerici, costituito da 10 file frontali di 24 cubomeri ciascuno (6 in altezza e 4 in larghezza): il che è come dire che lo Stereo-Campo (o Ambito geometrico anatomico) di mezzo neurocranio umano corrisponde ad un Poliedro spaziale di 100 ecatimeri di lunghezza, di 60 ecatimeri di altezza e di 40 ecatimeri di larghezza. Il Poliedro spaziale è rassomigliabile ad una teca trasparente, a pareti piane di vetro, capace di contenere la formazione anatomica che, per il volume, gli sia strettamente corrispondente (fig. 44).

Dopo tutto quanto è stato più sopra detto, è possibile ritornare a fare qualche altro confronto tra i procedimenti stereo-tassici (fino ad ora utilizzati per la neurochirurgia cranio-encefalica) ed i procedimenti cranio-metro-localizzatori del Metodo ecatimerico.

Possiamo affermare che la massiccia e complicata apparecchiatura metallica stereo-tassica (che circonda a casco il cranio con un sistema di scale centi-metriche è di aste goniometriche) può essere effficacemente sostituita dal Sistema esocranico di scale ecatimeriche proporzionali, le quali non solo non provocano alcuna sofferenza al soggetto in esame ma non danno neppur alcun ingombro ed impaccio all'operatore. Le scale, essendo scale relative (proporzionate cioè a ciascun cranio in esame), permettono riferimenti percentuali topometrici che in effetti sono pressocché gli stessi in tutti.

Il Metodo ecatimerico offre quindi all'Operatore neurochirurgo non solo la Cuffia elastica ecatimerica, la quale rende la calotta cranica quasicché trasparente alle formazioni encefaliche profonde, ma anche la più sollecita e precisa cranio-metro-localizzazione profondo-superficiale delle formazioni endocraniche volute, a mezzo di due semplici assunzioni preventive tele-radiografiche del cranio del soggetto in esame (laterale e sagittale).

Consideriamo inoltre che tutte le operazioni radioscopiche e radiografiche di stereotassia cranio-cerebrale debbono essere eseguite con una certa inevitabile frettolosità nel momento dell'intervento chirurgico (con quale lunga e pericolosa esposizione ai raggi X e inutile dire!), con impossibilità a riparare sufficientemente ad eventuali inconvenienti accidentali metro-localizzatori. Il Metodo ecatimerico offre invece una stereo-metro-localizzazione cranio-encefalica preventiva di tutta tranquillità, con possibilità di ritrovare poi in modo sicuro, nel cranio del soggetto, le sedi già precedentemente riconosciute e determinate nello stesso.

Il Metodo ecatimerico offre d'altra parte all'Anatomico la possibilità di rivelare e mostrare le proporzioni intrinseche del cervello, le sedi normali delle sue parti e di localizzarle nello spazio dall'esterno. Offre anche, come materiale illustrativo didattico, gli Atlanti delle Mappe craniche, sia le semplici che le tridimensionali, oltrecché i Modelli ausiliari metallici del cranio, indispensabili per tutti gli studii particolareggiati di Cranio-transvisione tridimensionale (sia cranio-encefalica che cranio-facciale).

Gli Stereo-Modelli sussidiarii cranici sono, come abbiamo già detto: a) i Modelli metallici trasparenti rappresentati dalla Grata calottale ecatimerica (del sistema curviscalare), dal Poliedro spaziale ecatimerico e dallo Stereo-Reticolo ecatimerico (del sistema rettoscalare), b) il Modello cubo-plastico, rappresentato dallo Stereo-plastico ecatimerico (del sistema rettoscalare).

Gli Stereo Modelli cranici sono gli unici mezzi che ci permettono di «vedere» le sedi dei vari punti cranici e di determinare rapidamente le rispettive coordinate cartesiane ecatimeriche, sui varii piani di sezione della testa (figg. 43, 44, 39 e 40).

Pertanto diventa oramai possibile, all'indagine cranio-topo-metrica, di non restare più limitata - come avviene ancora oggi - soltanto ai difficili interventi di neurochirurgia encefalica, ma di venir messa diffusamente a disposizione invece dei più facili e numerosi interventi di minore impegno tecnico ma nel contempo di maggiore frequenza e di più larga richiesta.

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