B) METODICA DI STEREO-METRO-LOCALIZZAZIONE DI APPROSSIMAZIONE (o presuntiva o generica o di primo riferimento o della media-normalità)
(con riferimento alle Mappe e con successivo aggiustamento della sede in rapporto all'indice cefalico).

 

Gli studii condotti fino ad oggi da varii Ricercatori sulle sedi proiettive «superficiali» delle varie formazioni endocraniche «profonde», entro il sistema di scale ecatimeriche ortogonali esocraniche, ci permette di già, oggigiorno, di disporre di un Atlante di Mappe cranio-encefaliche e cranio-facciali di Uomo.

A queste diventa utile fare riferimento per trovare le sedi presunte, o normali, delle formazioni endocraniche che ci interessano in un soggetto in esame.

Le Mappe anatomiche indicano nel contempo i riferimenti sia alle Scale curve che alle Scale rette.

Le Mappe utili per effettuare i riferimenti di presunzione non possono essere che le Mappe medio-normali, le uniche che in effetti interessano all'Anatomia umana normale.

Le Mappe medio-normali riportano infatti la sede metro-spaziale di un punto anatomico determinato che lo studio statistico ci ha indicato come «centrale», intorno al quale sappiamo situarsi le varie sedi «paracentrali» quali si presentano nelle variabilità individuali. In pratica è necessario conoscere primieramente quale è la sede centrale metro-spaziale di un punto in esame e secondariamente con quale modalità si producono le sue oscillazioni «paracentrali» di posizione.

Le Mappe medio-normali debbono ovviamente ricavarsi dai cranii medio-normali e per Cranio medio-normale dell'Uomo dobbiamo intendere «un cranio lungo 100 ecatimeri, largo 80 ecatimeri e alto 60 ecatimeri (andando dal piano cranico orizzontale glabello-iniaco al vertex)». Tali dimensioni corrispondono appunto a quelle di un cranio volumetricamente normocefalo che sia configurativamente mesaticefalo e ortocefalo. Con quanto sopraindicato, è come dire che, nel sistema rettosclare, un ecatimero sagittale cranico corrisponde alle 100a parte della distanza millimetrica glabello-iniaca, un ecatimero trasversale medio-normale corrisponde alla 80a parte della distanza millimetrica latero-laterale bi-temporale, e un ecatimero verticale medio normale corrisponde alla 60a parte della distanza millimetrica passante tra piano orizzontale basicraniale e vertex.

A cranio mesaticefalo è corrispondente un encefalo mesaticefalo, a cranio dolicocefalo un encefalo dolicocefalo, a cranio brachicefalo un encefalo brachicefalo, a cranio ipsicefalo un encefalo ipsicefalo: in nessuna altra parte corporea si può trovare una maggiore corrispondenza di grandezza e di forma tra contenuto e contenente come nel neurocranio, né una più classica dimostrazione della validità della Legge di Lambertini «sulle correlazioni metameriche evolutive tra soma e visceri». Il cranio influenza e riflette lo sviluppo del cervello ed il cervello quello del cranio, in un consenso comune che è intimo, reciproco, costante ed assoluto, come nessun altro nel corpo animale (LAMBERTINI G. 1945).

Anche i Nuclei grigi del Cervello basale si modificano corrispettivamente prendendo anch'essi la configurazione dolicocefala, brachicefala, etc., in modo tale che le sedi ecatimeriche delle loro proiezioni, alla superficie esterna dei cranii corrispondenti, restano alla fine pressocché immodificate.

Le formazioni basicraniali - rispetto ai dati «centrali» del cranio medio-normale - nel cranio dolicocefalo dovrebbero tendere un po' a dislocarsi (come abbiamo già detto altrove) in direzione frontale e mediale, nel cranio brachicefalo a dislocarsi in direzione occipitale e laterale, nel cranio ipsicefalo a sollevarsi.

La Cuffia elastica ecatimerica, le cui scale elastiche curve - nel mentre che calzano la testa del soggetto - si stirano e si tendono nei loro segmenti estremi (trasversalmente, in maggiore o minor grado) e nei loro segmenti centrali (longitudinalmente, in maggiore o minor grado) a seconda della forma del loro arco, rispettivamente più circolare (brachicefalica) o più allungata (dolicocefalica), si adatta sempre in modo adeguato alla particolare configurazione dei varii cranii, e quindi dei cervelli sottostanti, su ciascuno dei piani spaziali e su ciascuna delle varie scale: ciò permette, alla fine, alle scale esterne della cuffia elastica ecatimerica di seguire concordemente le stesse variazioni spaziali di sede dei punti interni basicraniali, e di indicarli quindi sempre pressocché con le medesime coordinate cartesiane, qualunque fosse l'indice cefalico della testa del soggetto in esame.

Quando, pertanto, noi disponiamo delle Mappe anatomiche delle medio-normalità, ed adoperiamo la Cuffia elastica ecatimerica per effettuare la punto-localizzazione spaziale di una formazione endocranica voluta, a mezzo delle coordinate cartesiane dalle Mappe stesse indicate, otteniamo di già una proiezione localizzatrice propondo-superficiale di massima approssimazione in qualsiasi cranio.

Mentre però il sistema curviscalare (che adopera in pratica le scale curve ed elastiche, si adatta «automaticamente» ai varii indici cefalici per la localizzazione spaziale di un punto endocranico, il sistema rettoscalare ha bisogno invece di un particolare accorgimento per ragginngere tale adattamento «elastico». Il sistema rettoscalare (che adopera scale rette e rigide) deve mantenere, in ogni caso, invariata soltanto la scala retta sagittale R+; potrebbe invece rendere le altre sue scale adattabili proporzionalmente ai varii cranii, allo scopo di conservare invariate le corrispondenze proiettive profondo-superficiali e quindi invariate le coordinate cartesiane relative.

Il mezzo più semplice per realizzare tale adattamento corretivo e quello di prendere - in un soggetto in esame - non già soltanto una sola misura millimetrica del cranio (quella sagittale glabello-iniaca, la quale nella sua centesima parte ci dà il valore millimetrico dell'«ecatimero sagittale»), ma bensì altre due misure millimetriche (quella bitemporale, che nella sua 80a parte, ci deve dare il valore millimetrico dell'«ecatimero trasversale», e quella verticale basicranio-vertex, che nella sua 60a parte ci deve dare il valore millimetrico dell'«ecatimero verticale»).

Quando - per un dato soggetto in esame - disporremo dei valori millimetrici «proprii» dell'ecatimero sagittale, dell'ecatimero trasversale , dell'ecatimero verticale, potremo utilizzare senz'altro i valori ecatimerici indicati dalle Mappe umane medio-normali per qualsiasi indice cefalico.

Infatti i valori millimetrici degli ecatimeri trasversali saranno uguali a quelli degli ecatimeri sagittali nei crani mesaticefali ma saranno invece minori nei cranii dolicocefali e maggiori nei crani brachicefali, e di converso i valori millimetrici degli ecatimeri verticali saranno uguali a quelli degli ecatimeri sagittali nei cranii ortocefali ma saranno invece minori nei cranii platicefali e maggiori nei cranii ipsicefali, sempre in modo correttamente proporzionale. Per tale motivo mentre l'indicazione ecatimerica di un punto cranico rimane costantemente la stessa per tutti, la corrispettiva distanza millimetrica, del punto del piano zero, viene a variare invece in maniera diversa e proporzionale all'indice cefalico del soggetto in esame.

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