Mabi Col
 

[recensioni]

 

Hanno detto di lei 

Pittura

 

Nell'odierna realtà, che offre la possibilità di dipingere a molti, non è facile imbattersi in qualcosa che susciti immediato interesse e tante sensazioni. Questo è successo a me, che non sono un'esperta, ma apprezzo il bello, tanto più se unito alla novità e alla creatività. Il disegno, che evidenzia la mano esperta e le innate capacità artistiche dell'autrice, offre allo sguardo un insieme veramente stupendo ed inconsueto.

Ornella Baraldi

 

Le sensazioni, che Mabi ci trasmette in un'esplorazione cromatica armonica, sono il frutto di un'attenta ricerca. Mescolando realtà e fantasia, gioco e sogno, l'autrice fa un'analisi dell'interiore senza compiacimenti, alla ricerca della verità, qualunque essa sia. Le sue opere esigono, quindi, una valutazione attenta per catturare le emozioni aldilà di quello che il primo sguardo suggerisce.

Anna Mazzei

 

Pittura caratterizzata da particolari evasioni coloristiche. L'artista interpreta il suo poetico sogno ai confini del cosmo onirico, viaggiando in contemporanea con la sua anima.

Mariarosaria Belgiovine

 

Se un quadro ha personalità non ti lascia mai indifferente. Mabi appare a tratti timida oppure irruente. Sembra quasi che voglia mettere un freno alle sensazioni: il Domino Rosso è una composizione immobile; il Balcone sul Mare e Alba Adriatica riprendono sensazioni vangoghiane; il Vaso delle Farfalle sembra uscire dai canoni della sua personalità; il rosso di Architetture Impossibili ricorda quanto sia opprimente la città nonostante le sue attrazioni, espresse nelle volute e nei colori chiari; il Big Bang con i blu e i viola esprime meno gioia e più mistero; mentre lo Spirito del Fuoco è la rappresentazione della forza che vuole controllare. Dopo lo sforzo di geometrizzare tutte le sofferenze e le esperienze precedenti, mi aspetto un nuovo ciclo frutto di nuove esperienze e nuove maturazioni di pensiero.

Venanzio Tuveri

 

Geometrizzazione dei Sentimenti, parole che sembrano inconciliabili, antitetiche e che, invece, Mabi riesce a riunire, a fondere. Gli opposti si toccano, coesistono, i sentimenti imprigionati riescono comunque ad esplodere, a vibrare; l'istintività del colore si sprigiona, divampa nonostante la rigidità della forma che la costringe, aldilà della forma stessa., che quasi non cogliamo più, raggiunge le nostre corde più segrete, anch'esse spesso costrette, forse dimenticate e  che l'arte così bene riesce a riconoscere e risvegliare. E allora è emozione pura, non spiegabile completamente, è stupore e armonia, è bellezza.

Sandra Zanone

 

In un caleidoscopio di piacevoli colori che la cornice non ferma, crea l?impressione di espansione delle sue tinte verso l'infinito, senza dimenticare l?inserimento di soggetti diversi e finalizzati a ciò che vuole esprimere, lasciando la mente e l'occhio di chi guarda le sue opere piacevolmente appagato.

       Nicolò Lesevic 

 

La plupart des gens passent leur vie à travailler derrière un bureau. La vie de Mabi (Mabi la moderne) est sans limites. Moderniser sa peinture, réduire, synthétiser, comme d’ailleurs tous les universitaires! étudier le maximum pour rejoindre une séduction qui nous emporte. Nous forger une charpente célébrale, découvrir une fantaisie au delà des yeux. Regarder, observer le travail de Mabi? Je songe, je rêve, je subie et je recherche, à la fin, comme hypnotiser mes pensées. Je suis contente parce que Mabi c’est un copine, une artiste, mais surtout c’est mon amie.

                                                              Hèlène Inguscio   

  

Che cosa succede se una cerbiatta si traveste con un carapace? Io credo che alcuni presterebbero attenzione solo al carapace, altri direbbero ma che roba è questa?, alcuni cercherebbero, poverini, di capire perché?

Insomma, se Pascal si è lambiccato con l'Esprit de Finesse et l'Esprit de Géométrie, Mabi è stata molto più sbrigativa: li ha messi uno sopra l'altro. Se l'uno vuole sconfinare, l'altro prontamente lo tiene a bada.

L'impossibile che Mabi vuole razionalizzare non è altro che la possente istintiva prorompente IRRAZIONALE ispirazione artistica, che pesca, mamma mia, nei fondi dell'inconscio. Qualcosa che ci agisce, qualcosa di grande. Perché non mettergli una bella rete contenitiva.

Effetti molto belli: forme e colori in movimento, un'idea originale, inconsueta, indubbiamente ed inaspettatamente armonica. Sia dal punto di vista del colore totale ed ammaliante che da quello della composizione. Tutto funziona, i piani diversi di lettura si armonizzano e scorrono uno sopra l'altro. Senza sopraffarsi. Netti e decisi, i colori sono pieni di primigenia energia, anche se sotto la meticolosa geometria. Ma capita, a volte, una maglia rotta nella rete, un anello che non tiene?ed allora il fuoco divampa, lo spirito pure, la geometria diventa poca cosa. Il calore del fuoco, questa fiamma in cui colore e forma prendono vita, arriva fino a noi.

Mabi, artista sperimentatrice, ha probabilmente con questo quadro concluso un ciclo e si avvia ad iniziarne un altro.

Che dalle fiamme venga fuori la cerbiatta?

Insomma Mabi, non raccontarci che due più due fa quattro. Ormai lo sappiamo, non ci credi neanche tu.

Marina Salucci

 

Pittura diligentemente schematizzata, con armoniche fusioni di figure irreali in un contesto pittorico originale. La sua fantasia si accende dei colori vivaci proposti, spaziando fra le irrealtà dei paesaggi cosmici che rivelano il suo fulcro creativo.

                                   Gerard Argélier

 

AMMARGIPE

 

Amica di cartavetro

Che elargisci geometrie spigolose

In forma di maschere carnascialesche

Antichi miti riveduti e corretti

Risate graffianti e versi abrasivi

Non temere troppo che i veli di Maya

O i paludamenti virili di Hatshepsut

Si possano lacerare:

 Gli amici che sanno di te

Dietro al tuo lessico androgino

Alla tua ruvida ironia

Alla tua voce grave

Conoscono il tuo nome

Di madre di Dio, donna forte e soave.

                                                    Francesco Magnanego

 

Evocazioni, visionarietà, entropia di microiridescenze, dove il segno ed il colore sono i valori espressivi di un teorema neoplastico di fisicità dell'ottica e dell'angolo limite.

                                   Alfredo Pasolino

 

La forte personalità e la spinta a conoscere sempre di più la sprona a viaggiare e poi a sperimentare diverse tecniche pittoriche, come la pittura su seta. Alle qualità di pittrice si aggiunge quella di scrittrice e nelle sue poesie si incontrano le sue visioni fantastiche e caleidoscopiche in un ritmo a volte serrato, che ben si sposa con la scelta cromatica, di chiara eredità mediterranea e con echi delle terre visitate nel lontano Oriente e dell'America Latina.

Le forti emozioni contemporanee e l'inquietudine dei nostri tempi si scontrano e si rasserenano in un accettazione della precarietà di tradizione medicea del "di diman non v'è certezza". Inoltre la sua capacità critica la porta ad esprimere con chiarezza gli aspetti di un argomento nuovo quanto per la definizione della qualità e dei contenuti espressi in una creazione, sia letteraria che visiva, mentre, per le sue ricerche in campo archeologico, la spinge ad una ricerca senza limiti.

Gabriella De Gregori

 

La pittura di Mabi Col è gradevole e tecnicamente interessante. L'artista riduce le immagini a quadretti (qualcosa simile ai pixel informatici) così da far somigliare i propri lavori a puzzle o, al più, a mosaici. La gamma dei colori è assai ampia, così come quella dei soggetti: autoritratti, inquietanti figure carnascialesche, nature morte di sapore metafisico, composizioni al limite dell'informale. Gli esiti sono convincenti.

Ferdinando Molteni

 

Non sono un'esperta d'arte, ma amo i quadri belli e tra questi ci sono indubbiamente quelli di Mabi: originali, colorati, nuovi per la tecnica usata e sanno dare a chi li osserva oniriche, meravigliose sensazioni.

Anna Dallera

 

La severa logica delle geometrie e la fantasia delle immagini, il trionfo dei colori e la loro disciplinata sequenza.

Un conflitto inconciliabile?

No, una affascinante e intrigante  armonia fra l'irrazionale e il razionale tra libera  passione e controllo critico dell'emozione.

Questo mi affascina nei quadri di Mabi Col.

M. Ivana Trevisani Bach 

 

La sua pittura è fervida, entusiasta, vi circola un'aria di novità, l'ansia di svecchiare lo stile, gli schemi, perfino i soggetti della pittura e  un'esigenza profonda, intima, invincibile di sincerità nei confronti di se stessi e delle cose.

Giacinta Ferrero Marenco

 

Mabi è tutto e il contrario di tutto, con le sue geometrie razionali e solide che imprevedibilmente creano mondi alieni colorati sognanti quanto quelli del Pictor di Hermann Hesse. Le sue geometrie che sono come lei: forma? fisica e culturale ben ancorata alla Terra, possente armatura difensiva di una forma aliena proiettata verso le Stelle.

Laila Cresta

Come sempre, le geometrie e il colore rendono la tua opera una favola da inventare.

                                                                                                                                Emanuela Buschiazzo

Deghe na man de giancu (armeno ai quaddri).

Helios Stronati

 

Fiabeschi, evocano atmosfere magiche. Ci si sente grandi bambini e ci si lascia trasportare. Bel veicolo fantastico.

Daria Pratesi

 

Più che degli elementi queste opere sono l?interpretazione della loro anima, come se gli stessi non fossero più cose ma acquisissero dignità spirituale

M.B.A.

 

 

 

Letteratura

 

Quando la realtà diventa insostenibile leggi una fiaba

Quando ho avuto tra le mani questo libro mi sono chiesta perché una biologa scrivesse fiabe. Poi ho pensato “perché Mabi è un poeta” ed è una persona mai fino in fondo consacrata al mondo scientifico. I poeti amano la magia e guardano con occhi di bambino ogni cosa. Però la copertina, mi dicevo, non evoca un mondo incantato e per bambini. Allora ho pensato che le fiabe sono alchimie per adulti. Però, mi sono detta, ha scelto un ben strano titolo: “La lingua del serpente” e così mi sono venute in mente le maschere che lei costruisce recuperando avanzi frivoli della sua vita e di quella delle sue amiche e, allora, il titolo mi è apparso come una grande metafora; vuoi vedere che Mabi ha indossato questa maschera della fiaba per poter consentire al suo cervello rettile, finalmente libero da sovrastrutture, di esprimersi liberamente e di raccontare il suo mondo?

E ho iniziato a leggere. Ho incontrato Pisolone, Smeraldina e Antera, famiglia di maghi, fate e sciamani che mi ha   accompagnato per tutto il libro in uno svolgersi serrato tra realtà e fantasia.

Una sottile vena ironica, a tratti persino umoristica, è intrinseca ai racconti di Pisolone che lascia sempre le magie a metà. Pisolone ci fa però vedere anche quanto sia importante accontentarsi: mezze magie a volte sono grandi fortune, e lasciano dietro di se cose meravigliose come la luna nel cielo che altro non è che il tentativo, mal riuscito, del nostro mago di costruire una bambola luminosa per rischiarare la notte ai fiori. Cosa c’è di più poetico di questo. Basterebbe da solo a svelare l’anima delicata della nostra autrice che a volte si presenta invece come Smeraldina “una devo fare tutto io…controllo tutto” .

Le fiabe di Mabi non dimenticano però il contenuto pedagogico, e mi chiedo, se rivolto ai bambini o, ancor più di tutto il resto, agli adulti. Il volume è costellato di parole magiche difficili e impronunciabili tanto che supercalifragilistichespiralidoso di Mary Poppino sembra facile, tuttavia la parola magica più semplice vola scritta su uno speciale, irraggiungibile, ombrellino rosso. È questa la parola magica che apre tutte le porte: “per piacere” Educazione o approccio alla vita nella quale si deve entrare e stare come ospiti di un universo che spesso ci è ostile ma che noi con la fretta, la superficialità e l’egocentrismo contribuiamo a rendere invivibile?

Ebbene a proposito della vita vorrei soffermarmi sulla fiaba che maggiormente mi ha coinvolto, incuriosito e, devo dire, anche interessato.

“La bolla”, grande metafora dei momenti di crisi quando ci sentiamo “in coma”, quando la realtà non ci basta, quando per dirla con Filiberto, il protagonista della fiaba: «Non ne posso più! Qui non cambia mai niente! Corro, corro e non arrivo mai da nessuna parte. Basta! Qualcosa deve cambiare e alla svelta! Altrimenti finisce che divento matto…» Ebbene questa fiaba ci descrive bene il mondo di chi, in coma realmente come Filiberto dopo un incidente stradale, o in coma perché non riesce più a stare dentro alla realtà, si rifugia in un luogo senza spazio e senza tempo, un luogo dove i personaggi delle fiabe della nostra infanzia ci fanno compagnia e ci capiscono, un luogo del cuore più che della mente dove esiste persino babbo Natale che esaudisce i nostri desideri. Ci si rifugia così in un mondo davvero magico nel quale non si deve parlare perché ci si comprende col pensiero; pensiero che tutti leggono e per tanto diventa inutile mentire. Questo mondo, che a tratti è inquietante, invadente, assoluto, irreale ci liberà però dalla fretta e dalla responsabilità, dal lavoro e persino dal dolore. Tutto accade e basta.

Ebbene questa regressione, che mi ricorda in certi passaggi le caratteristiche di una crisi psicotica, per Filiberto, svegliatosi appunto dal coma e subito assalito dalle richieste di medici e famigliari, è preferibile che rientrare nella normalità. Vuole ritornare “nella bolla” in quella magica sospensione del tempo e dello spazio in cui s’incontra la magia, la poesia, l’amore anche per i diversi, dove si trovano Pisolane, Antera, Smeraldina e forse, senza maschera, anche Mabi Col che scrive poesie, che dipinge, che crea maschere, che vive nel suo mondo, col suo stile, nella casa della poesia e che le somiglia come Tilly, la bambina cresciuta in una bottiglia di vetro, e che poi ha avuto, sull’isola magica, una casa a forma di farfalla e forse ha preso a volare con i pesci farfalla, mai finiti, del mago Pisolone. 

 

Dominica Piccardo

Quando la realtà si colora di fantasia

Spesso la realtà che ci circonda ci sta stretta, il mondo appare come impazzito e, sempre più soli e incompresi, ci sentiamo trascinati in un vortice che sembra non condurre a nulla di veramente importante? Avremmo voglia di fermarci, di guardarci dentro e riscoprire quello che siamo davvero, i nostri veri desideri, i veri bisogni, ma quando tentiamo di farlo ci rendiamo conto di quante sovrastrutture hanno impolverato il nostro essere, strati e strati di sedimentazioni, fitte ragnatele che  rendendo difficile il discernere. Ci siamo abituati a vivere secondo canoni che non sempre ci appartengono, abbiamo forse sopravvalutato la razionalità, le convenzioni, dimenticando la nostra parte più istintiva, profonda e misteriosa. Per recuperare questa parte dimenticata di noi può venirci in aiuto la fantasia, per liberarci dalle costrizioni, per realizzare il sogno. La fantasia quindi come evasione, come rifugio, come libertà, forse come vera dimensione.

Mabi ci dimostra tutto questo attraverso le sue fiabe, ricche di spunti di riflessione, di denunce, di speranze. Coglie i limiti di un certo tipo di vivere, le ingiustizie, le ipocrisie, le sopraffazioni, anche se travestite da ragionevoli intenzioni, e tenta di scardinarle per entrare nelle stanze polverose del nostro essere ed aprire le finestre affinché un'aria nuova entri, più pulita e trasparente, che ci aiuti a vedere meglio. Troviamo così nei suoi racconti la speranza di essere accettati per quello che si è, con le nostre particolarità che ci rendono unici in contrapposizione all'omologazione oggi tanto di moda; la diversità intesa come valore e non come patologia (Mirolino); la felicità che deriva dal sapersi accettare (la fata Smeraldina);  il desiderio di fermare la folle corsa e il desiderio di un mondo diverso, senza segreti e ipocrisie, dove il tempo non esiste, un mondo di tolleranza e di giustizia come l'isoletta verde di Tilly (La bottiglia di cristallo). Mabi ha scelto il linguaggio della fiaba per parlarci e sollecitarci ad un percorso che altrimenti potrebbe risultare pesante, si rivolge ai bambini e al bambino che c'è in ognuno di noi prendendolo per mano e conducendolo, dolcemente, nel suo mondo colorato di fantasia.

Poiché è impresa troppo ardua cambiare la realtà, Mabi tenta almeno di cambiare il suo e il nostro sguardo su di essa, uno sguardo che deve farsi vigile e attento contro la continua minaccia della distrazione, della pigrizia e della superficialità.

 

                                                                               Sandra Zanone

 

Anticonformismo e malinconia

Le poesie di Mabi Col rispecchiano pienamente la sua intelligenza e il suo carattere privo di ogni forma d'ipocrisia. L'autrice spazia attraverso i vari aspetti della vita, osservando tutto ciò che la circonda con ironia e acutezza di pensiero e ogni sua frase denota un'ampia capacità di critica e di riflessione. In alcune sue poesie si notano dei ricordi personali permeati di sottile malinconia. Con il suo stile conciso, riesce sempre ad esprimere il suo messaggio, catturando l'attenzione del lettore. Leggere la sua raccolta poetica è veramente un'occasione felice per chi vuole addentrarsi in un mondo spontaneo, anticonformista e sincero.

Flavia Battistuzzi

 

Non sono portato a giudicare altri poeti, né a sviscerarne i loro versi e spesso rischio di dire solamente, mi piace, non mi piace oppure non l'ho capita. Quando dico mi piace, significa che ne condivido il contenuto oppure ha risvegliato in me dei sentimenti. La sua poesia Maschere mi piace, anche se io vorrei pensare anche al meglio, però il desiderio di vedere cose giuste, ci porta ogni giorno a combattere mulini a vento, a farci male, quindi sarebbe tanto meglio essere indifferenti come tanta gente sana. "Diamoci del lei" ne condivido il contenuto e mi stimola sentimenti. Nella seconda parte mi sembra di capire che si cerca tanto lontano mentre ci sfuggono le cose intorno a noi , che ci appaiono in casi disperati. Ho messo tende è una poesia apparentemente semplice, ma dice tre grandissime verità. Sarebbe troppo facile e luminoso seguire il proprio istinto, ma siamo schiavi dei pregiudizi della gente e ne sentiamo l'influenza sul nostro pensiero, che fatica parecchio a rimanere nostro, a rimanere puro. In molte sue poesie è evidente il considerare l'essere donna con disperazione e dolore. Io sono sull'altra sponda, quindi non dovrei neppure entrare nel merito. Sono consapevole che la donna abbia incarichi molto più gravosi dell'uomo, che in certi stati e religioni sia ancora trattata come una schiava, però nel mondo civile mi sembra che la donna goda di un buon rispetto e sempre in crescendo.

Luigi Golinelli

 

Premesso che  in moltissime composizioni, o forse tutte, ci sono delle belle immagini, dirò anzitutto che quelle che preferisco sono Marionette, Il Passato, Deserto dei Tartari e  Mago Merlino. Chiarendo: Marionette è  immediata, la trovo spontanea in assoluto; la stessa cosa per Il  Passato, anche se - istintivamente parlando - non condivido il senso degli ultimi versi. Per me infatti le persone trapassate sono una compagnia importante, ci parlo e le sento. Sono una guida. Parlo naturalmente delle persone che per me hanno avuto un significato affettivamente importante. Anche il Deserto dei Tartari mi pare abbastanza d'istinto, almeno per una parte, ed è sentita Mago Merlino. Le altre mi piacciono meno, anche se, a guardarle bene, sono piene di immagini. Ma  le immagini poetiche si susseguono, si accavallano e io, da sempre, faccio fatica a seguirle quando sono tante. A me danno l'impressione di essere più "ragionate", cioè più "costruite" o più ricercate. 

                                                           VenanzioTuveri

 

La Vispa Teresa 

Mabi Col è una nostra cara e preziosa amica. Mi sono dimenticato di dire rara e ne approfitto subito per correggermi e dire unica. Sì, perchè nella Via del Sale, ma anche fuori, Maria B. è unica. La Vispa Teresa ne da la conferma.

Di questa nostra amica vorrei far gustare il suo primo piatto forte: naturalmente non poteva essere che un piatto unico, un piatto di Gulasch, che forse non a tutti può piacere perché contiene tanta, tanta paprika.

Direi, cambiando paragone, che La Vispa Teresa può stupire, dividere o magari indignare, ma è il primo Dallara o Modugno della poesia. Una poesia urlata. Ella stessa lo dice nella sua breve e intelligente prefazione: «Mi piace parlar chiaro» e, così come nella vita, anche nella poesia ha l'abitudine di farlo.

Nelle sue trentun poesie, non ci sono metafore o parafrasi ed al termine di ognuna non c'è mai un punto, perchè un pensiero non si esaurisce con una bella e cruda frase, ma dura all'infinito. Le poesie, si sa, sono pensieri.

Le sue grida personali sono le nostre grida. Le sue urla potrebbero essere le poesie del futuro: pungenti, provocatorie, colme di rimproveri e di sentimenti, ma soprattutto vere. Oggi sono anche le nostre.

Grazie Mabi, per Alieni, in questa io ti somiglio. Grazie per Bugie, per Necrologio, per Donne e per Salina, in cui mi ritrovo. Grazie per tutte quelle senza titolo eppure così significative.

Grazie per le tue originali e bellissime favole dipinte. Grazie per Siamo troppi?, che vorrei trovare il modo si esorcizzare.

Mario Arena

 

Vasi e Travasi

Incontrare poeticamente Mabi Col, è entrare in un mondo sfrondato da tutte quelle sovrastrutture che, mentendo spudoratamente, fanno credere che quella sia la felicità. La prima raccolta, Diamoci del Lei, a volere con quel Lei mantenere le distanze, ci offre ad una attenta lettura la disperata impotenza dell'Autrice, che vede intorno a sé comportamenti codificati, moralistici, ipocriti, incanalati e scontati, comportamenti che le fanno dire: - La vita è come il fegato: mangerò, ma nessuno potrà obbligarmi a dire che mi piace. Ecco, qualche volta, Mabi tenta di allinearsi, ma cozza contro il muro di gomma che la circonda, sempre più si sente aliena, allora s'interroga, si scruta, si chiede se qualcosa in lei sia in qualche modo diverso, perché è ben conscia che diverso nella società spaventa e sgomenta. In Bolle di Sapone, raccolta dedicata alle sue esperienze artistiche, la delusione si fa più profonda e, nei versi amari di Leggendo Cardarelli,  Mabi, senza radici e puntino nel cosmo, vuole vivere solo il presente, sa di non volere monumenti a futura memoria alla sua morte. Cerca i motivi per continuare un cammino banalizzato dalla quotidianità di gesti che, come bolle di sapone inconsistenti ed eteree, affondano il concetto stesso di vita. In Draghi Blu, Mabi avverte l'inutilità di tentare con fantasie mentali di sfuggire alla realtà, sognare con la testa nella sabbia. La realtà è lì malgrado noi : realtà resa penosa ancor più dagli scontati discorsi sul niente, sul tempo, come fossimo lavagne non scritte, non piene ma vuote, un nulla. Avverte l'importanza demoniaca del denaro come accumulo fine a se stesso, non riesce pi? a credere in qualcosa per cui valga la pena, viene sommersa, annegata, perchè donna, quindi più vulnerabile e sottomettibile per antica tradizione, denuncia col cuore gonfio tutta una serie di incapacità della persona ad impossessarsi della propria vita e farne qualcosa di unico. Un bilancio amaro, triste, greve per una donna intelligente e sensibile che cerca, provocando forse e denunciando sempre, con poesie dure e aspre, che non scivolano, non commuovono ma fanno pensare e riflettere, di permetterci un'introspezione senza sconti e senza regali.

                                                          Anna Mazzei

 

Tende e Solitudine

Una donna delusa che denuncia le sue disillusioni con amara lucidità, a volte con rabbia e polemica, a volte con una rassegnazione che quando il dolore è troppo grande, sembra tingersi di indifferenza. La vita che Mabi ci racconta è al buio, ma il buio che consente di vedere bene come non mai, un buio preferibile a certi abbagli di luce che possono anche accecare. Una vita dietro i muri invalicabili, senza crepe né spiragli, dietro tende messe alle finestre per non vedere fuori, per non essere contaminati dall'orrore di una vita che scorre banale, ipocrita, permeata di desolanti abitudini e nella quale si sente estranea, aliena. Tende alle finestre per non vedere ciò che patisce con la consapevolezza di un destino ineluttabile; per non vedere la miseria di gente sempre troppo vile, troppo pigra, o troppo ottusa che non riesce mai a trovare dentro di sé i mezzi per diventare più grande della vita stessa. C'è in Mabi un isolamento sofferto e rassegnato, ma anche quasi fiero, talvolta addirittura ostentato come di chi, nonostante tutto, è così che vuole vivere. Eppure ci sarebbe la voglia di fare, di muoversi, di fuggire via senza però sapere dove andare. E? una poesia scomoda, perfino angosciante perché ci pone davanti alle miserie umane, alla fragilità dell'esistenza. Maria, con il sottile compiacimento di chi riesce a vedere qualcosa che sfugge ai più, ci sta addosso con i suoi versi, denuncia, contesta, odia, soffre. Scrive come bisogno, come catarsi, scrive per dire, per dirsi, per la voglia insopprimibile di continuare a lottare, ad indignarsi, per non arrendersi mai alla mediocrità. La sua lotta è un'esigenza: difficile, faticosa, ma ormai per lei irrinunciabile.

                                  Sandra Zanone

 

Incontri ravvicinati

Ho conosciuto Mabi Col, un anno fa, alla Stanza della Poesia.

Mi ha colpito subito per quell'aria sbarazzina, anzi decisamente birichina, che illuminava i suoi occhi, nonostante che, altre parti del suo corpo rivelassero chiaramente gli anta, com'è per la maggior parte di noi frequentatori della Stanza, del resto.

E poi quella voglia di sorridere, anzi, quasi di sghignazzare, come succede a scuola fra i ragazzi con i quali ho vissuto tanti anni.

Insomma, un modo di essere che mi è subito piaciuto, diverso, tutto da scoprire.

Poi alcune battute, alcuni commenti, un po' cattivelli per la verità, ma non lamentosi e intrisi di malcontento, non mugugni alla ligure insomma, bensì battute graffianti, attive, ricche di ironia e di humour, rivolte anche ad altri, ma soprattutto a se stessa.

E che dire di quando ci siamo scambiate le email?

Non il solito banale nickname formato da pezzi di nome e cognome (come il mio ad esempio?) bensì:  viperacornuta@tiscalinet.it !

Ma allora questa è un'amica tutta da scoprire? e che vuole essere scoperta!

Stupisce, colpisce, morde, per comunicare, per conoscere.

O. K. Mabi, una curiosa come me non poteva resistere?

E cos? sono iniziati i primi contatti, prima informali: e.mail, appuntamenti a presentazioni di poesie, ecc., poi, quest'estate, un approfondimento della conoscenza ai bagni di Albisola.

E scopro in Mabi molte caratteristiche che ben conosco perché mi appartengono: un background culturale simile (la stessa laurea in Biologia) e la passione per tante cose, le più svariate: la poesia. ma anche la pittura, ma anche la grafica computerizzata, l'archeologia, la sociologia e chissà quante altre cose?

Tante, troppe perché possa bastare il tempo per approfondirle tutte. Mabi è una di quelle persone che potrebbero vivere 1000 anni senza annoiarsi mai perché capaci di appassionarsi, forse, persino all'etologia degli scarafaggi?.

Alla spiaggia di Albisola scopro, per la prima volta, questo libro che oggi viene presentato. Leggo la Biografia: un vero godimento. Quel humour che anni di TV deficiente ci ha fatto dimenticare e di cui abbiamo assoluto bisogno, concentrato nelle poche righe del suo Curriculum. Vado oltre:  poesie, alcune bellissime, accostate a .RICETTE. A  RICETTE?  Lo stesso colpo basso della email; un accostamento inaspettato che sorprende. Ma cosa potevo mai aspettarmi da una poetessa, perché tale è sicuramente Mabi, che si firma viperacornuta?

Ed io che stavo lavorando ad un  sito in cui la nobile Poesia veniva accostata alla nobile Pittura! E che per farlo ho tirato in ballo la neuro-fisiologia e quella parte dell'encefalo che sovrintende alla formazione e alla associazione delle immagini alle idee?

Brava Mabi, così si fa, Poesia e Cucina, il bello della vita!

Per coinvolgere tutti i sensi. Infatti la sua poesia, è poesia per gli occhi: spruzzata di luci, di colori, di immagini al caleidoscopio, proprio come nei suoi quadri, è poesia per gli orecchi: veloce, ritmica, vorace di rime e di suoni. E gli altri sensi? E il gusto? E i profumi? No problem, ecco che Mabi accosta ai versi aromi di ginepro, di alloro, profumo di cipolle dorate soffritte, gusto di fragrante ragù o di menta pungente?

Manca il tatto: ma rimedierò quanto prima, ne sono sicura.

Seguendo il suo stile, ecco la ricetta della sua Poesia.

Ingredienti:

  • una busta di parole fresche, di routine

  • un tubo caleidoscopico di colori

  • una scatola di ritmi

  • un mestolo di immagini prese a prestito dai sogni

  • una bottiglia a collo alto di pelati di pensieri profondi

  • un sacchetto di granella di rime miste contenente:

      • rime di antiche filastrocche

      • rime infantili del Corrierino dei Piccoli

      • rime scolastiche alla Rodari.

Spezie:

  • alcune gocce di rabbia

  • un pizzico di nostalgia

  • un po' di infinito tagliato sottilissimo

  • un po' di polvere di smarrimento

  • Estratto di Humour balsamico q.b.

Preparazione:

Su di una teglia -usa e getta-  disporre un letto sottile di parole, alternare strati successivi di pasta di quotidianità  a strati di pensieri pelati profondi, spruzzare ogni strato con i colori, con i ritmi e le immagini dei sogni, spolverare con tutte le spezie mescolate bene. Guarnire i bordi con la granella delle rime. Coprire con una pellicola trasparente di metafora, scaldare al tepore di un ricordo e servire velocemente finché è caldo di emozioni.

Ivana Trevisani

 

Conoscerti attraverso la poesia o meglio conoscere una parte di te è bello, una fettina di vita , un periodo bello o brutto che hai tramandato nelle parole... Devi aver sofferto molto, la vita prende a calci nel sedere a volte... Ma la tua parte forte, ironica e positiva prevale sul resto e questa è una vittoria.

Anna Burini

Crespi di seta

Molto originale e a trecentosessanta gradi sui colori, è questa silloge di Maby Col che, attraverso svariate ‘emozioni cromatiche’, spazia poeticamente sui più disparati argomenti sui quali  la visione dei colori la porta a riflettere, mettendo in evidenza l’associazione tra le parole e i colori stessi. Ora, dunque, è la sabbia dorata che viene incontro al lettore, ora il grigiore delle nuvole, ora sono i colori del vino, del cielo e dell’erba, sulla cui gamma di tonalità Maby Col appunta lo sguardo, traendone immagini incantevoli, emozioni sottili, considerazioni sulla propria interiorità. La guidano, in questo lavoro, un appassionato desiderio di scoperta, ma anche quell’ironia di cui la poetessa è fornita e che sapientemente dissemina nei versi, rendendoli molto godibili. Anche la copertina, rigorosamente in seta, rientra in quest’ambito di ‘ironia poetica’ e si amalgama al contenuto del libro creando un unicum di assoluta armonia.

                                                                                         Franca Maria Ferraris

 

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