Pane e vino

Prima edizione nella traduzione tedesca di Adolf Saager ( Europa Verlag, Zurigo 1937 ), riedito per la Buchergilde Gutenberg ( Zurigo 1937 ).
Prima edizione italiana dell'emigrazione: Nuove edizioni di Capolago, Lugano 1938. Prima edizione italiana interamente riveduta dallo stesso Autore: Vino e Pane, Milano, Mondadori, << Narratori italiani >>, 1955.
RACCONTO:

Il protagonista di "Pane e vino" di Ignazio Silone è Pietro Spina, un intellettuale comunista, che, stanco del soggiorno in terra straniera, in cui è stato costretto a emigrare, per motivi politici, ritorna in Italia, spinto dalla nostalgia della patria.
Arriva nella Marsica, gravemente malato di tisi e viene riparato in un fienile da un compaesano.
Eì curato da un ex compagno di liceo, ma non può fermarsi lì per lo stato di salute e per la vigilanza delle forze dell’ordine, lanciate alla sua ricerca.
L’amico trova per lui un travestimento da prete e un nuovo rifugio in un borgo montano, col pretesto di trascorrervi un periodo di convalescenza e di riposo, come don Paolo Spada.
Il viaggio incalesse, durante il quale attraversa attraversa il suo paese natale, si interrompe per un pernottamento nella locanda del Girasole, dove ha la ventura di essere chiamato al capezzale di una giovane donna morente.
Lo Spina, raggiunge Pietrasecca e qui comincia la sua nuova vita, una vita difficile anche per il disagio procuratogli dalla veste che indossa.
L’osteria , dove prende alloggio, è il luogo d’osservazione di Pietro, che studia i paesani, al fine di poter introdurre fra loro la propaganda rivoluzionaria. Egli si accorge presto di urtare contro l’ignoranza, la superstizione e l’egoismo dei cafoni.
Un secondo personaggio è infatti la società contadina immatura, che è rassegnata nella propria miseria e nell'ingiustizia, come una legge fatale che grava sempre sull'esistenza dei cafoni e accoglie l'ideale di Pietro, come un "sogno", bello, ma sempre un sogno. Ci sono poi, i giovani intellettuali, gli studenti, e fra questi Pietro ha meno difficoltà a farsi capire, ma i loro entusiasmi sono superficiali. Due incontri lo confortano: quello con la figlia di un possidente decaduto, che decide di entrare in convento e con un frate umile, che condivide con lui la speranza nella realizzazione del Regno di Dio.
Nell’intento di riprendere l’attività clandestina con esito migliore, Pietro scende a Fossa, dove la società era più varia, ma prima vuole ristabilire un contatto con i compagni di partito, si tratta del Partito Comunista Ialiano, a Roma, senza piegarsi a nessun compromesso che il partito gli chiede.Questo suo dissenso gli procura però l’espulsione.
Rientra in Abruzzo, senza essere riuscito a trovare a Roma un compaesano, da lui cercato, col quale avrebbe voluto accordarsi per un’azione comune fra i Marsicani, Pietro subisce, però, una nuova delusione perchè la propaganda fascista e la povertà della gente congiurarono insieme per disporre le masse ad accogliere con entusiasmo la dichiarazione di guerra all’Etiopia.
Dalla prostrazione fisica e morale in cui cade, lo risollevano una sua amica, presunta miracolata, l’incontro con il suo ex professore di Liceo e con il giovane studente invano cercato a Roma.
All’annuncio dell’arresto di lui, don Paolo scende a Rocca dei Marsi e lungo la strada viene a sapere che il giovane &egra?e; morto per i maltrattamenti fascisti.
In casa del giovane incontra la sua fidanzata e rivede la giovane miracolata, che lo avvisa, che la polizia ha scoperto la sua era identità e lo esorta a fuggire al più presto.
Il finto prete si precipita allora subito a Pietrasecca, per distruggere le carte che potevano indiziarlo e si congeda dalla figlia del possidente decaduto, consegnandole un quaderno dipensieri dedicati a lei.
La lettura sconvolge la ragazza e la induce a seguire, senza indugio, Pietro in fuga lungo i sentieri della montagna, coperti di neve.
Il libro si chiude sulla tragica fine della ragazza, aggredita da un branco di lupi in mezzo alla furia della tormenta.
Un elemento importante nel romanzo è l'autobiografismo. Pietro Spina è simile a Silone, il quale di fatto non lascia l'esilio in terra straniera se non alla caduta del fascismo, ma immagina di ritornare nella Marsica per sollevare i cafoni e rovesciare la dittatura. 
Per lo scrittore è molto importante la religione nella dimensione terrestre e il segno cristiano è incancellabile. 
La figura del socialista, inoltre, nei suoi contenuti religiosi e messianici non si differenzia molto da quella del sacerdote.

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