Pachamama ed Ecologia

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IL SEMINARIO

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Alla base della cultura inca si erge un forte sentimento di rispetto e gratitudine per il pianeta sul quale viviamo, considerato un essere vivente nonchè una divinità principale.

Pensiero in antitesi alla cultura occidentale del consumismo che tende al degrado ambientale ed ecologico attraverso la produzione e l'accumlo di effimere gratificazioni materiali...

Nell' antico linguaggio inca il termine Pacha indica sia la Terra, il mondo ma anche e soprattutto tempo, periodo, epoca, era.

I loro edifici sono costruiti con materiali naturali e pefettamente integrati nell'ambiente; gli oggetti, gli utensili e i tessuti sono decorati con soggetti naturali come animali o piante e le tecniche di coltivazione tengono conto di conoscenze agroeconomiche e biodinamiche all'avanguardia che stupiscono le scienze occidentali.

Il messaggio del prof. Hèrnan Huarache Mamani evidenzia lo stretto legame tra il recupero della dimensione spirituale che la Natura suggerisce e l'abbandono delle futili gratificazioni materiali che, guarda caso, sono la causa del degrado ambientale.















Premessa

Un astronomo che stava visitando il canòn del Colca sentì parlare di Thomàs Laura, un astronomo andino. Il visitatore dopo averlo incontrato gli chiese se poteva insegnargli a conoscere i nomi andini delle Costellazioni del cielo.

Prima di rispondere, Tomàs gli rivolse alcune domande: "Cos'è la Terra per te? Ascolti, quando la Terra ti parla? Qual è il punto di maggior forza di questo pianeta? Cos'è che unisce l'uomo alla Terra?".
Le risposte dell'astronomo in visita non sembrarono soddisfacenti a Tomàs Laura, per cui aggiunse: "Come pretendi di conoscere il linguaggio dei cieli, se non conosci il linguaggio della Terra? Prima impara gli insegnamenti della Terra sulla quale poggiano i tuoi piedi e poi ti insegnerò i nomi delle costellazioni e i messaggi del Cosmo.

Solo i pazzi e gli stolti vogliono imparare prima quello che è lontano, senza conoscere ciò che è vicino"

tratto da: premessa di Negli occhi dello sciamano
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Problema

Come tecnico del Ministero dell' Agricoltura, ero cosciente del problema: le informazioni che abbiamo parlano di come stiamo procedendo verso la distruzione del pianeta.

Il così detto mondo civilizzato con una popolazione di un miliardo di abitanti, produce rifiuti che contaminano la Terra in maniera progressiva:
dieci miliardi di rasoi e di lamette ;trenta miliardi di sacchetti di plastica e carta; venti miliardi di lattine d'alluminio; dodici miliardi di clorati nell'acqua; ottantadue miliardi di compresse; un miliardo e e duecentoventi milioni di pneumatici; cinquantanovemila tonnellate di residui radiottivi dalle centrali nucleari…

E ancora i buchi dell'ozono creano il così detto "effetto serra", causa dell'aumento della temperatura e di bruschi mutamenti climatici sulla Terra. Risulta che dal 1880 al 1940 l'aumento della temperatura sia stato irregolare, senza particolare significato. Ma dal 1950 al 1991 c'è stato un aumento di mezzo grado centigrado, un valore che può sembrare insignificante, ma che potrebbe portare a gravi trasformazioni climatiche, dovute anche all'incremento dell'uso di metano, anidride carbonica e dei clorofluricarburi, prodotti principalmente dai ventisette paesi industrializzati.

L'inquinamento delle acque, provocato dai rifiuti tossici verstai nei fiumi, nei laghi e nei mari, ucciderà tutte le specie acquatiche.

L'inquinamento dell'aria e la diminuzione dell'ossigeno, dovuti principalmente all'aumento di biossido di carbonio e di altri gas di scarico, condizioneranno l'equilibrio biologico di piante e animali. C'è già il pericolo della scomparsa delle biodiversità, a causa dell'uso di pesticidi, erbicidi e insetticidi che, distruggendo molte specie, speza la catena alimentare.

… In questo stesso istante, sul pianeta si muovono 450 milioni di automobili che lo riempiono di monossido di carbonio. La vegetazione non riesce ad assorbire il monossido di carbonio poiché, fin dal 1945, il 45% dei boschi e il 24% dei terreni da pascolo sono stati distrutti per far posto a coltivazioni e urbanizzazioni.

Soprattutto la distruzione della vegetazione sta provocando gravi alterazioni del clima e danni immensi al suolo, annientando l'humus e riducendo la produttività dei terreni. Secondo i tecnici dell'ONU, ogni anno si rovinano diciasette milioni d'ettari a bosco per produrre carta, legname e materiale per costruzioni.

Dal 1920,oltre 1200 specie d'uccelli sono scomparse per sempre. Gli uccelli sono un ottimo indicatore delle trasformazioni ambientali. L'odierna cultura consumistica ha sostituito il concetto di benessere col semplice possesso di un numero ogni volta maggiore d'oggetti. Si è così creata una spirale di produzione e consumo, che assorbe sempre di più le poche risorse del pianeta.

Ma , ciò che provoca per lo più questo consumo esagerato delle risorse ambientali è l'egoismo e l'irresponsabilità di alcuni uomini che dirigono le grandi industrie. Costoro nell'affanno di arricchirsi rapidamente, senza dare importanza all'ecologia, né al rispetto per il prossimo, distruggono i boschi, avvelenano i fiumi con rifiuti chimici. Utilizzano le loro influenze politiche per dichiarare fuorilegge la coltivazione di certe piante alimentari, col pretesto che siano dannose o tossiche, e obbligano ad utilizzare determinati farmaci i cui effetti sono ancora da verificare.
Ci stiamo avvicinando con rapidità ad una soglia di sopportabilità della Terra: è urgente fare qualcosa per contenere le minaccie già esistenti.

tratto da: capitoli VIII e IX Negli occhi dello sciamano
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Ascesa dell'Ampato

La giornata appariva ideale per la scalata. Il Sole illuminava la terra creando un contrasto tra luce e ombra, tra quel grande mantello bianco che formava la vetta dell'Ampato e la terra grigiastra. A pensarci bene era la prima volta che esploravo questa montagna. Il fatto di averne già scalato altre due, mi aveva fornito l'esperienza necessaria. Intanto sapevo quando avanzare e quando fermarmi per riposare; come evitare i pericoli camminando sulla neve, nel gelo e nei luoghi fangosi.

A metà del mio percorso, l'Ampato appariva avvolto da una frangia di nubi leggermente grigiastre. Sull'altrra parte in ombra, la neve acquisiva una tonalità di un bianco appena violaceo. La bellezza e l'inconta del paesaggio erano tali che pensai che raramente fosse stato visto da occhi umani, né avrei goduto per ore, ma non potevo né dovevo trattenermi.

Il silernzio era solenne. Da qui si, si potevano vedere i confini del mondo: montagne nere lontane e vicine. Sul mio fianco sinistro , ad una certa distanza, si vedeva un precipizio solcato da una cascata che, come un filo d'argento, tracciava un sentiero... più avanti c'erano nubi bianche e nere che si sollevavano in alto dal suolo o coprivano i picchi... in questo deserto immane mi sentivo come un'insignificante formica. Chi ero io difronte a questa immensità? Cos'è un uomo davanti alla grandezza della Terra? Niente!...Non è niente, è più piccolo di un niente. Nonostante ciò, l'uomo si crede il padrone e signore della Terra. Siamo davvero i propietari della Terra? Oppure, forse, possiamo esserne i custodi?

Avevo lasciato la città e con essa tutto quello che chiamavano civiltà: luoghi saturi di fumo, chiasso, sirene, campane, fischi, ruggiti di motori. Il frastuono di un'umanità che odia il silenzio, o meglio che lo teme, ed è per questo che riempie tutto con i rumori. Normalmente si vive in mezzo a dubbi, panico, scetticismo: sempre schiavi del tempo, correndo per guadagnare tempo, per non perdere tempo; vivendo quotidianamente in uno stato di stress. Sacrifichiamo tutto per un pò di denaro, pensai. Ma qui mi sentivo libero, riuscivo a vedere chiaramente. C'era una cosa che non si potesse vedere nel paesaggio? Si vedeva tutto! Tornai a prendere contatto con la natura, a comprendere la grandezza e bellezza della Terra...pensai a me stesso come a un essere vivente. Cosa stavo facendo della mia vita? La stavo usando bene o male? Che senso aveva lavorare come un matto tentando di guadagnare denaro? Pensai a me stesso, pensai agli altri. Tutto sembrava illusorio, puerile;molte preoccupazioni cominciarono ad allontanarsi.

Avevo lottato per costruire il mio futuro, che per me si traduceva nel riuscire ad essere un professionista...avevo pensato alle cose materiali senza badare al fatto che l'autentica ricchezza dell'uomo risiede nella sua serenità interiore.

Poichè l'uomo racchiude in sé uno spirito in evoluzione, non può e non deve in alcun modo farsi divorare dalle cose materiali e terrene. Il denaro, i beni, sono necessari solo per poter vivere e soddisfare alcunen necessità.

tratto da: capitolo VII Negli occhi dello sciamano
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Pachamama: il rito

"Mamma, vorrei che mi accompagnassi dal curandero e che gli chiedessi di fare un'offerta alla Pachamama affinché il mio matrimonio sia felice".

Il rito della Pachamama appartiene alla religione andina. Anticamente sulle Ande esisteva una religione di tipo femminile: era la religione della Madre Natura, della Madre Cosmica. Per millenni gli andini abbracciarono le credenze e si fecero guidare dai principi di quella religione. Pachamama significa Madre Cosmica, Madre Celestiale, Madre Natura, colei che comprende ogni cosa. E' l'entità che fa in modo che gli esseri viventi facciano parte di un immenso ingranaggio cosmico, di un piano universale che comprende tutto ciò che è stato creato. Pachamama è una sorta di riconoscimento che l'uomo fa alla natura, è l'unione fra uomo e natura…

L'uomo che comunica con la natura è un uomo che conosce la verità, che comprende e che vive con maggior semplicità. Lontana dai concetti, dalle disquisizioni filosofiche, dai ragionamenti, la natura è chiara, semplice e complessa allo stesso tempo. Essendo il punto di contato con la realtà, in occasione di eventi particolarmente importanti, gli andini si rivolgono alla Pachamama per chiederle consiglio…

Quella notte si sarebbe celebrata una delle cerimonie dell'antica religione andina, sopravvissuta grazie ai sacerdoti itineranti che continuavano ad officiarla secondo i rituali degli antichi Incas…
Dopo essersi salutati, i presenti si sedettero su coperte e pelli di cuoio ad aspettare l'ora propizia per dare inizio alla cerimonia… Il curandero accese un piccolo bracere e ravvivò le fiamme soffiandoci sopra ripetutamente.
Quando le braci si furono accese le cosparse di estratti di painte sacre e di incenso. Passò poi tutti i suoi strumenti da curandero in mezzo dal fumo sprigionato dal bracere, come se li volesse pulire, quindi si inginocchiò e si soffiò sul petto il fumo di una sigaretta. Succesivamente estrasse dal telo nel quale aveva avvolto tutti i suoi strumenti da lavoro, una piccola coperta quadrata di colore rosso e la stese per terra; sopra la coperta sistemò un fazzoletto variopinto, grande la metà, con tre frange di diversi colori su ogni angolo. Afferrò poi un foglio di carta bianca con il quale fece una specie di ciotola.
Con grande maestria e abilità prese a sistemare ai quattro angoli del fazzoletto alcuni oggetti: nell'angolo destro una rosea conchiglia marina nella quale versò del liquore; nell'angolo di sinistra una conchiglia nera, più profonda della prima, che riempì di un liquore rossastro che brillava alla luce dle fuoco; nel terzo angolo dei chicchi di mais e, nell'ultimo, un po' di grasso estratto dal petto di un lama.
"E' giunto il momento di stabilire il contatto", annunciò solennemente il curandero. Subito dopo ordinò ai partecipanti di rimanere in silenzio e di scegliere delle foglie di coca intere che avrebbero dovuto sistemare in mazzette da tre. Da una borsa estrasse degli oggetti concatenati tra loro, chiamati wallqa, e li fece passare attraverso il fumo. Senza esitare agguantò poi il bracere e cominciò a farlo oscillare anche al di sopre di tutti glialtri oggetti presenti. Prese, quindi, un secondo involto e lo fece passare più volte in mezzo al fumo senza aprirlo e a bassa voce pronunciò delle frasi incomprensibili.
Afferrò poi, una per volta, tutte le conchiglie marine infilandovi le dita e cominciò a rovesciar eil liquido che contenevano prima sull'involto chiuso e poi nel recipiente di carta che conteneva le altre offerte. Quindi prese con le mani tutte le altre conchiglie e uscì dalla capanna. Dopo aver fischiato, e non soffiato su recipeinti che aveva in mano, lanciò il contenuto di una delle congìchigli eprima verso est e poi verso ovest e quella dell'altra in direzione sud-nord quindi rientrò e mise le conchiglie marine al loro posto, sul fazzoletto. "Passatemi le foglie di coca che avete raggruppato".

Così ebbe inizio la cerimonia sacra alla Pachamama durante la quale si cantava e si pregava ad alta e a bassa voce. Una vola pronta il curandero benedisse l'offerta per poterla finalmente bruciare. Fischiettando e suonando un piccolo sonaglio sistemò l'offerta sulle braci. Invocò le colline, le montagne, i laghi e la terra con canti e preghiere. La luce del fuoco illuminò il suo volto e lasciò intravedere il copricapo decorato con simboli geometrici.
"Fiuuu! Fiuuu! Hamuriychis, Pachamama, qollana mama, qocha mama, tukuy Apukuna hamuriychis". (Fiuuu! Fiuuu! Madre del tempo e dello spazio, Madre sacra, madre acqua, venite. Spiriti protettori dell'uomo, avvicinatevi).
"Aspetteremo che le braci brucino completamente l'offerta e così conosceremo la risposta della Pachamama e degli Apukuna". In quell'istante si udì un botto. I quattro volsero la testa e, con immenso stupore, videro che un bicchiere di vetro posto sul davanzale della finestra si era frantumato senza che nessuno l'avesse toccato. "Questo è un brutto segno, comunque aspettiamo la risposta nelle ceneri dell'offerta", disse il curandero.
Trascorse qualche minuto. Dopo aver lanciato qualche foglia di coca sul wallki, il curandero comunicò: "E' arrivato il momento di vedere il risultato dell'offerta… la Pachamama non acconsente. Sulla cenere bianca si è formato uno strato di cenere nera, il che non è di buon auspicio. Il matrimonio di tua figlia non si farà. Nostra Madre ci sta dicendo che qualcosa non va…".

tratto da: capitolo III La Profezia della Curandera
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Anta Willki

Anta Willki: "se l'attuale umanità non cambia il suo rapporto con la natura, sarà irrimediabilmente condannata alla distruzione.
I popoli che tengono la Terra sotto il loro dominio, sono troppo materialisti. Si sono trasformati in giganti tecnologici e nani spirituali. Quei popoli dominatori trascineranno gli altri verso la distruzione.
I soprusi stanno arrivando ai limiti estremi. La natura cercherà di liberarsi di queste specie irresponsabili e indesiderabili, per proteggere gli altri esseri viventi che vivono in armonia con l'ambiente. Le leggi della natura stanno già cominciando a funzionare, per costringerli a cambiare atteggiamento nei riguardi della Terra."
"L'uomo deve riscoprire il legame che lo unisce alla Terra e arrestarne l'inquinamento e la distruzione. Tu dovrai insegnare ad amare la Terra, come fosse un essere vivente", mi suggerì Anta Willki…

La Terra quando è malata cerca di riequilibrarsi e curarsi, esattamente come fa l'organismo umano ammalato; così, nel corpo interno della Terra, si è innestato un movimento di purificazione, che avanza inevitabilmente, per eliminare gli elementi tossici e velenosi…la Pachamama prima di guarirsi deve distruggere; poi rigenera e crea.

tratto da: capitoli VIII e XI Negli occhi dello sciamano
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L'uomo di città

"La Pachamama, la Madre Terra, ha posto al nostro servizio i poteri medicinali delle piante, degli animali, e dei minerali. Ecco perché noi indios ci curiamo con la medicina della terra, conoscendo le piante e lascindoci guidare dal cuore, perché le piante usate male possono danneggiare il corpo, l'anima o lo spirito dell'uomo… Il linguaggio del cuore è una cosa che pochi uomini di città coltivano, perché non sono calorosi. In compenso, usano molto il linguaggio della testa e perciò sono freddi. L'uomo di città è sempre desideroso d'apprendere nuove cose , riempiendosi la testa con molte nozioni che girano a vuoto nella loro mente. Queste lo fanno gonfiare di vanità ed orgoglio, perché è convinto di sapere tutto. In realtà non sa niente. Il suo cervello è un nido aggrovigliato di pensieri misti a paure, in questo modo la testa si scalda e il corpo si squilibria. L'uomo di città rinnega la sua alleanza con la Terra, ed anche se stesso. Vive costantemente diviso, in case poste le une sulle altre, dove abitano molte persone che però non si conoscono. Non si fida mai di nessuno, perché non capisce che siamo tutti esseri umani e che viviamo sullo stesso suolo. Dobbiamo lavorare per unire gli sforzi non per dividerli"

tratto da: capitolo I Negli occhi dello sciamano
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La Curandera

Ricorda, la terra appartiene alla donna non all'uomo. Per questo la donna ha potere sulla terra; solo lei può salvarla, se vuole. In caso contrario, potrebbe essere distrutta. Quando sarà il momento, sentirai il potere della donna, della madre, dell'essenza stessa della Madre Terra. Il curandero esiste perché esiste la curandera. E' da lei che hai ricevuto il suo potere e grazie ad esso lavorerai per il bene dei nostri popoli, che soffrono in silenzio l'oltraggio perpetrato al loro sapere e alla loro conoscenza. L'amore per la terra e lo stimolo del potere della donna arriveranno quando tu, loro figlio, saprai rompere il silenzio che è stato imposto dagli invasori e dai distruttori dei nostri popoli"

tratto da: capitolo V Negli occhi dello sciamano


Nella donna è racchiuso il destino dell'umanità; è lei la modellatrice della razza umana, la creatrice.
La donna incarna l'amore ed è la messaggera della Pachamama, la nostra Madre divina che ama ogni cosa. La donna è il canale della vita governato dal leggi impercettibili, mosse dall'amore, al quale successivamente accedono anche gli uomini.
"Figlia mia, oltre a sapere che sei una donna molto potente, dovrai dedicarti anche a cercare nel tuo cuore il cammino che ti condurrà alla Pachamama. Il mistero dell'esistenza è il mistero della tua stessa anima.
E' per questo che per conoscerti dovrai avventurarti nel tuo mondo interiore, penetrare in quella zona sconosciuta del tuo essere nella quale ritroverai la tua anima. Solo così, nella parte più profonda del tuo essere incontrerai il tuo tempio.
Solo così potrai apportare il tuo contributo alla realizzazione della profezia secondo la quale in questo ciclo cosmico il risveglio del femminile permetterà di risanare le ferite inferte a Madre Natura".

tratto da: capitolo XII La Profezia della Curandera
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