Il momento di maggior
felicità dei giovani sposi era quando la moglie comunicava al marito
di essere in attesa di un bambino. Durante il periodo di gestazione,
quando iniziavano a vedersi i segni della maternità, tra gli sposi
si discuteva sulla preferenza del sesso del nascituro. Generalmente
le donne prediligevano la nascita di una femmina, mentre gli uomini
quella di un maschio, e questo perché egoisticamente ognuno
pensava al futuro aiuto che avrebbe avuto nell’espletamento delle
proprie incombenze. La donna portava orgogliosamente il proprio
stato e le comari più anziane facendole i complimenti facevano anche
previsioni sul sesso del nascituro dalla forma della pancia. Se la
pancia assumeva una forma molto pronunciata prevedevano “ki
fessidi maschixeddu” che fosse maschietto, mentre se la pancia
tendeva ad allargarsi ai fianchi prevedevano “ki fessidi
femminedda” che fosse femminuccia. Durante il periodo di
gestazione la sposa provvedeva alla preparazione del corredo del
neonato. Il futuro padre provvedeva a far costruire “Su Bratzollu
po nanniai su pippiu” una culla a dondolo per il bambino, che
sarebbe servito anche per i futuri figli. Sempre nel periodo
antecedente la nascita i futuri genitori discutevano sul nome
da dare al nascituro, generalmente prendeva il nome dei nonni. Il
primo maschio prendeva il nome del nonno paterno, la prima femmina
prendeva il nome della nonna paterna, mentre il secondo maschio e la
seconda femmina prendevano il nome dei nomi materni. Siccome
generalmente le famiglie erano numerose, successivamente chiamavano
i figli con il nome dei santi protettori, a Mandas il 25 luglio si
festeggia San Giacomo, per cui Giacomo era un nome abbastanza
frequente, ma anche Vitalia, in onore dell'altra Santa venerata in
paese, era un nome parecchio "gettonato". Nei giorni precedenti la
nascita del bambino, il marito si recava a casa de “Sa Maista de
Partusu” per chiederle assistenza. Dopo il parto, il marito
riaccompagnava a casa l'assistente donandole oltre ai ringraziamenti
per il lavoro svolto, beni in natura, ognuno ovviamente in
proporzione alle proprie capacità e possibilità economiche. Vi erano
anche degli adempimenti di carattere burocratico: il primo atto da
compiere era quello di andare in Comune, per registrare la nascita
del figlio. Era il marito ad andare in Comune, con quattro
testimoni, per registrare la nascita del bambino. L'usanza
prevedeva che con gli stessi, prima di recarsi in Municipio, ci si
recasse al bar, e talvolta accadeva che al momento della
registrazione il bambino si ritrovasse con un nome diverso da quello
scelto. Altro importante adempimento, subito dopo la nascita del
figlio, era quello di scegliere i padrini di battesimo, generalmente
amici o parenti, il padre si recava così a casa del padrino
designato, e diceva “Sigumenti pobidda mia adi tentu su pippiu,
iausu a tenni presceri, ki si olleisi fai sa caridadi, de siddu
battiai”. Accettare di battezzare un bambino era considerato un
atto di carità e al tempo stesso tempo era un gesto di stima e
considerazione. I padrini diventavano “Goppai e Gommai”
, compare e comare, e nel tempo si accrescevano i legami
di amicizia con la famiglia.
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