gli insediamenti rupestri medioevali

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Il costume ecclesiastico

Anche i costumi ecclesiastici derivarono da quelli romani: il colobium, la dalmatica, la tunica talare, la penula, il pallio. L’abbigliamento ecclesiastico Cristiano, fino al VI sec. non fu molto dissimile da quello dei laici, ma verso la fine del secolo, incominciò a differenziarsi: si continuò ad usare la Tunica talare decorata; la casula, mantello rotondo con l’apertura sul davanti per il collo, ed il pallio sacerdotale, diverso, però, nelle misure: infatti consisteva in una striscia di lana bianca con croci nere, che girava intorno al collo e ricadeva con un lembo sul petto e l'altro sul dorso. (figg. 34,35,36)

 

Gesù ed i Santi in questo periodo vengono rappresentati con il colobio senza maniche e con il pallio o clamide.

 

Verso la fine del sec. VII e l'inizio dell'VIII/IX, il costume si differenzia molto: i monaci rifugiatisi in campagna, sostituirono alla casula, originario mantello amplissimo e di tessuto di seta, o di oro, una pianeta semplice, di stoffa scura che consisteva in una sopraveste priva di maniche, formata da due rettangoli fissati sulle spalle, con un'apertura per il capo e, al centro, poteva avere una striscia con le croci. (fig. 37)

 

Non portavano bende di stoffa per fasciare le gambe, ma calzavano i calcei.

Solo durante le cerimonie i costumi erano molto sfarzosi: porpora e oro, con palli di seta.

Verso la fine del IX sec., le vesti ecclesiastiche si differenziarono parecchio nelle cerimonie liturgiche: infatti furono prescritti per queste occasioni, abiti speciali da indossare seguendo un determinato ordine: per celebrare la Messa, si doveva indossare la tunica talare di lino, il cingolo (cordone) che stringeva alla vita, l’amitto, un fazzoletto di tela rettangolare che copriva la schiena, annodato sul petto con fettucce passate sotto le braccia; una dalmatica maggiore e una pianeta e il pallio sacerdotale. La pianeta derivava dalla casula, ma senza cappuccio e realizzata in seta pesante e preziosa. Quando il sacerdote saliva sull'altare doveva portare un fazzoletto rettangolare di lino, con frange, la mappula o manipolo.

I monaci, invece, vestivano con estrema semplicità tunica di panno scuro e, sopra, uno scapolare che copriva il busto e sul capo un cappuccio. Lo scapolare poteva avere al centro una striscia con le croci, tipica decorazione orientale. (figg. 38, 39).

 

Anche i Benedettini, fin dall'XI sec. avevano assunto una divisa che mantennero per secoli: tunica talare bianca e priva di fregi, scapolare di rozza lana tendente al marrone, cappuccio scuro; i Domenicani indossavano una lunga cappa nera e i Francescani (sec. XIII) indossavano una cotta di lana scura con cappuccio e un cordone in vita.

Un abbigliamento particolare era quello del Pontefice durante la cerimonia dell'elevazione al Soglio Pontificio: una cappa speciale, manto papale di colore rosso, il frigio (cappello a calotta rotondeggiante o conica) che già alla fine del sec. XII era circondato da una corona preziosa che, nel tempo, diventerà la attuale tiara pontificia di metallo cesellato.

Papa e vescovi, abitualmente usavano la Mitra bianca con due corni laterali che, furono sostituiti da due rigide punte di stoffa ricamata, cucite solo in basso.


 

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