gli insediamenti rupestri medioevali

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Il monachesimo orientale

Antonio, Pacomio, Basilio e Simeone sono tra i più noti Padri dell’Oriente. Non si conosce l’identità del primo monaco, cioè di colui che visse in solitudine nella contemplazione di Dio. Quello che è certo è che nel III sec., alcuni uomini, ma anche qualche donna, si recarono nel deserto dell’alto Egitto, Tebaide, per vivere in solitudine.

La loro giornata trascorreva fra preghiera, contemplazione e penitenza. Via, via alcuni di questi eremiti decisero di fare “vita comune” almeno durante i pasti e di rispettare un minimo di organizzazione comunitaria. Dagli insegnamenti dei padri del deserto, trasse origine una raccolta di detti che tutt’ora rappresenta un classico della spiritualità monacale.

Fra il III e il IV sec. le comunità monastiche si diffusero dappertutto, sia in Oriente, dove nel IX sec. si distinsero i Santi Cirillo (che creò l’alfabeto, detto poi cirillico, per tradurre la Bibbia ed evangelizzare i popoli della Boemia e Moldavia) e Metodio, sia in varie nazioni dell’Occidente (Bonifacio in Francia e in Germania, S. Colombano in Irlanda).

In Russia la diffusione del Cristianesimo fu rapidissima: monasteri e comunità religiose piccolissime sorsero sparse nelle foreste e nelle steppe fino al Volga.

In Italia tale esperienza giunse per iniziativa del vescovo Eusebio che fondò un monastero a Vercelli. Il rito bizantino dominò nelle montagne del Montenegro, della Serbia e in Bulgaria il cui re Boris si fece battezzare nell’863.

 

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