gli insediamenti rupestri medioevali

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I Monaci bizantini e le grotte

Ci è stato sempre insegnato che l'uomo primitivo viveva nelle grotte, tuttavia queste sono state utilizzate come abitazione anche in altre epoche: ad ogni modo il fenomeno del "Vivere in Grotta" è stato caratteristico anche del Medioevo.

Nel 726 d. C. ,l'imperatore Leone III Isaurico promosse la lotta contro la diffusione di immagini sacre, dando così origine all'iconoclastia, eresia che combatteva il culto delle immagini di Cristo, della Madonna e dei Santi e che durò per oltre un secolo.

Fu così che alcuni monaci, probabilmente per sfuggire alle persecuzioni, scapparono dall'oriente e si insediarono nelle gravine, in particolare nelle grotte tufacee dell'Italia meridionale.

Oggi, però, si tende a pensare che gli insediamenti fossero già presenti, prima dell'arrivo dei monaci greci.

Il "Vivere in Grotta" fu certamente una realtà storica che diede origine a quella "Civiltà Rupestre" che ancora oggi si cerca di scoprire e di studiare. In Puglia gli insediamenti rupestri restarono in vita per lungo tempo, dal periodo bizantino, fino al periodo Svevo e Angioino, anche se si ritiene che alcuni villaggi, come quello di Mottola, furono abbandonati molto prima. La gravina di Mottola infatti fu abitata fino al XII secolo circa. Il villaggio fu scavato dai profughi di Mottola scampati nell'874 alla distruzione del paese da parte dei saraceni. In generale, tra le cause della scomparsa di questa civiltà vi sono sicuramente la crisi economica e demografica del trecento e la nuova organizzazione fondiaria degli Aragonesi.

 

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