gli insediamenti rupestri medioevali

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La struttura delle grotte di Dio

La struttura di queste cripte sacre reca evidenti influenze bizantine in relazione alle esigenze religiose e all’architettura dell’epoca. Infatti lo schema costruttivo e iconografico è tipico delle chiese orientali: si va dalle mononavate (sec. IX-X) alle binavate (X-XIII sec.), fino all’impianto basilicale a tre navate e tre absidi, secondo lo schema a croce greca inscritta. Tipica orientale, per esigenze di rito greco, è la separazione fra l’area delle navate riservate ai fedeli (naos) e il transetto (bema) dove si trovava il Santo dei Santi, luogo dove poteva accedere solo il sacerdote che officiava. Questa divisione era ottenuta tramite l’iconostasi, secondo la costruzione bizantina dopo il VI sec.: era un tramezzo in pietra, legno o mattoni, ricoperto da icone, con tre ingressi, che divideva le due aree; il sacerdote passava per le tre porte in una elaborata processione simbolica. Il “Bema” aveva a destra una abside (Protheis) destinata alla conservazione delle ostie consacrate, e una a sinistra (diaconicon), per conservare i paramenti sacri; nelle absidi erano gli altari discosti dalla parete.

Le chiese rupestri erano “liturgicamente” orientate (sec. VIII e dopo il Mille), cioè l’abside si orientava nella direzione in cui nasceva il sole; Lo scavo della chiesa iniziava il giorno dedicato dal calendario religioso al Santo a cui era intitolata la cripta. Gli affreschi soprattutto rivelano l’influenza bizantina, anche nei periodi successivi, particolarmente nelle rappresentazioni sacre (Cristo Pantocreatore, Pantocreatore in Deesis, la Vergine col Bambino in varie versioni), sebbene espressione di arte povera e popolaresca, ma di notevole fattura.

 

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