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Dismetria del bacino: fattore  rischio per infortuni.
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Dott.  Pomara Spec. Medicina dello Sport

 

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Il bacino è una struttura formata dalle due ossa iliache (costituite rispettivamente da ileo, ischio e pube), unite posteriormente all'osso sacro attraverso l'articolazione sacro-iliaca ed anteriormente attraverso la sinfisi pubica. Le articolazioni su cui si verificano i movimenti nel cinto pelvico sono le due articolazioni coxo-femorali e le articolazioni con la colonna lombare, in particolare l'articolazione lombo-sacrale. Il bacino è in una posizione strategica, costituendo una connessione fra il tronco e le estremità inferiori e collaborando così con la motilità di entrambi. In ortostasi, scarica al suolo, attraverso gli arti inferiori, 2/3 del peso corporeo totale (capo, tronco ed arti superiori), che viene suddiviso e trasferito in modo equanime agli arti inferiori. La deambulazione, spostamento reso possibile nell'uomo dal movimento coordinato degli arti inferiori e superiori, e dai movimenti di torsione del tronco, richiede al bacino la capacità di scaricare in modo progressivo il peso della parte superiore del corpo sulle strutture podaliche.

L'atto meccanico della deambulazione è complesso, variando anche sulla base della velocità con cui essa si realizza, ed impone sollecitazioni e deformazioni che esaltano il ruolo d'ammortizzatore elastico della volta plantare e le capacità funzionali del bacino. Durante il ciclo deambulatorio, che nell'uomo è composto da due passi, si ha uno spostamento del poligono d'appoggio per seguire la continua e volontaria antero-pulsione del centro di gravità. Durante il passo, in cui si distinguono tre momenti progressivi (ricezione del peso, appoggio intermedio e fase di spinta), uno dei due arti sostiene il corpo e lo spinge in avanti (arto attivo), mentre l'altro viene posato in avanti con un movimento pendolare (arto passivo).

Significative deviazioni sul piano frontale del bacino possono determinare alterazioni del carico sugli arti inferiori; tali deviazioni del cingolo pelvico sono molto comuni. Diversi lavori degli anni '80 hanno evidenziato come l'elevata incidenza di scoliosi in giovani soggetti adolescenti possa essere in buona parte secondaria ad una asimmetria del piatto pelvico, a sua volta comunemente associata ad asimmetria degli arti inferiori. In un modello sperimentale di carico asimmetrico in cinque giovani maschi, De Vita e collaboratori hanno evidenziato che il carico asimmetrico indotto artificialmente produceva uno sbilanciamento nella registrazione delle forze reattive al suolo (ground reaction force: GRF) con piattaforma di forza.

In un modello sperimentale più recente, Wu e collaboratori in dieci giovani soggetti hanno mostrato che il centro di massa del corpo "scivolava" sull'emisoma che veniva artificiosamente caricato, tuttavia gli autori evidenziavano come i dati rilevati erano inferiori ai valori predetti teoricamente, indicando nell'orientamento spaziale del bacino e degli arti inferiori un importante meccanismo compensatorio.

In pazienti con dislocazione congenita dell'anca, autori stranieri hanno evidenziato uno scivolamento delle GRF sull'emisoma con la patologia, associandolo ad una deviazione del bacino.

Un recente studio condotto dal sottoscritto presso l'Università degli Studi di Palermo, in collaborazione con alcuni studenti della Facoltà di Scienze Motorie, ha permesso di analizzare l'influenza di un tilt pelvico sulla deambulazione in soggetti adolescenti attraverso l'uso di una piattaforma di forza. Allo studio hanno partecipato nove femmine adolescenti, di cui sei con tilt pelvico. In ortostasi, il piede sinistro sopportava un carico, in percentuale del peso corporeo, maggiore del piede destro, a parità di superficie di appoggio; in deambulazione, i soggetti mostravano, a parità di tempi di appoggio dei singoli piedi al suolo, una riduzione del carico sul piede destro rispetto al sinistro, significativa considerando l'appoggio al suolo di tutta l'impronta plantare, associata a riduzione della superficie d'appoggio sul piede destro e del picco di massima pressione. L'influenza del tilt pelvico sulla deambulazione è stata evidenziata attraverso gli elevati coefficienti di correlazione tra i sopraindicati parametri.

Nel nostro studio, su nove soggetti esaminati, sei presentavano un significativo tilt pelvico a destra, in assenza di dismetria degli arti inferiori. Questa elevata incidenza, anche se rilevata su un piccolo campione, è in accordo con quanto indicato da altri autori internazionali che indicano nelle dismetrie della pelvi un fattore di rischio per l'insorgenza della scoliosi idiopatica adolescenziale. Altri autori ritengono che la morfologia del piatto pelvico giochi un ruolo importante anche nello sviluppo della spondilolistesi, e diversi studi hanno analizzato i diversi e più adatti metodi di misurazione del tilt pelvico, supportando l'ipotesi di considerare uno squilibrio del bacino quale fattore di rischio per le patologie del rachide e degli arti inferiori. Comunemente, l'obliquità del bacino è causata da una discrepanza nella lunghezza degli arti inferiori, ma non si possono escludere altre cause, come il malposizionamento di un'articolazione coxofemorale o deviazioni scoliotiche secondarie a contratture muscolari.

Il nostro studio confermerebbe l'influenza del tilt pelvico sull'appoggio plantare in ortostasi e deambulazione in soggetti adolescenti di sesso femminile e l'esigenza di trattamenti finalizzati alla correzione di tali patologie a scopo preventivo. Una diagnosi precoce è essenziale e consente, soprattutto ai soggetti che praticano regolarmente un'attività sportiva, di prevenire infortuni e sovraccarichi funzionali. L'intervento ovviamente va differenziato sulla base della causa che determina la dismetria del bacino e spazia dalla fisioterapia riabilitativa all'uso di ortesi correttive o byte.