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La Mesoterapia
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Dott.  Pomara Spec. Medicina dello Sport

 

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La mesoterapia è una vera e propria terapia, praticabile solo ed esclusivamente da medici, che consiste nella inoculazione ripetuta – con microaghi - di farmaci negli strati sottocutanei, nel derma, in punti del corpo che necessitano di questo trattamento. E' dunque una terapia mirata, che agisce lì dove i farmaci vengono iniettati e nei punti limitrofi alle iniezioni.

Questa tecnica è nata in Francia una trentina di anni fa e si è rapidamente diffusa in tutta Europa, diventando un valido presidio terapeutico in molte patologie, assumendo il ruolo di primo intervento nella terapia del dolore: è infatti comunemente inserita nel trattamento di patologie osteoarticolari (dolori di natura artrosica, lombalgie, dolori di natura post-traumatica) e patologie vascolari (flebiti, linfedema, teleangectasie, varici). E' intuibile che la tecnica, indipendentemente dalla patologia, è la stessa, cambiano solo le sedi da trattare, i farmaci da utilizzare, ed il numero di sedute. Unica controindicazione della terapia è rappresentata ovviamente dall'allergia ai farmaci usati.

Relativamente alla sede, è ovvio che nelle patologie osteoarticolari i farmaci si inoculano lì dove vi è dolore, ma non è infrequente la inoculazione anche in altri punti, detti Trigger Point, che possono essere anche distanti dalla sede dolente e che "gestiscono" la trasmissione del dolore nelle zone interessate.

Relativamente al numero di sedute, mediamente si può dire che nel trattamento delle diverse patologie necessitano da quattro a dieci sedute (una seduta ogni cinque giorni), ma la frequenza ed il numero di queste può cambiare sulla base della gravità del quadro clinico.

Nell'atleta, l'uso della mesoterapia non è infrequente; spesso la prestazione del singolo può essere influenzata dalla presenza di dolore, che limita il soggetto sia durante l'allenamento, sia durante la gara. Le patologie comunemente trattate con mesoterapia sono diverse:

  • tendiniti, borsiti, entesiti nello stato postacuto e cronico;
  • metatarsalgie, talalgie e dolori cronici alle caviglie;
  • cruralgie, pubalgie;
  • sindromi meniscali, meniscopatie e gonalgie in genere;
  • cervico-dorso-lombalgie;
  • epicondiliti, poliartralgie;
  • periartrite scapolomerale, altre.

Questa rapida carrellata, che indica i dolori più comuni che possono colpire un atleta, indica i dolori che più facilmente vengono trattati con la mesoterapia che elimina sì il dolore, ma non la patologia di fondo, che richiede un approccio diverso: la mesoterapia, infatti, consente all'atleta di completare e magari di vincere una gara, in quanto non sente dolore, ma una volta terminato l'effetto dei farmaci, la patologia di base tornerà a farsi sentire anche più di prima, essendo stata abnormemente sollecitata.

Relativamente ai farmaci, nel trattamento di patologie articolari vengono usati in genere anti-infiammatori ed analgesici, spesso associati tra di loro, nel trattamento di patologie vascolari flebotonici e vasoprotettori, anche questi variamente associabili. Nell'ambito del primo gruppo comunemente possiamo distinguere:

      - farmaci analgesici: sono farmaci che agiscono riducendo o eliminando completamente il dolore, in quanto inibiscono la conduzione del sintomo doloroso nelle vie nervose; quello più comunemente usato è un anestetico locale, la lidocaina, che grazie alla sua composizione chimica aiuta anche gli altri farmaci a "precipitare" in sede ed a localizzare la loro azione;

      - farmaci antinfiammatori: sono farmaci che riducono l'infiammazione locale, agendo sul network citochinico e di prostaglandine normalmente coinvolto nei processi flogistici. Tra i più usati bisogna ricordare il Ketorolac trometamina (commercialmente detto Toradol) indicato nel trattamento del dolore post traumatico di grado moderato, e il diclofenac (con le sue nuove varianti), più indicato nella gestione del dolore cronico. Questi sono comunque degli esempi, in realtà il numero di FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) presenti in commercio è di gran lunga superiore. Molti medici, per aumentare l'azione antinfiammatoria di questi farmaci, tendono ad inocularli insieme a modiche quantità di cortisone, molecola con potente azione antinfiammatoria molto in voga negli anni '70 ed '80. Personalmente, ritengo che l'uso di questo farmaco, soprattutto negli atleti, sia da impedire, in quanto ha controindicazioni importanti, è noto infatti che tale molecola, con potente azione catabolica, negativizza il bilancio azotato, ed è quindi in grado di fare perdere proteine (quindi massa muscolare), stimolando la sintesi del tessuto adiposo, ed oltre tutto stimola il riassorbimento di calcio nella ossa, indebolendole. Utilizzandolo in modo locale, il cortisone può focalizzare la sua azione su di un singolo muscolo od osso, e si può facilmente incorrere, per trattamenti prolungati, nella rottura di un capo muscolare o in una frattura ossea da indebolimento strutturale.

      - farmaci miorilassanti: sono usati in quelle patologie che si associano a contratture o spasmi muscolari riflessi di natura antalgica e sono finalizzati alla riduzione della contrazione muscolare; in questa categoria si inserisce il Tiocolchicoside (commercialmente corrisponde al Muscoril o al Miotens), comunemente usato per lombosciatalgie acute e croniche, torcicolli, sindromi dolorose post traumatiche e post operatorie e in diverse patologie neurologiche.

Nella prassi terapeutica, è sempre più in voga l'uso in mesoterapia di farmaci omotossicologici (omeopatici), generalmente distinti in organoterapici (preparazioni diluite di organi di suino sani e sterilizzati che stimolerebbero il sistema immunitario agevolando il recupero delle strutture tendinee e ligamentose) e policresti (prodotti polifunzionali capaci di riattivare il metabolismo cellulare delle sedi colpite da flogosi). Per correttezza bisogna ricordare l'Arnica, l'Aconitum, l'Hamamelis , che si dice abbiano una forte azione emostatica generale, l'Hypericum ed il Millefolium, con azione emostatica di tipo arterioso, l'Aconitum, la Chamomilla, l'Hypericum con forte azione analgesica. Di fatto, ad oggi non esistono in bibliografia internazionale studi clinici controllati che dimostrano la reale efficacia di questi prodotti.

Quando un atleta, o per impegni agonistici, o per scarsa efficacia delle comuni terapie, tende a ricorrere a questo presidio terapeutico, è opportuno che richieda al medico un certificato che attesti l'avvenuto trattamento ed i farmaci utilizzati, in quanto alcuni di essi sono iscritti nella lista dei farmaci dopanti (ad esempio il cortisone e la lidocaina) ed altri possono falsare positivamente un eventuale test antidoping.

Per cnoscenza, la mesoterapia è più comunemente usata nelle lipodistrofie o pannicolopatie localizzate, termini con cui si indicano tutte le forme di cellulite che possono colpire la donna. La cellulite è una patologia del tessuto adiposo sottocutaneo comunemente determinata da un disturbo del microcircolo, che si manifesta inizialmente con teleangectasie (dilatazioni arrossate dei capillari), fragilità capillare con facile tendenza agli ematomi, ristagno di liquidi e dolore alla compressione delle zone colpite; quasi sempre si associa con una modificazione dell'aspetto corporeo, localizzandosi in genere sui fianchi e sui glutei, e dando al corpo un aspetto "a pera". La lipodistrofia o cellulite è ereditaria e trasmissibile, ha cioè colpito una genitrice o una nonna e si può trasmettere alle proprie figlie, e può evolvere, passando da stadi più semplici a forme più complesse che possono richiedere anche interventi di chirurgia estetica. Il trattamento della cellulite prevede un intervento multifocale, e la mesoterapia con farmaci (siano essi convenzionali od omeopatici) rappresenta un valido supporto ma non esclusivo: i farmaci inoculati in sede (vasoprotettori, alfaadrenergici, diuretici) attivano i processi di riassorbimento del grasso, consentono il drenaggio dei liquidi e irrobustiscono il microcircolo capillare, riducendo quindi il volume della sede trattata.