FAVARA

CENNI STORICI

A 330 metri sul livello del mare, la città di Favara si snoda a ridosso di un sistema collinare a tre punte. La prima di queste colline é quella del Belvedere, la seconda é la Montagnella, la terza prende il nome di Montagna o "muntagnedda" oltre a quello di Caltafaraci. I segni che indicano la presenza di numerosi insediamenti di indigeni che col tempo hanno imparato a coltivare la terra sono tantisimi, prova ne sono la scoperta di alcune tombe e di numerosi vasi (circa 90) fatta casualmente nel 1956 in una cava di pietra (ora sono conservati nel museo di Agrigento). Sono prodotti in ceramica del primo Bronzo (circa 1850-1450 a.C.). Grotte piccole per sepolture e grandi per abitazione si trovano, ancora, in contrada Stefano, nella Rocca Stefano, e poco distanti, in un masso conico enorme, si nota una necropoli del periodo sicano. Nel 6° secolo a.C. i Greci sopraffecero i Sicani. I Cartaginesi prima e i Romani dopo si sostituirono ai Greci dal 210 a.C. al 330 d.C. Dopo vi furono i Bizantini che regnarono fino all'827-828, quando gli Arabi assoggettarono il posto, chiamandolo Fewwar (polla d'acqua) e vi regnarono fino al 1087 (quando vennero i Normanni di Re Ruggero 1°). Ma bisognerà aspettare la costruzione del castello per avere una datazione più precisa dell'insediamento urbano. Il castello fu costruito da Federico 2°, figlio di Federico 1°, tra il 1270 e il 1280 ed è in quegli anni che si sviluppa il paese, il cui nome Fewwar era stato latinizzato in Favara nel 1250. L'antica attività agricola oggi ha lasciato il posto al commercio e allo sviluppo edilizio.

CULTURA E TRADIZIONI

"In Sicilia il passato non è morto, ma ci acompagna e si manifesta nella culla e nella bara, nelle feste e nei giochi, negli spettacoli e in chiesa, nei riti e nelle tradizioni." Lo ha scritto Giuseppe Pitré, storico e filologo palermitano. In effetti ciò che afferma Pitré si verifica puntualmente a Favara, dove la tradizione é rimasta intatta, sempre abbarbicata a radici profondissime. Esempi sono le feste religiose, Pasqua, Natale, Madonna dell'Itria, S. Calogero, durante le quali i visitatori possono vivere momenti di intensa commozione per le rappresentazioni svolte e insieme momenti di autentico divertimento e di spettacolo per i fuochi d'artificio, per i giochi, per le esibizioni di cantanti. La festa di S. Calogero ad esempio è uno di questi momenti. In linea generale gli abitanti del paese sono vivaci, passionali, gentili. Estroversi, rivelano questa loro inclinazione nell'esuberanza dei gesti e delle parole, nella fantasia, ben avvertibile proprio nel fervore popolare che accompagna sempre le cerimonie sacre. Parlando di cultura, poi, non si può non parlare dell'estate favarese, la quale da qualche anno risulta molto ben nutrita e ben organizzata. Piazza Cavour e il teatro "San Francesco" accolgono molto spesso compagnie teatrali, cantautori famosi, gruppi folkloristici, complessi musicali. Chi ama lo sport e le manifestazioni sportive può invece trovarsi coinvolto in uno dei numerosi tornei di calcio, di pallavolo, di calcetto, che si svolgono nello stadio comunale sia in estate che in inverno. In ultimo dobbiamo dire che affabile, il cittadino favarese familiarizza con il turista, cui spesso fa scoprire, con entusiasmo e competenza, le ricchezze artistiche del prorio paese.

DA VEDERE

Come prima tappa consigliamo di andare a vedere il Castello di Chiaramonte. Esso rappresenta infatti uno dei primi esempi dell'arte del '300 in Sicilia, arte che fu detta proprio Chiaramontana perché in quel secolo la famiglia Chiaramonte dette un notevole sviluppo all'architettura siciliana. Il castello ha mura altissime e molto spesse, nella parte sud si entra per un portone a sesto acuto in un cortile ad archi. Purtroppo oggigiorno le strutture del castello hanno subito gravi danni. La mole originaria del castello era più imponente perché comprendeva un altro forte con mura merlate, con 4 torri agli angoli che furono successivamente demolite. Il castello che oggi si può ammirare è solo una parte di quello originario. Si notano un grande portale, tre finestre bifore e una grande finestra rettangolare. Molto bella è la Cappella, espressione dell'arte del sec. 13°, situata al primo piano. Tra le chiese di Favara, oltre la Chiesa Madre, la Chiesa del Purgatorio, la Chiesa di San Nicola, da vedere é quella di Maria SantIssima del Rosario. Costruita agli inizi del 18° secolo é molto ricca di capolavori d'arte e presenta un soffitto ligneo dipinto a cassettoni. Da non dimenticare é anche l'interessantissimo Museo ornitologico Barone Mendola comunale. L'unico della provincia di Agrigento, ha sede al primo piano della biblioteca di Piazza Cavour. Per chi, poi, vuole fare un salto nel passato può recarsi nei quartieri antichi " a Guardia ", " a Cruci ", " e Canali " dove si possono scoprire angoli di vita di una civiltà che oggi purtroppo è scomparsa nelle grandi città.

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