In
una calda giornata di primavera un ragazzo, Giorgio, cammina per una strada di
campagna assorto nei suoi pensieri, scheggiando malinconicamente con un coltello
un ramoscello di albero, senza dare nemmeno un’occhiata in giro qua e là lungo
quel gradevole ed isolato percorso, affaticato anche dal pesante zaino che porta
sulle spalle, procurandogli un copioso sudore che gl’irriga il viso.
Ad
un tratto, non potendone più di quel caldo, decide di prendere la borraccia per
soddisfare il suo bisogno di bere, ma questa è vuota e con un gesto di stizza,
manifestando tutto il suo disprezzo per l’avversità del fato nei suoi confronti,
la butta via calciando furiosamente un sassolino
capitatogli per caso tra i piedi.
Finalmente, dopo un bel po’, sente lo scrosciare invitante delle acque di una
fontana, rincuorato corre, precipitandosi verso di essa e mentre beve scorge una
ragazza (Luna) che faticosamente tentava di porre sulla propria testa un secchio
contenente dei panni da poco lavati.
Colpito dalla sua bellezza, le si avvicina chiedendo:
<<Posso aiutarti?>>. La
ragazza, prontamente risponde: << No grazie, ce la faccio da sola>>.
Giorgio però, visto che la ragazza non riesce nel suo intendo, la esorta
nuovamente dicendole:
<<Aspetta va, che ti aiuto!>>.
Essa
sconcertata, lo fissa per un attimo e con un sorriso che le sfiora le labbra
acconsente, accettando l’aiuto di quello sconosciuto dicendogli: <<Beh! Grazie>>; ed
insieme, lentamente per una strada secondaria, si avviano verso il paese e
durante il tragitto, Giorgio, rompendo il silenzio esistente tra i due, inizia
un breve dialogo chiedendole: <<Ma tu sei di queste parti? Abiti molto lontano?>>.
La
ragazza, vinta la sua timidezza, si presenta al nuovo amico dicendogli: <<Mi
chiamo Luna, sono nata qui e la mia casa non è molto lontana>>.
Giorgio per farle un complimento le dice:
<<Sai, questo è un bellissimo
posto, mi piacerebbe tanto abitarci>>.
E
Luna: <<Si è bello, ma alquanto monotono>>; e seguitarono così, finché giunsero
all’ingresso del paese, dove vedono un ragazzo poggiato ad un palo, che fuma
tranquillamente una sigaretta. Luna, riprendendosi il secchio, dopo una breve
pausa di riposo, conclude: <<Beh! ora devo andare, vedo che c’è qualcuno che mi
aspetta, ti ringrazio molto per il tuo aiuto. Ciao Giorgio!>>.
Giorgio, con un po’ di delusione, le risponde:
<<Arrivederci>>.
Luna si
avvia verso quel ragazzo, lasciandosi indietro Giorgio, che la fissa con gran
meraviglia. Vuole seguirli, ma si trattiene, pensando che quella ragazza,
d’altronde, non può rappresentare nulla per lui.
Tornato ai suoi pensieri, stanco del caldo e del lungo cammino, si
assopisce all’ombra di un albero e pensa.
Pensa
al giorno in cui conobbe la sua ragazza, a quelli successivi pieni di felicità
trascorsi a vagabondare ed a correre per la spiaggia del suo paese: tutto era
bello a quel tempo, finché un giorno, un brutto giorno, scopre che lei lo
tradisce con un altro.
Rattristato da quel brutto ricordo, non riuscendo a dimenticarla, cerca di dare
sfogo alla sua solitudine e malinconia scrivendo una poesia.
Allora caccia fuori dal suo zaino un block notes, una penna ed inizia a
scrivere:
Eri lì seduta,
vicino alle piccole onde
del mare,
pensierosa e triste,
ma la tua tristezza
passò veloce come un alito
di vento,
perché inebriata dall’amore
ch’io ti recavo.
Anch’io ero triste
prima d’incontrarti!
La mia vita non aveva
nessun significato: scialba
con tanti ricordi di dolore
e senza sogni d’amore.
Poi tutto finì;
ed io ritorno spesso lì.
Li ove eri seduta,
su quei granelli di sabbia
ch’erano divenuti il nostro
mondo.
Tu non sei più là
e la spiaggia vuota,
deserta, desolata,
è morta senza te.
Nel più
bello un ragazzo un po’ distante con voce forte grida: <<Ciao!>>.
Giorgio, tutto preso dallo scrivere ed ignaro di quello che gli si prospetta per
l’immediato futuro, quasi automaticamente rispose ciao.
Ma
ritorna subito in se e s’accorge che il saluto proviene, non dalla sua fantasia,
bensì da un ragazzo che gli chiede: <<Senti, sei pratico del luogo?>>.
<<Si, sono
di queste parti – rispose il ragazzo – perché?>>.
E
Giorgio: <<Sapresti indicarmi una locanda per mangiare e dormire, ed un posto
per lavorare?>>.
Il
ragazzo risponde con enfasi: <<Per mangiare, se vuoi, puoi venire a casa mia, ma
per il lavoro non saprei>>.
Giorgio, in un primo momento, rifiuta dicendogli: <<No grazie,… devo trovare un
lavoro prima>>.
Ma il
ragazzo insiste e rinnova il suo invito: <<Dai, accetta di restare a pranzo con
me, mi faresti tanto piacere>>.
Giorgio
non vorrebbe, però spinto dalla bontà del nuovo amico, acconsente e dice: <<Beh!…se non disturbo accetto volentieri>>.
Mentre
si avviano verso casa, il ragazzo si presenta a Giorgio dandogli la mano: <<Io
mi chiamo Giovanni e tu? Non sei del luogo, vero, non ti ho mai visto? Da dove
vieni?>>. Giorgio con un po’ di malinconia gli risponde: <<Mi chiamo Giorgio, e non
sono della zona. Vengo da Torre Vecchia. Tu invece abiti qui con la tua
famiglia?>>. Giovanni: <<Si abito con i miei fratelli, poiché i miei genitori sono
morti anni fa>>.
Giorgio
rammaricato dice: <<Mi dispiace tanto!>>.
Intanto
i due arrivano a casa e Giovanni chiamando il fratello, salutandolo, gli dice:
<<Ciao Luca, ho portato un amico, te lo presento si chiama Giorgio>>.
Luca
rivolgendosi a Giorgio dice: <<Molto lieto di conoscerti, io mi chiamo Luca>>.
Giorgio
che lo aveva riconosciuto, in quanto lo aveva visto aspettare Luna, gli risponde
cordialmente: <<Molto piacere!>>.
Giovanni, rompendo l’imbarazzo che si era creato, riprende: <<È qui in cerca di
lavoro e vedendolo tutto solo, ho pensato di invitarlo a pranzo>>. Luca, non
sapendo cosa dire, forse perché anche lui lo ha riconosciuto, risponde al
fratello: <<Oh!.. si…hai fatto bene! Venite in cucina, è già pronto>>.
A
tavola, fra una pietanza e l'altra, parlano del più e del meno, scherzando e
ridendo.
Il
pomeriggio, poi, escono insieme a fare una passeggiata nel bosco e ad un tratto,
Luca rivolgendosi al fratello dice: <<Giovanni, non credo che ti sei dimenticato
di avvertire gli amici della festa di domenica?>>. Giovanni, battendosi la
fronte con le mani esclama: <<Porca bolletta!… Mi sono proprio dimenticato:
lasciamo tutto e andiamo>>.
Dopo
averci pensato quel tanto che basta a far sembrare più accorato l’invito,
Giovanni rivolgendosi a Giorgio, gli dice: <<Perché non resti anche tu per
domenica? È il mio compleanno; mi farebbe tanto piacere>>.
Anche Luca, lo esorta dicendo:
<<Dai,
... su, ... rimani!>>. Giorgio non sa cosa
rispondere, poi si decide ed amichevolmente li assicura: <<Ma si, che resto!>>.
Arrivati in paese, si dirigono verso la locanda, dove vi trovano gli amici e li
avvertono della festa che hanno programmato.
Dopo
essere stati un po’ in loro compagnia, vedono che le ultime luci del tramonto
lasciano il posto alla sera, si apprestano a tornare a casa per prepararvi la
cena.
Poco
dopo si odono dei passi e Giovanni esclama: <<Oh! finalmente! Giorgio vai ad
aprire per favore>>.
E lui,
che stava strimpellando la chitarra, risponde: <<Vado subito>>.
Come
aprì la porta, con sorpresa, vede sulla soglia Luna: rimasti entrambi
stupefatti nel rivedersi, restano immobili a guardarsi. Luna, nota l'imbarazzo in cui si trova Giorgio rompe il silenzio con un semplice:
<<Ciao>>.
Anche
Giorgio, rallegratosi per la sua presenza, risponde: <<Ciao>>.
Prontamente Luca, rivolgendosi a Luna la saluta:
<<Ciao, ti presento un amico
che sarà nostro ospite>>. In quell'attimo la ragazza, divisa fra lo stupore ed un moderato
imbarazzo, dice a Luca: <<Mi fa molto piacere>>.
Il
loro dialogo è interrotto dall’esortazione di Giovanni che li invita a mettersi
a tavola dicendo: <<È pronto>>.
Mentre
sono a tavola, dopo un lungo periodo di silenzio, Giorgio si rivolge
agli amici dicendo: <<Mi dispiace molto di arrecarvi tutto questo fastidio,
spero di non…>> e
non riesce a terminare la frase che subito viene interrotto da Giovanni: <<Ma
no, non dire così. Ci fa molto piacere la tua presenza e siamo ben lieti che tu
sia capitato tra noi>>.
Luca
da parte sua, leggendo sul viso di Giorgio l’imbarazzo ormai evidente, lo
conforta invitandolo a bere: <<Su! facciamo un brindisi a conclusione di questa
bella serata... ed a cosa brindiamo? >>, dissero quasi in coro tutti i suoi
nuovi amici.
<<Alla nostra amicizia>> dice Luca abbracciando Giorgio, e, dopo aver
sparecchiato, vinti dalla stanchezza, ognuno di loro va a dormire.
L’indomani, Giovanni e Luca
vanno a lavorare, mentre Giorgio e Luna, rimasti
soli, s’incamminano per i campi, chiusi nel loro abituale grande silenzio
finché la ragazza gli chiese: <<A cosa pensi?>>. E Giorgio: <<A niente>>.
Luna però, vedendo che è giù di morale, insiste: <<Come niente, vedo che sei
triste>>. A questo punto entrambi si guardano negli occhi e Giorgio, spinto dal
sentimento che prova per lei, accarezzandola le dice: <<Un tempo volevo bene ad
una ragazza, l’amavo veramente e sinceramente; credevo in lei e nel suo amore
verso di me per sempre. Purtroppo un giorno tutto finì, quando la vidi baciarsi
con un altro.
Ora
sono innamorato di te:
ti
voglio bene.
Nessuno riuscirà mai a staccarmi da te;
nessuno potrà
cancellare le sensazioni
di quel nostro primo incontro.
Adesso che ho trovato
il coraggio di dirtelo
in questo luogo romantico,
dimmi che mi vuoi un po’ di bene>>.
Luna,
con gli occhi lucidi ed un colorito pallido per l’emozione, dopo quella
dichiarazione di Giorgio, sente il cuore battere a mille, quasi uscirgli dalla
gola, e con la voce rotta dalla commozione risponde: <<Giorgio, anch’io credo di
amarti e voglio vivere per sempre accanto a te, dimentica il passato, ci sono io
e quel vuoto che si è creato in te, sarà colmato dal mio amore>>.
E
Giorgio, amareggiato: <<Si, per te è facile dire dimentica, non è facile per chi
come me ha tanto sofferto. Forse col tempo, chissà se ci riuscirò>>.
Dopo
gran parte della giornata trascorsa a camminare mano nella mano, Luna guardando
l’orologio dice: <<È tardi, torniamo a casa>>.
La
domenica in casa di Giovanni tutto era pronto per la festa, quando ad un tratto
si sente bussare. Luna va ad aprire e sulla porta si trova faccia a faccia con
Patricia: l’ex ragazza di Giorgio, che lo cerca dicendole: <<Ciao, c’è Giorgio?
Sono la sua ragazza>>. Luna, intimorita dalla presenza di Patricia e spinta dal
sentimento per Giorgio, risponde seccamente: <<No, non c’è>>.
Nel
frattempo, arriva Giorgio che cerca Luna. <<Luna, sei… e tu cosa fai qui?>>.
Alla
vista di Giorgio, Patricia le si getta subito al collo dicendogli: <<Amore mio,
finalmente ti ho ritrovato, ti voglio ancora bene, ti prego vieni via con me>>.
Giorgio inflessibile la respinge dicendole:
<<Vai via, non c’è più posto per te
nella mia vita, anche se ti ho voluto bene, ormai tutto è finito. Ho sofferto
molto, ma adesso vattene, lasciami in pace>>.
Dopo
prende Luna per la mano e vanno a ballare. Patricia, rimasta sola sull’uscio,
piange e poco dopo va via.
Il
giorno dopo, Giorgio e Luna camminano lungo una stradina del luogo, che
costeggia un lago, e Luna rivolgendosi a Giorgio le dice: <<Non credi di essere
stato troppo duro con lei?>>. Giorgio con tono deciso risponde: <<Si forse lo sarò
stato, ma giustamente; come già ti ho detto, le volevo bene veramente ma la
lasciai, anche se ne soffrii molto, e tutto il mio amore per lei svanì nel nulla. Ieri
nel rivederla, ho provato soltanto tenerezza, ciò che è stato è stato e
pertanto…>>.
Giorgio interrompe subito il dialogo nell’apprendere da alcune persone la
notizia dell’incidente che causò la morte di Patricia.
Si
commuove e piange; Luna lo conforta: <<Non piangere ci sono io accanto a te, ed
accanto a me potrai rivivere i giorni felici trascorsi insieme a lei>>.
Giorgio, asciugandosi le lacrime, abbraccia Luna dicendole:
<<Con te, anzi,
vicino a te ho ritrovato la mia felicità. Ti
amo e ti amerò sempre>>.
E
mano nella mano andarono incontro al loro destino seguitando per un lungo
sentiero, in un altro caldo giorno di primavera.
Ora,
qualcuno dirà:
<<di
tutto questo racconto
non
rimane che una serie
di
frasi fatte, o stupide secondo altri,
che
appena s’iniziano a leggerle
sono
già belle che finite>>.
Ma
io vi dico che
dalla
sua trama,
dai
giorni di ieri
fino a
quelli di domani,
una
cosa sola rimane
al di
sopra di ogni fredda ragione:
l’amore,
l’unico sentimento
che dà
le ali a coloro
che
vengono colpiti
dalle
frecce scoccate
dall’arco di Cupido,
quando
penetrano nel più profondo
di due
normalissimi cuori
che si
scambieranno
fra
loro tenere e calde effusioni.
“Ricordatevi allora,
che non
sono frasi sbiadite,
bensì
frasi scritte
con
l’inchiostro del cuore".
FINE
Giuseppe Papa
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