RELAX

         Luigi, u’ dutturi 

         Era un impiegato comunale che aveva sempre la battuta pronta. Sono rimaste famose le sue trovate e i suoi racconti. Qui se ne riporta qualcuna:     

                                            

          Luzzo pittore 

         Un onorevole di Cosenza incaricò Luigi "u’ dutturi" di trovargli qualcuno che pitturasse la sua villa al mare.

         Luigi: "Avvucà, a casa vostra a facim’ pittà allu Luzzu".

         L’onorevole: "Luigi, ma è un buon pittore?".

         Luigi: "Azzu cosa fina… ha pittati tutti i putii di Diamante".

        La battuta finale giocava tutta sul doppio significato della parola pittare che in dialetto significa dipingere, ma anche truffare, non pagare.

  

           La bistecca alla frik 

          Luigi raccontava sempre che una volta Arlindo un suo vecchio amico, andò in un ristorante romano e ordinò una bistecca alla frik (piccante ai peperoncini).

          Mangiando, gli occhi cominciarono a lacrimargli abbondantemente.

          Un signore romano, seduto accanto a  lui gli chiese il perché piangesse.

         Ed Arlindo per nascondere il fatto che la bistecca era piccante e che come calabrese non avrebbe fatto una belle figura disse: "Sa, ogni volta che mangio la bistecca alla frik mi viene in mente la buon’anima di mia madre che me la cucinava spesso, e allora mi commuovo…..". Il romano che non aveva ancora ordinato il secondo, pensò di fare cosa gradita ad Arlindo, ordinando anch’egli la stessa bistecca. Naturalmente, dopo un po’ anche il romano cominciò a lacrimare abbondantemente. Al che Arlindo, gli chiese come mai lacrimava anche lui, e il romano gli rispose:" Perché me viene a mente quella gran… di tua madre!". 

 

          A’nzalata 

          Luigi raccontava spesso che durante la guerra la sorella Maria Stella gli lasciava la cena pronta sul tavolo in un piatto coperto da un altro piatto (u’ piatt’ cupputu). E ogni sera vi trovava sempre  ‘nzalata di pimmadori.

          Ogni siraraccontava u’ dutturi – mi ricogli sembre speranza ca truvu natru mangià….macchì! Trizziu  chianu chianu u piattu da supramalanova! A’nzalata di pimmadori, sembrenzalata di pimmadori!!". 

 

          Fichi secchi 

          Durante la guerra a Diamante si soffrì, molto la fame. E non c’era ragione di vergognarsi a chiedere qualcosa da mangiare a chi ne aveva.

          Luigi u’ dutturi e Pitruzzo a’ siccia, una sera a casa di un benestante, ebbero come ricompensa per un servizio fattogli, una mangiata di fichi secchi che allora si tenevano in grossi bauli di legno. Guardandoli bene erano sporchi, pieni di polvere e di capelli…

          Pitruzzo a' siccia: "Ohi Lui’ e china sa mangia stà porcaria?".

          E Luigi che non mangiava da due giorni: "Pitrù u? sai chi facimi? Ammurtama a’ lucia… e ni mangiami…!". 


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