Oskar
Klein fu il figlio minore di una famiglia ebraica di origini svedesi. Il padre
Gottilieb Klein ricevette la sua laurea da Heidelberg e si trasferì in Svezia
nel 1883. Evidentemente egli tramandò l'interesse per lo studio al suo giovane
figlio cosicché egli si interessò già da bambino di biologia e scienze. Intorno
ai quindici anni i suoi interessi si spostarono sulla chimica e nel 1910 entrò
nel laboratorio del Nobel Institute. Qui egli sviluppo delle ricerche nel campo
sella solubilità dei materiali e pubblicò il suo primo articolo nel 1912 sulla
solubilità dell'idrossido di zinco. Questo avvenne nello stesso anno in cui
egli terminò la sua educazione secondaria.
Venne successivamente la sua istruzione universitaria chiamato a lavorare
a Parigi, ma lo scoppio della prima guerra mondiale, e la sua chiamata alle
armi, bloccarono questo suo viaggio. Dopo la guerra tornò a lavorare a Stoccolma.
Nel 1917 incontrò colui che sarebbe diventato il suo più importante collega
e amico Niels Bohr. Iniziò a lavorare per lui a brevi periodi a Copenaghen
tornando comunque sempre a Stoccolma. Nel 1920 si trasferì definitivamente
a Copenaghen.
Dopo una serie di incontri con statistici e matematici, che lo iniziarono
ad uno studio più matematico mentre egli iniziava già ad interessarsi di
filosofia materia su cui scrisse un trattato semi-popolare che appariva
come una un'obiezione alla teoria della relatività proposta da alcuni filosofi
svedesi.
Nel 1923, dopo essersi sposato, si trasferì nel Michigan dove divenne professore
dell' University of Michigan. Qui dopo una serie di primi studi in nel campo
della fisica nel 1924 decise di seguire un corso di elettromagnetismo che
gli permise di intraprendere una serie di studi sulla combinazione dei campi
gravitazionali e elettromagnetici.
Negli anni successivi egli intraprese una brillante carriera universitaria
e portò avanti diversi studi sulla conduttività e nel campo della fisica
teoretica. Lavorò spesso a Copenaghen e collaborò anche con studiosi giapponesi.
Oskar Klein morì a Stoccolma dopo essersi dedicato, negli ultimi anni della
sua vita, all'interesse per la filosofia e in particolare alle analogia
tra scienza e religione.