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Ricerca della classe 3E

Con la guida della prof.ssa Maria Antonietta Cascino

e la collaborazione della prof.ssa Irene Ferrera

 

 

UN CASUALE INCONTRO CON

Francesco Paolo Frontini

 

 La 3°E della scuola media statale L. Capuana- Pirandello è andata al cinema insieme a tutte le classi del suddetto istituto per assistere alla proiezione i "Cento Passi" di Andrea Giordana.

All'uscita gli alunni, emozionatissimi, non smettono di parlare e l'insegnante non riesce a farli rimanere ordinati in fila.

 

Raimondo- Professoressa, per favore, non andiamo subito a scuola!

Prof.- Ma che novità è questa?

Raimondo- C'è una bella giornata, abbiamo bisogno di prendere una boccata d'aria.

Prof.- Ma lo farete dopo le lezioni.

Bruno- Ma almeno ci faccia allungare un po', se percorriamo la Via Etnea arriviamo subito.

Francesca- Potremmo attraversare la Villa Bellini e uscire dall'altro lato.

Cristina- La prego, le promettiamo che quando saremo in classe staremo attentissimi.

Prof.- E sia, andiamo.

Raimondo- Luca ed io faremo i capofila e vi guideremo. Saliremo fino al grande piazzale, attraverseremo il viale degli uomini illustri ed usciremo su piazza San Domenico.

Luca- Professoressa, a proposito di uomini illustri, lo sa che sono tutti senza naso?

Alice- Come senza naso?

Prof.- State attenti per ora. Attraversiamo sulle strisce pedonali e poi, una volta dentro la villa, ne parleremo.

I ragazzi attraversano, salgono la comoda scalinata e si fermano davanti alla vasca centrale dove sovente stazionano cigni e anatre.

Alessandra- Adesso ci spieghi cos'è questa storia dei nasi.

Luca- Ma da dove vieni tu? È possibile che non sia mai entrata alla villa e non ti sia accorta che i vandali hanno sporcato e imbrattato le statue e poi con qualcosa di pesante hanno rotto tutti i nasi?

Alessandra- No, ma che inciviltà!

Alice- Non sanno che è patrimonio di tutti e che va tutelato. A parte il fatto che non capisco che piacere possano provare a distruggere tutto.

Marcello- Ma quelle di bronzo, però, non le hanno rovinate, in quelle i nasi non si possono staccare.

Giorgio- No, quelle non le hanno toccate.

Prof.- Intanto ragazzi cominciamo ad andare, non possiamo attardarci per troppo tempo. 

Gli alunni,ordinatamente si avviano lungo il vialetto tortuoso, attraversano il grande piazzale e ammirano alla loro sinistra il vulcano che si staglia maestosamente contro il cielo terso. La sua cima ha un cappuccio di neve. È un magnifico spettacolo da guardare. Camminano lentamente assaporano il piacere di essere all'aperto ed intanto chiacchierano col compagno o la compagna che sta loro accanto.

Quand'ecco Raimondo che insieme a Luca guida i compagni, si blocca di botto e così fanno tutti gli altri.

 

Raimondo- Professoressa, va bene i nasi, ma qui c'è un piedistallo senza niente sopra. Avevamo detto che i busti di bronzo non correvano pericoli ed ecco che invece di ritrovarsi senza naso, spariscono del tutto.

I ragazzi sciolgono la fila e si riuniscono intorno al pilastro.

 

Alice- Ma guarda, è rimasta un poco di lega.

Francesca- Ma come l'hanno staccato?

Cristina- Forse avevano la fiamma ossidrica.

Giorgio- Ma che dici?

Marcello- Ma intanto leggiamo il nome, almeno apprendiamo chi c'era quassù. Frontini.

 Luca A.- Professoressa, ma chi è? Non l'abbiamo studiato.

Prof.- Un musicista.

Bruno-Come musicisti catanesi conosciamo solo Bellini.

Prof.-Vincenzo Bellini è stato un grande, ma non il solo catanese ad aver scritto della bella musica. In questo momento oltre Frontini, di cui mi avete chiesto, mi vengono in mente Coppola, Pacini, Sangiorgi, Antonio Savasta, lo stesso padre di Francesco Paolo, il maestro Martino Frontini.

Carmelo-Allora il busto rubato è quello di Francesco Paolo? Qui non c'è scritto.

Prof.-Si, si chiama proprio così.

Carmelo- Ma, lei, non è insegnante di musica, come le sa tutte queste cose?

Prof.- A parte il fatto che una professoressa di Italiano può anche saperne di musica e viceversa, io, in particolar modo, sono amica della nipote di Frontini che porta il nome di due sue composizioni.

Carmelo- E come si chiama?

Prof.- Elsie Gloria.

Giorgio- Ma allora ci può raccontare tutto di lui, anche quello che non si trova sui libri.

Prof.- Beh! Prima dovrò chiedere alla mia amica di mettermi a disposizione il materiale in suo possesso: ritagli di giornali, fotografie, spartiti, locandine e quant'altro possa servire per saperne di più su suo nonno.

Luca A.- Mentre c'è, le chieda una foto della statua che c'era qui, se per caso ce l'ha. Sono proprio curioso di vederla.

Vanessa- Ma cosa se ne dovevano fare quelli che l'hanno portata via?

Bruno- Come sei ingenua! L'avranno venduta in qualche mercatino dell'antiquariato, possibilmente lontano da Catania ed ora è nello studio o nel salotto di qualcuno che la mostra agli amici come suo antenato.

Luca- Ma chi le racconta tutte queste cose?

Bruno- L'ho sentito dire ad alcune persone in piazza Carlo Alberto una domenica mattina. Sai che c'è il mercatino delle cose vecchie? Ebbene, questi discutevano se comprare un ritratto di un signore anziano per appenderlo in casa e farlo passare per loro parente.

Alice- Ma sicuramente scherzavano. . .

Bruno- Ma quando mai!

Prof.- Ragazzi basta. Torniamo a scuola. Domani vi prometto che vi porterò tanto materiale e così ci divideremo i compiti, leggeremo i documenti ed ognuno di noi relazionerà a tutti gli altri. La ricerca che ci apprestiamo a fare la inseriremo su Internet, così porteremo a conoscenza di un più vasto pubblico il mistero del busto scomparso e la storia di Frontini.

Il giorno dopo gli alunni arrivano in classe contenti anche perché sanno che invece dell'analisi del periodo dedicheranno il loro tempo a curiosare ed a sbirciare nella vita e nei segreti di un uomo per loro ancora misterioso.

 Prof.- Buongiorno ragazzi, come potete vedere ho qui due pacchi di roba: ritagli di giornali, fotografie, libretti e spartiti. Ora vi dividerò un po' il materiale.

Raimondo e Alessandra faranno ricerche sulla vita del compositore, Alice e Cristina, voi leggerete "Nella" e "MedioEvo", Luca A. e Carmelo, "Il Falconiere", Luca C. e Francesca, "Malia". A Giovanni ed a Rosario affido il compito di elencare tutti i giornali italiani e stranieri che hanno parlato del Maestro, mentre Vanessa e Mario cercheranno i titoli delle canzoni siciliane e delle ballate italiane e straniere.

Marcello e Giorgio, mi raccomando, leggete, se ne trovate in mezzo a questi ritagli, le lettere dei suoi amici più illustri, scegliete le poesie dedicate a Francesco Paolo dai suoi ammiratori, le curiosità e le fotografie e gli aneddoti che vi sembrano più adatti a farci conoscere meglio il carattere ed il profilo dell'uomo.

Bruno- Ed io che faccio?

Prof.- Tu mi parlerai di tutte le altre composizioni.

Gli alunni si mettono al lavoro e la mattina trascorre fra "Oh!"; "Ma guarda che ho trovato!"; Professoressa legga qui." "Giorgio questa caricatura fa morire dal ridere, è ridicola"; "Com'è interessante! Anche a quei tempi si facevano gli acrostici…" ed ancora esclamazioni di sorpresa e commenti più o meno brevi su tutto quello che leggono.

Per tutta la settimana durante le ore in cui c'è l'insegnante di lettere si continua a spulciare, a prendere appunti e finalmente i ragazzi si dicono pronti ad esporre quello che hanno appreso. Inizia allora il momento più elettrizzante in cui ognuno sa che verrà ascoltato perché conosce particolari che gli altri ignorano.

E un lunedì mattina…

 

Prof.- Bene, ragazzi, possiamo cominciare. Alessandra…

Alesandra- Fracesco Paolo Frontini naque a Catania il 6 Agosto 1860 dal cavaliere Martino e da Angela Senia, in quella terra che ha dato all'Italia eletti e sublimi ingegni. I suoi primi passi sono stati felicissimi. Egli ha studiato i celebri compositori di musica ed ha cercato le sue ispirazioni nella bellezza della nostra città, nel profumo dei nostri fiori, nelle passioni del nostro cuore.

Luca A.- Come sei poetica!

Raimondo- I suoi primi istitutori furono il padre Martino anch'egli compositore, molto conosciuto in Sicilia, il violinista Santi D'Amico da cui apprese il pianoforte, l'armonia, il contrappunto e il sacerdote Salvatore Nicosia, maestro di canto.

Alessandra- Partecipò al suo primo concerto di flauto nel Settembre del 1874 tenutosi nel Palazzo di Città.

Rosario- A proposito di questo abbiamo trovato la locandina ed un articolo della Gazzetta del Circolo dei Cittadini di Catania "In questa occasione abbiamo avuto agio di sentire il ragazzo Francesco Frontini, figlio del maestro Martino eseguire due pezzi su violino, con molto gusto e nettezza. E' allievo del bravo violinista signor D'Amico e siamo certi che quel giovinetto proseguendo con amore i suoi studi, si formerà un valente artista"

Da allora anno per anno il giovane si fece notare. Sue notizie continuarono ad apparire sulla Gazzetta, mentre quattordicenne frequentava il Reale Conservatorio di Palermo.

Giovanni- Si, è vero!

Alessandra- A quindici anni entrò al Conservatorio di musica di Palermo dove proseguì gli studi sotto la direzione del maestro Platania. Sempre a quell'età scrisse un "Qui tollis" per tenore che il celebre maestro P.A. Coppola…

Cristina- Professoressa c'è la via Coppola, è dedicata a lui?

Prof.- Si certo, ma per favore non interrompete. Alessandra, continua…

Alessandra- Dicevo che il maestro Coppola lo eseguì insieme ad una messa di gloria scritta espressamente per la festa di Santa Cecilia a Catania. Nel tempo stesso il Frontini che veniva festeggiato nella più alta società di Palermo e incoraggiato da tutti i giornali, fu nominato, sebbene giovanissimo, maestro in quel Conservatorio.

Non potendosi adattare alla vita di Collegio perché il suo spirito appassionato aveva bisogno di spaziare in più larghe sfere, se ne andò a Napoli nel 1878 a studiare composizione con Lauro Rossi.

Raimondo- Anche io ho letto qualcosa su questo. Il mio articolo dice così: "Nel Luglio del 1878 lasciò Palermo perché ebbe un annuo assegno municipale che lo condusse a studiare a Napoli e precisamente nel Conservatorio di S. Pietro a Maiella sotto la direzione dell'illustre Lauro Rossi. A Napoli iniziò a comporre delle melodie e nel 1879 la casa editrice Lucca gliele pubblicò".

Rosario- Si, è vero. C'è un trafiletto sul "Pungolo" di Milano. "La casa editrice Lucca ha pubblicato quattro melodie per canto e pianoforte di Francesco Paolo Frontini. L'autore è un giovane siciliano della patria di Bellini e allievo dell'illustre maestro e compositore Lauro Rossi".

Giovanni- Ed a proposito di quest'ultimo qui c'è scritto: "Gli è stato amoroso maestro e lo ha sapientemente avviato nel cammino dell'arte. E il caro giovane ha mostrato coi fatti d'aver saputo apprezzare tanta fortuna cominciando prestissimo a comporre in bel modo e riuscendo dopo pochi anni di studio a scrivere un'opera".

Vanessa- Professoressa prima ha scritto altre cose.

Prof.- Va bene, ascoltiamo…

Vanessa- Nell'Agosto del 1879 una composizione musicale: "L'Eco di Catania". Nel Settembre del 1879 quattro melodie per canto e pianoforte. In Ottobre, la presentazione dell'Opera "Nella" ed in Novembre "Pensiero Religioso" per organo ed armonium, lavoro dedicato dall'Autore a S.E. Monsignor Benedetto Dusmet arcivescovo di Catania.

Mario- R. Sciuto scrive: "La sua musica si fa capire da tutti. In questi tempi in cui si tira a copiare ed imitare il Wagner è difficile trovare una musica semplice ed ispirata.

Prof.- Interessante. Ora parliamo della "Nella". Cominciamo col dire che è un melodramma in tre atti di E. GOLISCIANI. Alice, tocca a te.

Alice- Nella è la figlia di un pescatore di nome Gennaro. Poiché la barca dove si trova il padre è in mezzo alla tempesta ed in grave pericolo, la giovane promette il suo amore al marinaio Renzo purchè corra a mettere in salvo il suo parente.

Cristina- Ella gli da in fede un anello ed egli la ricambia con un altro pegno. Renzo riesce a salvare Gennaro e l'imbarcazione. Fra i superstiti c'è anche Alberto, un giovane patrizio veneto che Nella conosceva da più di un anno ed amava segretamente. Allora dimentica della promessa fatta a Renzo, ricomincia la relazione con Alberto.

Alice- Intanto fra le mani della giovane capita una lettera della madre di Alberto in cui la nobildonna biasima la condotta leggera del figlio e chiama vile, la fanciulla. Nella se ne addolora e spinge l'amante a tornare dalla madre.

Cristina- Ma appena Alberto parte, si pente di averlo lasciato andare e disperata e ferita per quello che ha fatto, vaneggia e delira presso uno scoglio.

Alice- Giungono, intanto, Gennaro e il fido Renzo e fra le loro braccia, esausta, si spegne.

Giovanni- Mamma mia, che storia tragica!

Luca A.- Non sai che le opere liriche si chiamano melodrammi e finiscono con qualche morto?

Cristina- Per una malattia del tenore l'opera non venne rappresentata nella stagione 1879-80 come era stato concordato con l'impresa Benenati e fu poi inserita in cartellone nel periodo Carnevale-Quaresima del 1880-81.

Il Municipio di Catania fece un'offerta all'impresa Tavassi che accettò di presentare due nuove opere, per quella stagione e "I promessi Sposi" di Ponchielli e la "Nella" di Frontini ebbero il loro battesimo al Comunale di Catania nel 1881.

Alice- L'opera ebbe molto successo. Frontini fu osannato, fatto oggetto di poesie e madrigali che letterati del tempo gli dedicarono.

Rosario- Professoressa qui c'è un acrostico………aspetti, aspetti ho trovato tanti versi dedicati al Maestro.

Prof.- Mostramene un paio.

Prof.- Riconoscete gli acrostici? Ricordate? Ve li ho fatti fare in prima media.

Luca C.- Professoressa ora provo anch'io a farne uno su Frontini.

Prof.- Più tardi, adesso dobbiamo completare il discorso sulla "Nella".

Alice- L'opera fu presentata nel mese d'Aprile.

Bruno- Nell'Agosto del 1882 il Maestro registra un nuovo successo con il "Sansone", un'azione biblica in tre parti, mai rappresentata. Poi scrisse "Aleramo", opera in un prologo e tre atti anche questa non rappresentata.

Vanessa- Ma come fa a registrare un successo se non è mai stata rappresentata?

Bruno- L'avrà fatta sentire a pochi intimi ed avrà suonato alcune parti al Conservatorio.

Giovanni- No, il Sansone è stato ascoltato tante volte, in Piazza Università per le feste di Sant'Agata, tant'è vero che la "Gazzetta" di Catania dice: "Il Sansone è un lavoro di polso, specialmente dal lato strumentale, però non mantiene sempre le note scritte per la musica sacra; il Maestro si scioglie dalle pastoie per dare maggiore slancio alla sua giovane fantasia".

Bruno- Nell'Aprile del 1883 compone un pensiero musicale intitolato "Charitas" musica per pianoforte, per gli infelici inondati dell'alta Italia e pubblicato dall'editrice Lucca.

Luca A.- Sempre nello stesso mese va a Milano dove la sua musica è apprezzata.

Bruno- Nel Settembre dello stesso anno scrive delle bellissime romanze edite dalla Ricordi: "Il Canto di Ebe", "Paggio e Regina", "La Fanciulla e il Pesce", "Bella è la Notte", "Voga, Voga". Il Frontini sa anche scegliere i poemi da musicare. Il "Canto di Ebe" è tratto dal "Lucifero" di Mario Rapisardi.

Prof. – Questa è una delle sue più belle melodie. La ballata "Paggio e Regina" su versi di Arrigo Heine; bello è il canto popolare slavo "La fanciulla e il Pesce". Questo pezzo ha un’impronta orientale e ci trasporta vicino ad una spiaggia bosniaca.

Bruno – "Bella è la notte" e "Voga, Voga" sono: la prima, una serenata su versi di G. Monterosso e la seconda, una barcarola su versi di V. Pecorella.

Giorgio - Nel Settembre del 1883 ebbe l’incarico dalla casa Ricordi di raccogliere e trascrivere le Melodie popolari siciliane. Ed egli riordinò con il titolo "L’Eco della Sicilia" cinquanta canti popolari siciliani con interpretazione italiana.

Per questa occasione G. Pitrè gli scrisse una lunga lettera che finiva così: "….lasciate caro Frontini che io mi rallegri con voi ed abbiatemi con affetto di stima. Tutto Vostro. G. Pitrè".

Giovanni - Nel 1884 Frontini musicò, dietro permesso dell’autore, i versi di E. Zola "Le Nivage" e gliene inviò una copia e lo scrittore gli rispose con questa lettera:

 

Mèdan 12 Novembre 1884

Monsieur,

J’ai enfin recu votre morceau de musique, et je vous envoie tous mes remerciments et toutes mes felicitations. Votre mèlodies est charmante et d’un caractére èlevé, qui emporte trés haut les médiocres vers de ma jeunesse.

Veuillez agrèer, monsieur, l’assurance de mes meilleurs sentiments.

Emile Zola

 

Mario - Sempre nell’884 videro la luce tante melodie, canzoni e ballate fra cui "Una Suonata di Beethoven", "Sogno Malese", "La Cieca", "Sérènades de Burgmein".

Raimondo - Professoressa, scusi se interrompo. Leggo qui qualcosa…. Mario ha dimenticato di dire che nel 1881 ha scritto una "Marcia Trionfale" dedicata a S.M. il Re d’Italia.

Il mondo artistico di Milano scrive: "Fra le marce più o meno trionfali che escono alla luce del sole, quella del maestro Frontini è una delle migliori per giustezza di carattere e per bontà di fattura. Il motivo principale in La bemolle è bello, veramente solenne e vi è ingegnosamente intrecciata la Fanfara Reale.

 Prof. – Si, infatti, ci sarebbero tanti altri passaggi che sono stati saltati, ma l’importante è non dimenticare di parlare delle opere più importanti. Non possiamo elencare tutto. Pensa che fra marce, ballate, canzoni, melodie ha scritto più di duecento pezzi. Solo i frutti della sua giovinezza, come è stato detto, furono un quartetto in do minore, l'ouverture orchestrale di "Spartaco", le opere "Nella", "Aleramo", "Sansone e Dalila". Scrive un giornale dell’epoca "L’Arte Illustrata" di Catania:"Frontini ci ha dato dei pezzi orchestrali e per piano in cui si vede intimamente e sommessamente palpitare un sentimentalismo dolce e melanconico che mai genera stanchezza e mai cade nel lezioso e negli sdilinquimenti dei romantici.

BrunoE non possiamo dimenticare "Serenata Araba" su versi di Zanardini, "Rosa" su versi di Pagliaro, "Te Sola" versi di Errico, "Natale Siciliano" tre pezzi per canto e pianoforte e due per pianoforte solo.

Vanessa – Tra quelli più salienti ci sono anche il "Gloria", il "Laudamus" ed infine il "Qui tollis" che potrebbe formare l’orgoglio di un maestro di grido.

Prof. – Bene, penso sia giunto il momento di parlare di "Malia". Francesca cosa ci dici?

Francesca – Se ne comincia a parlare nel 1891. I giornali scrivono: "Il giovane maestro sta musicando un libretto di Luigi Capuana".

Giovanni – "Abbiamo visto a Roma di passaggio per Milano, il giovane Maestro catanese Frontini e ci permettiamo l’indiscrezione di annunziare che egli lavora ad un melodramma in tre atti di soggetto siciliano verseggiato da Luigi Capuana dal titolo "Malia".

Rosario – Ascoltate questo trafiletto che ho appena letto: "Capuana improvvisandosi librettista ha saputo non solamente uguagliare, ma anche superare librettisti di mestiere; l’Autore ha saputo conservare anche nel verso del melodramma quella sicilianità di costrutto e di frasi che gli è propria".

Francesca - Bellissimo questo periodo, lo aggiungerò nella mia ricerca su Capuana. Sono sicura che chi lo ha studiato, parlo anche degli alunni della scuola superiore, non conosce questa parte della sua opera.

Rosario - Io penso neanche alcuni professori.

Prof - Non siate impertinenti, piuttosto torniamo al nostro tema, parliamo di "Malia".

Francesca - L’intreccio del libretto si svolge in Sicilia ed è sul genere della "Cavalleria Rusticana".

Rosario (Interrompendo) - Su questo giornale c’è scritto: "L’egregio maestro è stato a Milano per fare sentire l’opera sua alla casa Ricordi e il commendatore Giulio, subito dopo l’audizione ha firmato il contratto col giovane compositore per farla rappresentare.

Francesca - Lasciami raccontare e non interrompermi. Il massaro Paolo ha due figlie, Lena e Nedda. Il primo atto inizia col matrimonio di quest’ultima che va sposa a Cola del quale Lena è segretamente innamorata benché fidanzata a Nino, a cui vorrebbe, ma non osa, confessare il suo stato d’animo. Lo sposo di Nedda, con i suoi scherzi, invitando Lena a cantare e ballare con lui, secondo il costume, ne aumenta le pene amorose e il turbamento.

Giunto il momento della partenza degli sposi, addosso a loro vengono lanciate manate d’orzo. Quando le ultime note del coro s’allontanano Lena si copre la faccia con le mani ed esclama: "Pazza son io? Opra d’inferno è questa?"

Nel secondo atto la scena si svolge in casa di massaro Paolo. Questi rimprovera la figlia Lena per l’insistente malinconia. Appena egli è uscito giunge Cola sempre allegro ed espansivo con la cognata. Lena in un momento di passione lo rimprovera di averla stregata:

"Mi gettaste con opra infernale, la Malia che patire mi fa"

Luca C. - Cola finalmente s’accorge che quella malia è amore e non se ne duole, anzi tenta d’abbracciarla, Lena gli sfugge, poi si abbandona nelle sue braccia.

Sopraggiungono intanto Paolo, Nino, Nedda, le amiche e le vicine che vengono in casa di Paolo a vedere una processione e Nino rimprovera Iana di essere fredda e indifferente con lui. Intanto passa la Madonna e Lena s’avvicina al balcone impreca e maledice.

Francesca - Nel terzo atto Nino, che non ha perduto la speranza di farsi amare da Lena, le parla dolcemente d’amore, mentre si odono in lontananza i canti dei vendemmiatori. Egli ribadisce a Lena che un giorno sarà sua, come aveva giurato, andranno lontano e potranno tutto dimenticare. Lena si sente rassicurata da quelle parole d’un cuore d’amante. Nino corre a dare a Paolo la notizia del miracolo da lui operato, ma Cola sopraggiunge ed afferrando la cognata per un braccio, dice che egli andrà in galera, ma Lena non sarà mai di Nino. Nedda che ha udito queste parole s’accorge che il cuore del marito è stato rubato dalla sorella ed inveisce contro di lei. Le due litigano e intanto sopraggiungono Paolo e Nino che interrompono la lite. Nino sta per precipitarsi addosso a Cola, ma i contadini lo impediscono. Sembra che le cose si stiano calmando, ma Cola insulta di nuovo Nino, strappa di mano il coltello ad un contadino ed uccide il marito di Nedda.

RaimondoUna bella storia, interessante, somiglia a quella di una famiglia che abita nel mio quartiere e la figlia minore è scappata col marito della sorella.

AliceSmettila con questi discorsi che non c’entrano, stiamo parlando dell’opera più famosa di Frontini. Sii serio!

Francesca - L’opera ebbe molto successo. Dopo la rappresentazione dì Bologna al teatro Brunetti fu rappresentata in tanti teatri d’Italia, prima a Roma e poi anche a Catania al Politeama Pacini.

Tutti i giornali ad ogni replica presentano articoli lusinghieri dei vari critici.

Giorgio - "L‘autore fu chiamato 20 volte al proscenio, bissati i duelli, cinque chiamate nel 2° atto alla soprano Miotti per la scena del delirio. Nel 3° atto bissato il coro dei vendemmiatori e il duetto fra Lena e Nino. Vengono menzionati anche gli altri cantanti oltre alla Miotti che sostiene la parte di Lena, Nedda è la Manenti; Nino, il tenore Cammarata, Cola il baritono Melillo, Paolo, il basso Chiossone. Dirige il maestro Tarallo. Tutti gli spettatori sono entusiasti, pochi commentano negativamente alcune parti dell’opera, ma sono voci che si contano".

Giovanni - Nel 1894 V. Bellia scrive: "Malia" l’anno scorso ebbe il battesimo dal pubblico intelligente e colto dì Bologna dove venne rappresentata per la prima volta nel teatro Brunetti. Frontini là era sconosciuto, senza amici, né protezione, non claque o pressioni eppure l’Autore vi ebbe 13 chiamate e tre pezzi vennero bissati, ciò che in Bologna dove il pubblico è estremamente serio, significa un vero successo. E Catania non poteva smentire il giudizio de/ pubblico bolognese. Catania che fischia il catanese ed i suoi lavori, dove opere e artisti spesso hanno trovato la loro tomba, ha apprezzato Frontini ed egli non è mai stato fischiato, sebbene sia catanese e la sua "Malia" si è imposta per la squisita melodia e la bella orchestrazione.

Prof. - C’è anche un articolo di Luigi Calabrò così chiaro che ho pensato di fare delle fotocopie da distribuire.

Alice - Ma allora, perché non la danno più in teatro dato il successo?

Luca - Perché pochi Catanesi conoscono questo musicista?

Prof. Non saprei

Vanessa - Sapete cosa faremo?

AlessandraCosa?

VanessaScriveremo all’Assessore alla Cultura, al Presidente dell’Associazione Musicale Etnea ed al Sovrintendente del Teatro Massimo Bellini e li pregheremo di attivarsi perché questo nostro concittadino non venga dimenticato.

Cristina – Insisteremo per far rappresentare "Malia" al Massimo Bellini nella prossima stagione 2001-2002.

Raimondo – E naturalmente non dimentichiamo di farci dare i biglietti gratis.

Marcello - Professoressa lo sa che in famiglia lo chiamavano Ciccino?

Bruno - E tu come lo sai?

Marcello - Ho trovato questi due telegrammi che lo testimoniano. Ascoltate.

A proposito della rappresentazione di "Malia" tenuta al teatro Alhambra di Milano:

Milano ore 22,40

"Esito splendido. Tre pezzi bissati. Quindici chiamate. Telefonerà anche Ciccino"

Agostino.

Più tardi...

Milano ore 23,55

"Commosso successo mando bacio affettuoso, scrivo".

"Ciccino"

Raimondo - Vediamo fammi vedere, non ho mai visto un telegramma.

Prof. - Attenti fate attenzione sono fogli delicati, si potrebbero strappare.

E adesso tocca a te Giorgio, cosa ha risvegliato il tuo interesse.

Giorgio - I regali che facevamo al maestro ed anche ai cantanti.

Cristina - I regali?

Giorgio - Si, per esempio in una serata in suo onore all’Ospizio di Beneficenza gli hanno offerto un portagioielli con manico dorato, un portafiori, varie ghirlande e poi in mezzo a tanti doni spiccava un ritratto di Frontini fatto con pastelli a colori, opera del giovane artista Agatino Allegra.

Prof. - Bene

Marcello - Non è finita! In un’altra serata molto elegante, alla fine del 2~ atto sempre di Malia, furono offerti al giovane maestro parecchi doni di valore, fra cui una coppa d’argento, un porta biglietti pure in argento, un porta sigari. Uno chèque di 500 lire, una lira in fiori freschi pergamene, ecc.

 Prof. - Basta, basta non possiamo metterci ad elencare regali, andiamo al sodo.

Vanessa - Ma a me piacerebbe vedere alcuni di questi oggetti, sicuramente la sua amica ne avrà qualcuno.

Prof. - Non saprei, chiederò e poi vedremo.

Rosario - Professoressa vorrei dire qualcosa anch’io. Ho guardato tutti i ritagli dei giornali stranieri, ma non ci capisco nulla, posso solo elencare le testate.

Prof. - Fai pure cosi sapremo anche in quali Paesi l’opera del maestro è stata rappresentata.

Fò varosi Lapok (Budapest) – Maguar Ujsag (Budapest) – Frnkfurter Zeitung (Francoforte) – Pesti Hirlap (Budapest) – Hazank (Budapest). Quelli greci sono tantissimi, ne elenco soltanto qualcuno: Attikh, MrOIA, HITALIKH, M0LSIKH ,Ostrarh (Atene), Nea (Atene). Basta così, sono difficili da scrivere, meglio mostrare un pezzo di giornale.

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