Immanuel Kant

Filosofo tedesco (Königsberg 1724-1804). Di modesta famiglia, ricevette dalla madre un'educazione rigidamente pietista (corrente religiosa protestante del sec. XVII, tendente ad una rigida moralità e all'interiorizzazione del sentimento cristiano), approfondita dagli studi teologici e filosofici sotto la guida di maestri di formazione wolffiana e pietistica. Si interessa di fisica-astronomica e cosmologica, nel 1755 pubblica Storia naturale generale e teoria del cielo in cui espone l'ipotesi che l'universo si sia formato a partire da una nebulosa originaria; da qui si sofferma, fino agli anni 1770 circa, sulla gnoseologia (parte della filosofia che si occupa dell'origine, della natura, del valore e dei limiti della nostra facoltà di conoscere), dove inizia il distacco dalla metafisica, Nuova esposizione dei primi principi della conoscenza metafisica; nel 1764, Ricerca sull'evidenza dei principi della teologia naturale e della morale, ove distingue il metodo matematico(sintetico) da quello filosofico(analitico) contro la tradizione cartesiana che li identificava; nel 1766, Sogni di un visionario chiariti con sogni della metafisica, ove la metafisica wolfiana è assimilata alle visioni mistiche e spiritistiche, mentre la vera metafisica è identificata con la scienza dei limiti della ragione umana. Nella "dissertazione" del 1770, Sulla forma e sui principi del mondo sensibile e intelligibile, che contiene la distinzione tra fenomeno (tutto ciò che di un essere si manifesta all'esperienza,conoscenza sensibile) e noumeno (che è oggetto della pura ragione), e dà una interpretazione critica dello spazio e del tempo, intesi già come le forme a priori della sensibilità. Il decennio successivo è dedicato alla stesura della Critica della ragion pura, 1781-1787, ove la ragione si erge a giudice di se stessa, per indagare sui suoi limiti e le sue condizioni di validità. Lo scritto si divide in:"Estetica, Logica Analitica e Logica Dialettica"; la prima studia le forme a priori della sensibilità, lo spazio e il tempo, quindi i dati della sensibilità saranno fenomenizzati, cioè diversi dalla realtà assoluta. La seconda esamina le forme a priori dell'intelletto, funzione attiva della ragione umana, che riorganizza i dati della sensibilità unificandoli mediante le categorie (sostanza, casualità, azione reciproca, etc.), quello che permette questa sintesi del dato molteplice è l'io-penso, cioè l'unità trascendentale originaria che sta alla base dell'intelletto. La terza si occupa delle "idee", intese come concetti di totalità incondizionate, che non possono essere fornite dalla sensibilità, e non cadendo nelle esperienze possibili, non possono essere oggetto di sapere, cioè unificate. Quindi come idee di totalità fungono da concetti operativi che guidano la progressiva organizzazione del sapere, senza tuttavia avere alcuna pretesa di realtà. Nel 1788, Critica della ragion pratica, che estende all'ambito morale i risultati della prima critica. Dimostrata l'impossibilità di una metafisica, si tratta di appurare la validità universale e necessaria di un'etica; un comandamento morale può considerarsi tale solo se può valere universalmente per tutti gli uomini. Nel 1790, Critica del giudizio, dove si pone il problema dell'armonia tra una natura considerata come insieme di fenomeni determinati necessariamente e l'esistenza della libertà umana. La risposta di Kant è che la natura può essere considerata non soltanto attraverso il giudizio determinante, ma anche secondo il giudizio riflettente, che riflette sull'oggetto costituito senza servirsi di categorie. Può essere di due specie; Estetico o Teologico. Il giudizio estetico permette la definizione del bello e del sublime; quello teologico, considera la natura non come un meccanismo determinato casualmente, ma come un organismo che ha un fine autonomo, da identificarsi con la realizzazione della cultura e della moralità dell'uomo. Nel 1793, La religione entro i limiti della sola ragione, dove la religione viene ricondotta alla morale; 1797, Antropologia dal punto di vista pragmatico, 1920, Opera postuma, incompiuta a causa della morte dell'autore. Kant, con il suo Criticismo, reimpostò la filosofia moderna, mostrando quali siano le condizioni e i limiti di validità della ragione umana, attraverso un'analisi delle forme del conoscere che gli permise di dare un fondamento alla scienza newtoniana e di mostrare l'impossibilità di ogni metafisica che abbia pretese di sapere scientifico. Dal punto di vista della storia del pensiero, la sua filosofia rappresenta la sintesi dell'illuminismo e dell'empirismo settecenteschi e la base per le successive rielaborazioni idealistiche e romantiche, le quali recuperando totalmente la dimensione metafisica, costituiscono una negazione del Kantismo.