Parsifal

Azione scenica sacra in tre atti, rappresentata per la prima volta al Festspielhaus di Bayeruth, il 26 luglio 1882.

Amfortas, re del Graal, ha ceduto alle tentazioni del malvagio Klingsor peccando con la maliarda Kundry: ferito dalla "lancia magica", attende un eroe, il "puro folle" che lo risanerà. Parsifal supererà numerosi ostacoli, restituendo la primitiva purezza al Graal e ai suoi cavalieri; alla fine, dopo aver guarito la ferita di Amfortas, Lohengrin verrà incoronato nuovo re del Graal.

La partitura del Parsifal soggioga l'ascoltatore per la fluente bellezza dei suoi temi musicali, scorrenti in un contrappunto magistrale, tanto elegante da tramutarsi in poesia, e per la magia dell'orchestrazione, che offre colori di una vaghezza penetrante, mai fino ad allora raggiunta da Wagner; timbri puri e impasti sembrano immersi in una luce irreale e suonano spesso nuovissimi e sorprendenti. Il primo esempio è già nel preludio iniziale, quando il tema, già enunciato in un nudo unisono, rinasce attraverso eterei arpeggi di violini e viole con sordina, nel timbro misterioso risultante dall'impasto di oboi, trombe e violini. Il discorso è più spesso diatonico, ma ritorna anche al cromatismo posttristaniano: la seduzione di Kundry, col richiamo della donna-madre-amante, anticipatore della psicanalisi freudiana e junghiana, è soavemente cromatica eppure cantabile; passi come quello che commenta la lavanda dei piedi e il battesimo di Kundry emanano una insinuante dolcezza che suscita emozioni inesprimibili.