Tristano e Isotta

Opera in tre atti, rappresentata per la prima volta al Königliches Hof-und Nationaltheater, Teatro di corte, di Monaco di Baviera, il 10 giugno 1865.

Credendo di vendicarsi per l'uccisione del fratello, Isotta fa bere a Tristano un filtro che crede di morte, ed è invece d'amore. Gli amanti vengono sorpresi dal re, cui Tristano ha portato Isotta in sposa. Tristano viene ferito dall'infido Melot, che per gelosia lo aveva denunciato al sovrano, e viene trasportato delirante dal fedele Kurwenal in un castello sul mare. Credendo che l'attesa Isotta non giunga più, si strappa le bende, e a Isotta, arrivata troppo tardi, non resta altro che morire d'amore sul corpo dell'amato.

Raramente ci si trova immersi totalmente in un atmosfera come con Tristano e Isotta. Il vago didascalismo che sia nascosto negli altri drammi wagneriani è totalmente scomparso, e la materia musicale brucia inesorabile. Ma, molto più che aderire a un ideale disincarnato, molto più che rivestire il pensiero filosofico di A. Schopenhauer, è musica che arde di passione viva, sanguigna. A suo tempo, né le sortite luminose del clarinetto, né i passi cameristici del canto di Brangania riuscirono ad aver ragione degli umori avversi che il "prepotente" Wagner aveva sollevato nel mondo musicale dell'epoca; forse l'inesorabile clima espressivo sembra trasfigurare e rendere diversi anche i timbri degli strumenti più familiari. La musica di quest'opera sembra quasi perduta in una febbre senza orizzonti, come il delirio di Tristano ferito; eppure la partitura di Tristano e Isotta è nutrita di solido contrappunto bachiano, anche quando il canto pare richiamare la vocalità italiana.