GLI EBREI A CAMPAGNA
(A cura di Emma Ceriale classe III D)
Mons. Giuseppe M. Palatucci
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Campagna, come tanti paesi dell'entroterra, fu designata,
dopo le leggi razziali del 1938, come luogo di raccolta e campo di concentramento
per gli Ebrei.
La cittadina di Campagna fu scelta in quanto, trovandosi adagiata in una conca, circondata da monti che le fanno corona, ha un'unica via d'accesso e, quindi, era di facile controllo da parte della polizia. Due furono i fabbricati che ospitarono gli Ebrei, entrambi ex conventi, quello dei Domenicani in via S. Bartolomeo e quello degli Osservanti in via Concezione. Il campo di concentramento non ospitava solo internati civili, ma anche oppositori politici e uomini di cultura. Gli Ebrei a Campagna fraternizzarono con la popolazione, vennero ben accolti nelle case e si ebbero anche dei matrimoni con ragazze campagnesi. Tra loro c'erano ottimi professionisti, innanzitutto medici che curarono gratuitamente la popolazione. Due persone resero più sopportabile la vita di
questi internati: il vescovo Giuseppe Maria Palatucci e suo nipote
Giovanni
Palatucci. Quest'ultimo era questore a Fiume (Tr) e faceva in modo
che gli Ebrei fossero destinati a Campagna dove, poi, suo zio si prendeva
cura di loro.
Alcuni internati sono ritornati dopo la guerra, per rivisitare i luoghi e per ringraziare i cittadini per la loro umanità e il loro coraggio. |