La tecnica che ci piace:     Speciale ALTA TENSIONE  !!!
TESLA COIL  ( OLD PAGE 1 )
 Per osare il MASSIMO !!!


ATTENZIONE: QUESTA PAGINA E' OBSOLETA!!!
VIENE SOSTITUITA DALLA PIU' RECENTE
 www.mcgyver.bbk.org/tesla.html

Contiene le foto e le descrizioni dei primi prototipi, NON ancora funzionanti, del mio TESLA COIL........ ora finalmente sono riuscito ad ottenere dei risultati seri e di tutto rispetto...... fulmini di 80 centimetri!!!!!!!
Questa pagina contiene solo spunti che possono essere utili alla costruzione di un simile apparecchio.

Per vedere gli ultimi prototipi FUNZIONANTI, e la versione definitiva vai su:
 www.mcgyver.bbk.org/tesla.html


I particolari potrebbero subire dei cambiamenti per adattarsi alle situazioni del caso......
Ogni caratteristica puo' cambiare senza alcun preavviso..............   ;-)
In ogni caso, ciucciatevi le prime foto !!!   ;-)
NB: se volete avere i piani costruttivi del tesla e le formule piu' adatte, vi consiglio di
visitare la PAGINA DELLA TEORIA
 
 


 

NEW  NEW  NEW !!!!!
Clicca sullo schema elettrico per conoscere la teoria di funzionamento !

 
 

Fig1: prototipo finito di secondario + toroide superiore
 
 

Fig2: Il Mc Gyver ( cioè IO ) insieme alla sua creatura  ;-)
 
 

Fig3: Nella foto si nota:
- Il Mc Gyver   ;-)
- Il tesla con il suo toroide
- Il condensatore autocostruito a bottiglie di lejda
- Lo scintillatore principale
 
 

Fig4: Si nota il Mc Gyver che fa il pirla con il toroide  ;-)
(che per un pelo NON mi cadeva per terra)
 
 


Fig 5, 6, 7, 8: Foto un po più serie del toroide: si noti la realizzazione (con tubo di scarico fumi flessibile), l' isolatore in porcellana (piatto forato), il fissaggio elettrico e meccanico (dado M3 saldato su rondella metallica, collegata al toroide con cavetto nudo da 1,5mmQ e incollata al centro del foro con cementatutto.... il piatto è stato incollato al toroide con silicone bianco.
 
 

Fig 9, 10, 11: un altro tipo di scaricatore: la punta radiante.....
quella più piccola ( in ferro ) è la punta originale del tesla coil LX1292 di NUOVA ELETTRONICA, l'altra è la punta
( in rame ) di un vecchio saldatore da stagnino!!!
 
 

Fig 12: foto del vecchio primario UNDER COSTRUCTION...... allora era formato da 5 spire di filo isolato per impianti elettrici da 6mmQ.....  lo stesso che ho usato per il tesla di Nuova Elettronica
 
 

Fig 13, 14: due interessanti istantanee del NUOVO PRIMARIO per il tesla:
E' formato da circa 8 spire di tubo in rame da 10 mm di diametro, spaziate di 2 cm l'una dall' altra.
Il tutto tenuto insieme da 4 separatori formati da tubo rigido per impianti elettrici del 25 forati ad intervalli regolari.
l' operazione di infilaggio e modellatura del tubo sono tutt' altro che semplici, consiglio quindi di eseguire la foratura dei
separatori con un diametro molto superiore, in modo che il tubo scorra lascamente.
 
 

Fig 15: La costruzione parte da una confezione commerciale di tubo in rame per idraulici.
La bobina mostrata e' lunga 10 metri, ed e' servita propio tutta......
Ora servira' ulteriore tubo di rame per realizzare uno anello circolare intorno alla bobina, utile per proteggere i condensatori di risonanza e i trasformatori da neon da una possibile scarica verso il primario.
la rimanenza sara' poi suddivisa in piccoli spezzoni, che saranno destinati a formare un ottimo spinterometro multisezione tipo Richard Quick.
 
 

Fig 16: Dopo aver preformato la bobina in rame, occorre costruire gli adeguati supporti isolanti destinati a sostenerla.
Nel mio caso, ho preso del tubo per impianti elettrici rigido, l'ho diviso in 4 sezioni identiche e, dopo aver segnato i punti esatti di foratura, ho praticato il "grovieramento" con un trapano e una punta del 12.
 
 

Fig 17: Un particolare della realizzazione dell' avvolgimento...
Da come appare nelle foto, la realizzazione appare estremamente semplice, in realtà, l'operazione di infilaggio è estremamente complessa, e la spirale si incastrerà molto spesso.
 
 

Fig 18: Una foto della bobina conica inversa ( smantellata ) insieme al suo creatore.
 
 

Fig 19: Un' altra istantanea della stessa, vista dalla parte inferiore.
 
 

Fig 20: Il primario fissato nella sua base in legno....
 
 

Fig 21: 8 spezzoni di legno lisciato sono stati incollati alla base a scopo di rialzare ulteriormente le spire sotto tensione dal legno aumentando l' isolamento intrinseco del sistema.
La bobina è stata poi fissata alla base per mezzo di comuni fascette autobloccanti in nylon infilate in appositi buchi praticati direttamente sulla tavola di sostegno.
 
 

Fig 22:  Un po sfocata ma mostra le proporzioni tra la bobina, il toroide, il primario e..... il Mc Gyver!  ;-)
 
 

Fig 23: Un altra istantanea del Tesla Coil a fianco del pazzo che l' ha costruito!   :-)
 
 

Fig 24:  Il secondario inserito nel primario.... l' apparecchiatura comincia a fare un certo effetto! :-)
Manca ancora lo strike-rail, quasi obbligatorio per salvaguardare la vita dei miei NST!
 
 

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Fig 25, 26: Il test dinamico del secondario.....
Utilizzando una capacita' fittizia di valore molto vicino a quella calcolata per il condensatore di tank ( ma di tensione nettamente inferiore, per fortuna! ) è possibile eccitare il circuito risonante e testarlo senza metterlo sotto carico.....
Per eccitare il circuito LC ho usato un generatorino di segnali quadri a frequenza variabile, connesso ad una bobinetta accoppiata magneticamente con il circuito risonante LC; per misurare la frequenza di oscillazione ho creato una spira larga formata dai puntali cortocircuitati del frequenzimetro, adagiata sulla bobina e quindi, anch' essa accoppiata al sistema.
A fianco possiamo leggere la frequenza di risonanza: 137,3 KHz.
 
 

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Fig 27, 28: Foto dell' eccitatore autocostruito.....
Utilizza una quadrupla porta NAND C-Mos triggerata, una sezione e' utilizzata per generare l' oscillazione, le altre tre, tutte in parallelo, vengono usate per elevare la corrente in uscita, poi amplificata ed abbassata di impedenza dal transistor finale.
 
 

Fig 29: La bobina di eccitazione.....
8 spire di trecciola telefonica isolata, legate tra loro con natro isolante.
Tanto semplice quanto utile ed efficace......
 
 

Fig 30: La base di legno dovrà essere sollevata da terra per evitare di disturbare il primario con il suolo...
PROBABILMENTE userò questi materiali, tutti ricavati da vecchie lampade Abat-Jour smembrate, anche
se penso di trovare qualcosa di meglio ( l' altezza da terra è di soli 27 cm, inoltre, i tubolari in ferro e i dischi inferiori in ghisa possono dare fartidio al enorme campo elettromagnetico generato.
 
 

Fig 31: Ecco dei validi trasformatori di alimentazione:
Sono tutti trasformatori per insegne al neon ( generalmente detti NST da Neon Sign Trasformer ): da sinistra a destra troviamo
3000 Volt 100 mA
5000 Volt 100 mA
7000 Volt 100 mA
Sono tutti usati ed hanno la presa centrale del secondario a massa ( è quindi estremamente pericoloso metterli in serie: le carcasse dei trasformatori si troverebbero a qualche migliaio di volt l'una dall' altra.... per mettere in serie i NST bisognerà curarne il perfetto isolamento verso massa e verso l' avvolgimento a bassa tensione )
 
 

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Fig 32, 33, 34, 35:  Ecco i particolari dei trasformatori da neon: Il primo che vedete è un vecchio modello ( guasto ) da 3000 Volt 45 mA, gli altri sono gli stessi della foto precedente.
Questo tipo di trasformatori, si possono acquistare usati a prezzi intorno alle 50 - 100 Klire presso qualche artigiano che produce insegne al neon.



ATTENZIONE !!! PERICOLO !!!
La corrente prodotta da tali trasformatori è in grado di UCCIDERE SUL COLPO un eventuale malcapitato che entri in contatto con i terminali d' uscita:
AGITE SEMPRE CON COGNIZIONE DI CAUSA, e prestate attenzione a
NON LASCIARLO MAI INCUSTODITO IN PRESENZA DI BAMBINI O IDIOTI.
IO NON MI ASSUMO NESSUNA RESPONSABILITA'
per eventuali decessi o danni alle cose causati dalla vostra noncuranza.


 
 

Fig 36: Il Mc Gyver "in compagnia" del suo condensatore autocostruito
Questo condensatore servirà solo per delle prove sui componenti ( per esempio gli spinterometri )...
E' praticamente indistruttibile, ma le perdite sono piuttosto elevate.
 
 

Fig 37: Foto che ritrae il supercondensatore autocostruito ad alta tensione: e' formato da 6 bottiglie di lejda internamente riempite con acqua salata e ricoperte da un foglio di alluminio. I valori riscontrati dai test sono stati: 17 nF di capacità e OLTRE 50 KVolt di tensione di rottura.....
.....dico oltre perchè la massima tensione che avevo a disposizione era 50KV e, in quelle condizioni di lavoro, i condensatori se la sono sempre cavata egregiamente.
le condizioni di test sono state: carica lenta ( 2-5 secondi ), scarica istantanea impulsiva ( su spinterometro a bulloni ); ho anche effettuato delle prove a tensione inferiore ( circa 10KV su scintille di circa 8 mm ) ma a frequenza nettamente superiore
Collegato ad una bobina di poche spire, crea un oscillazione in risonanza di ampiezza piu' che decente: e' riuscito a fottermi
il NST da 3 KV   45 mA in poche decine di secondi, i transistor finali del MILLENNIUM-G60, invece, NON sopportano nemmeno la prima scarica: si bruciano all' istante appena la scintilla blu scocca tra i 2 bulloni dello spinterometro singolo.   :-(
 
 

Fig 38: Particolare del ondensatore: si notano le due misure di sicurezza: in primo piano lo scaricatore di sicurezza che limita la massima tensione ai capi del condensatore, in modo che NON scoppi ( e' formato da 2 spezzoni di rame nudo rigido piegati in modo da avvicinare le due estremità sotto tensione.....   senza carico, scoccano rumorosissime scariche ai 2 capi distanti fino a 4 cm tra di loro!!!!! ), quasi invisibile invece, risulta il ponticello di cortocircuito fatto con cavetto telefonico rigido che cortocircuita le due armature quando il condensatore NON viene usato.
 
 

Fig 39: una delle saldature del condensatore.... per diminuirne la resistenza, i terminali sono stati legati con filo telefonico nudo ben serrato e sono stati successivamente saldati.
si nota il sottile filo di corto circuito di sicurezza.
 
 

Fig 40: Particolare di un condensatore usato per l' MMC.
Ho acquistato un pacco da oltre 1 Kg di condensatori al poliestre assortiti ( il pacco conteneva 5 tipi differenti di condensatori
al poliestre, piu' 2 bustine di condensatori ceramici piccoli ). Il pacco mi e' costato solo 5 mila lire alla locale mostra mercato dell' elettronica & radioamatore  ( RADIANT )
 
 

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Fig 41, 42:  Ed ecco quello che si puo' fare con un pacco di condensatori:
20 blocchetti da 5 condensatori in parallelo, in serie tra loro. Per scaricare le capacita' quando NON usate, sono state inserite in parallelo a ciascun blocchetto, delle resistenze da 10 MW ciascuna; si notino le saldature "rotonde" atte a prevenire il più possibile l' effetto corona.... La capacità risultante è piuttosto bassa, ma data l' estrema qualità dei condensatori ( gli MKP sono nati per impieghi impulsivi ), riescono ad abbassare l' impedenza di tutto il banco di condensatori di tank, fornendo picchi
di energia decisamente piu' elevati. La capacità totale si aggira intorno ai 6,75 nF
 

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Fig 43, 44, 45: Il mio secondo MMC !
E' formato da 3 blocchetti di 3 condensatori in parallelo, in serie tra di loro.
Ogni condensatore è targato 25 nF  8 KVcc, per un totale di 25 nF  24 KVcc !!!
Peccato che siano del tipo MKT !
 
 

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Fig 46, 47, 48: Ed ecco il mio terzo MMC !
E' formato da 3 blocchi in serie, ognuno di 4 condensatori in parallelo ( 10 nF  8KVcc,  per un totale di circa 13,3 nF 24 KVcc )..... Anche questi sono del tipo MKT purtroppo!
Si notino, oltre alle saldature "rotonde", anche i piccoli tubetti isonlanti inseriti sui terminali dei condensatori centrali.
 
 

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Fig 49, 50: Il mio quarto MMC..... finalmente!   ;-)
E' formato da 25 condensatori da 150 nF  630 Vca  in un unica stringa in serie
In totale 6 nF   15,75 KVca ( ancora una volta MKT )
Nella foto manca ancora il supporto, realizzato con tubo in PVC per impiati elettrici da 25 mm di diametro.
 
 

....

Fig 51, 52, 53, 54: Ecco il banco di condensatori COMPLETO!!!
La capacità totale e' pari alla somma della capacità dei vari banchi di MMC: circa 51 nF.
Si notino le torrette isolanti atte a "sollevare" l' alta tensione dal legno ( un pessimo isolante, quando si superano i 1000 volt ) e
usate per spaziare i terminali adeguatamente ( un arco in aria, se dovesse scoccare, potrebbe risultare distruttivo ).
I cablaggi sono stati realizzati con cavo standard per impiantistica da 2,5 mmQ ( i collegamenti con lo spinterometro principale stile Richard Quick e ilprimario, saranno fatti con cavo da 6 mmQ o piu ).... data l' altissima tensione presente e il basso isolamento del rivestimento ( collaudato con 600 V ), anche i cavi sono stati sospesi in aria.
Lo spinterometro che si vede in foto ha la doppia funzione di proteggere i condensatori da eventuali tensioni troppo elevate
( safety-gap ) e da doppia torretta isolante, con una certa rigidita' meccanica, a cui far confluire tutti i grossi cavi di collegamento destinati a reggere l' enorme corrente impulsiva.



ATTENZIONE !!! PERICOLO !!!
L'energia immagazzinata da questi condensatori è in grado di UCCIDERE SUL COLPO un eventuale malcapitato che entri in contatto con i terminali d' uscita ANCHE IN CASO DI COLLEGAMENTO CON GENERATORI
AT DI PICCOLA POTENZA:
AGITE SEMPRE CON COGNIZIONE DI CAUSA, e prestate attenzione a
NON LASCIARLO MAI INCUSTODITO IN PRESENZA DI BAMBINI O IDIOTI.
IO NON MI ASSUMO NESSUNA RESPONSABILITA'
per eventuali decessi o danni alle cose causati dalla vostra noncuranza.


 

Fig 55: Finalmente lo spinterometro con sistema i deionizzazione spegniarco a sezioni multiple....
Tante parolone per dire Richard Quick !  ;-)
La particolare strutura, formata da 10 tubi in rame accostati tra loro, permette di ottenere la minima ionizzazione residua possibile, quindi riesce ad autoestinguere l' arco senza bisogno di ulteriori accorgimenti.
 
 

Fig 56: Durante la progettazione dello spinterometro, ho cercato un modo semplice ed economco per poter variare la spaziatura tra gli elementi...... nessuna elucubrazione: basta usare come supporti 2 bacchette in bachelite, liberamente
spostabili a scopo di variare l' inclinazione degli elementi.
Purtroppo, una soluzione del genere e' tuttì altro che semplice da realizzare a meno di NON avere un officina meccanica a disposizione:..... alla massima inclinazione, alcuni elementi si toccano tra loro, altri continuano ad essere distanziati di 1 mm, ma
comunque e' sempre meglio di uno spinterometro fisso.
 
 

Fig 57: Molto sfocata, ma comprensibile...
Ritrae lo scaricatore di sicurezza da mettere a protezione dell NST: prima delle resistenze e de chocke di ballast, la corrente
impulsiva e' decisamente inferiore, ma la natura dell' NST tenderebbe a mantenere ionizzata l' aria intorno allo spinterometro, creando un arco continuo..... per ovviare a questo problema, ho costruito questo strano tipo di scaricatore, liberamente inspirato al Jacob Ladder, e agli enormi scaricatori presenti sulle linee aeree di treni e tram....
Qui c'è una sola differenza che salta all' occhio: la presenza di un terminale centrale di massa ( gli NST sono tutti a presa centrale, quindi NON e' possible connettere un ramo a massa! )
 
 

Fig 58: il Mc Gyver regge lo spinterometro di sicurezza per i condensatori.
 
 

Fig 59: Un altra foto dello spinterometro: la torretta bianca rotonda è uno spezzone di tubo per impianti elettrici da 20mm di diametro, l' altra e' uno spezone di plastica trovato in giro....
Il bullone sottetto dal tubolare è, per stabilità, fisso, quello inserito nel lingotto di plastica è invece regolabile, per trovare la spaziatura più adatta.
 
 

Fig 60: Particolare dello spinterometro: si nota il dado saldato alla rondella metallica, a sua volta incollata al lingotto plastico, per permettere la regolazione della spaziatura.
 
 

Fig 61: Particolare dello spinterometro quasi completamente chiuso: in queste condizioni, è sufficiente
1 KV per innescare la scintilla.
 
 

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