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Il "Maestro di Ozieri"
Continuazione

San Sebastiano, presso il Museo Sanna di Sassari Accanto alle due ipotesi una terza è stata formulata recentemente dal giovane studioso Luigi Agus che colloca la produzione pittorica del Maestro intorno alla metà del '500: i frati cappuccini, provenienti dal convento di S. Maria di Betlem a Sassari, avrebbero, infatti, portato con sé un retablo già esistente presso l'omonima chiesa. La tesi è supportata sia dalla descrizione e riproduzione che Enrico Costa eseguì nel secolo scorso di uno stendardo della Madonna di Loreto, databile ad un periodo anteriore al 1567 ed estremamente simile alla parte centrale del retablo ozierese, sia dalla constatazione che un retablo conservato presso la Parrocchiale di Tula, datato al 1577, dipende chiaramente dalle opere del Maestro di Ozieri, come faceva notare già precedentemente la storica dell'arte Wally Paris3.
L'altra questione riguarda, dunque, l'identità del Maestro. Grande interesse e posizioni contrastanti ha suscitato dal suo primo apparire un'accurata ricerca dello studioso Don Francesco Amadu, il quale propone un'identificazione del Mastro di Ozieri con un tal “Mastru Andria Sanna de Othieri, pintore” che realizzò un retablo per la chiesa di S. Paolo di Osidda intorno al 1591-15924.
Tale ipotesi presuppone pertanto l'accettazione delle posizioni di quanti vedono nel Maestro un ritardo artistico-culturale. L'Amadu osservando che Osidda nel Cinquecento dipendeva dalla Rettoria di Nule, rileva anche l'esistenza di una tale affinità socio-economica, linguistica e storico-culturale tra Nule e Benetutti “da poter essere quasi considerati due centri distinti di un'unica popolazione”. A Benetutti, presso la Parrocchiale, sono conservate le quattro tavole pertinenti al polittico di S. Elena del Maestro di Ozieri, pertanto l'Amadu ritiene del tutto ammissibile l'ipotesi di “un rapporto diretto tra le due commissioni di opere da parte dei due Rettori di Nule e di Benetutti”. In questo caso l'indicazione di “Ozieri” attribuita al Maestro non indicherebbe solo il luogo in cui si conserva l'opera più completa, ma anche la sua patria5 .

La sacra famiglia, casa parrocchiale di Ploaghe Un'ultima questione dibattuta e strettamente legata alle problematiche di cronologia e identità, è infine quella della formazione del Maestro e dei modelli pittorici: anche in questo caso si avanzano ipotesi differenti, ora sottolineando un'indubbia formazione continentale (Lombardia, Vicereame napoletano, Spagna o nord-Europa), ora battendo su elementi più propriamente locali (si veda, ad esempio, la citazione del Crocefisso gotico-doloroso oristanese ricorrente nei retabli del Maestro), ora evidenziando lo stretto rapporto tra la cultura d'immagine isolana e l'ampia e documentata circolazione di stampe di pittori nordici6.

Prof.ssa Cristina Calaresu

 

 

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3 AGUS 2000-2001, p. 240.
4 Il nome del pittore ozierese fu rinvenuto dall'Amadu già nel 1960: F. AMADU, “Mastru Andria Sanna de Othieri, pintore” in AA. VV., Il Maestro di Ozieri. Catalogo della mostra Ozieri 1982, pp. 19-20.
5 A sostegno di questa ipotesi e di una datazione tarda di alcune opere del Maestro si segnala per completezza G. CAU, Così ho scoperto il nome del maestro in “Almanacco Gallurese” 9, 2000-2001, pp. 245-256.
6 In riferimento alla circolazione delle stampe si veda in particolare SERRA 1990, p. 273 ss.

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