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Il "Maestro di Ozieri"
Continuazione
Accanto alle due ipotesi una terza è stata formulata recentemente dal giovane
studioso Luigi Agus che colloca la produzione pittorica del Maestro intorno
alla metà del '500: i frati cappuccini, provenienti dal convento di S. Maria
di Betlem a Sassari, avrebbero, infatti, portato con sé un retablo già esistente
presso l'omonima chiesa. La tesi è supportata sia dalla descrizione e riproduzione
che Enrico Costa eseguì nel secolo scorso di uno stendardo della Madonna
di Loreto, databile ad un periodo anteriore al 1567 ed estremamente simile
alla parte centrale del retablo ozierese, sia dalla constatazione che un
retablo conservato presso la Parrocchiale di Tula, datato al 1577, dipende
chiaramente dalle opere del Maestro di Ozieri, come faceva notare già precedentemente
la storica dell'arte Wally Paris3.
Un'ultima questione dibattuta e strettamente legata alle problematiche
di cronologia e identità, è infine quella della formazione del Maestro
e dei modelli pittorici: anche in questo caso si avanzano ipotesi differenti,
ora sottolineando un'indubbia formazione continentale (Lombardia, Vicereame
napoletano, Spagna o nord-Europa), ora battendo su elementi più propriamente
locali (si veda, ad esempio, la citazione del Crocefisso gotico-doloroso
oristanese ricorrente nei retabli del Maestro), ora evidenziando lo stretto
rapporto tra la cultura d'immagine isolana e l'ampia e documentata circolazione
di stampe di pittori nordici6.
Prof.ssa Cristina Calaresu
3 AGUS 2000-2001, p. 240. |