MANCANO I SOLDI MA NON LE IDEE

EL CIAPA MARTOREI

Costui era il cacciatore delle martore, delle faine annidate nei pagliai e nei fienili.

Di solito i ciapa martorei operavano in gruppo, con storme di cani, numerosi cani, piccoli e grandi, di media corporatura, adatti a nare drento in tei busi de le paiare, nei buchi dei pagliai e dei fienili.

LA CACIA A LE TUPINARE

Gli agricoltori lagnavano da sempre del danno alle colture causato dalle talpe topinare senza sapere porvi rimedio. Non esisteva la caccia alla talpa. I poveri non sapendo cosa fare per procurarsi un guadagno cominciarono a studiare le abitudini delle talpe e il modo per intrappolarle.

Cominciarono con lo studiare le strade guardando i mucchi di terra che buttavano sopra finchè imparavano a conoscere il buco da dove provenivano.

Con questi studi costruirono e ricostruirono trappole fino a che trovarono quella giusta.

Mettevano la trappola nascosta dentro nella strada d’entrata con gli archetti verso il basso e poi tornavano indietro a vedere cosa avevano preso.

Le talpe le mettevano unite poi levavano loro la pelle. Le pelli ottenute le portavano a casa, le mettevano distese in un’asse e, se capitava anche nella porta fino a che si seccavano e dopo le vendevano. Venivano fuori delle belle pellicce di talpa, calde, morbide o dei colli per i cappotti.

A prendere le talpe si andava nei mesi che avevano la R, cioè da settembre ad aprile. Negli altri mesi non si andava perché con il caldo le pelli simarcivano subito.

Oltre che a vendere la pelle a quattro franchi all’una prendevano qualcosa anche da quelli che avevano la terra infestata da quegli animali.

Alcuni casalesi si spingevano fino in Piemonte dove, se maggiore era il sacrificio, maggiore era il guadagno poiché aggiungevano alla vendita delle pelli anche il premio in denaro messo a disposizione dai proprietari terrieri.