Il fenomeno, un tempo tanto diffuso, dei mestieri ambulanti era motivato dai fattori molto semplici e di carattere pratico. La gente dei campi, anche se avvertiva esigenze e necessità, se queste erano ritenute proprio indispensabili, raramente si muoveva la casa per andare in paese a fare degli acquisti, sia per non rubare tempo al lavoro, sia per la mancanza di mezzi per spostarsi celermente. Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del nostro secolo, viaggiare in carrozza era un lusso che soltanto i ricchi ed i libri professionisti potevano concedersi, mentre il resto della popolazione andava sempre a piedi. Verso la fine della prima guerra mondiale s’incominciava a vedere qualche bicicletta e più tardi comparvero le prime automobili. Per questi motivi, una certa forma di commercio ridotto all’essenziale era sostenuto dai venditori ambulanti i quali andavano a raggiungere i loro clienti richiamando l’attenzione delle donne di casa con i loro caratteristici gridi. Gli artigiani ambulanti invece si portavano appresso nel loro sacco o tascapane i pochi attrezzi indispensabili alle riparazioni da eseguire nelle corti dove facevano tappa.