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10. Controllo alimentare  e diabete

 

L’attuale modello alimentare (modello occidentale), non solo evidenzia un eccesso di consumo di grassi animali, carni e zuccheri a rapido assorbimento, ma si caratterizza anche per una modalità di cottura che spesso altera gli alimenti nel loro contenuto originario rendendoli spesso nocivi. Le stesse modalità di alimentazione costituite da rapidi pasti (fast-food), sottopongono lo stesso organismo ad una ulteriore condizione di stress fisico.

 Tale modalità alimentare è fortemente contrapposta  alla classica dieta mediterranea che  prevede al contrario un elevato contenuto di fibre vegetali , frutta, olio di oliva e mais , pesce e  scarsa assunzione di carne. Questo cambiamento di modello culturale di alimentazione è da attribuire alla produzione in scala industriale degli alimenti, all’abbandono delle aree rurali, ed ai ritmi di vita tipici del periodo contemporaneo. 

Dieta e controllo alimentare rappresentano  il primo livello di controllo del diabete (e di altre patologie) ,tale abitudine dovrà esser mantenuta anche se sarà necessaria una terapia farmacologica. E’ perciò determinante la sua accettazione come componente fondamentale del trattamento, sia per un adeguato controllo glicemico con riduzione  dei fattori di rischio per le complicanze cardiovascolari che per il raggiungimento e mantenimento del peso ideale.

  Attualmente le indicazioni dietetiche prevedono un equilibrio tra eccesso e carenza di zuccheri. Nel complesso non esistono necessità per i pazienti diabetici di assumere pasti differenti dal resto della famiglia, in quanto tutte le raccomandazioni proposte rappresentano utili consigli di educazione alimentare applicabili a tutta la popolazione.

 Paradossalmente tutti i suggerimenti dietetici successivi non rappresentano un modo esclusivo di alimentarsi del  diabetico MA; 

COSTITUISCONO IL MODELLO IDEALE  DI ALIMENTAZIONE.  Adriana infatti  può tranquillamente mangiare gli stessi alimenti di Domenico!!

 Al fine di perseguire il controllo dietetico, è necessario promuovere adeguati cambiamenti comportamentali, perseguendo un piano nutrizionale semplice e individualizzato: 

a) Evitare zuccheri a rapido assorbimento che aumenterebbero l’incremento glicemico; zucchero da cucina, dolci, gelati, miele, bibite zuccherate, frutta sciroppata, frutta secca, uva. Preferire i zuccheri cosiddetti complessi tra cui l’amido della pasta, crekers, pane , latte scremato, riso, legumi (fave, piselli, ceci, lenticchie, fagioli)

b)  evitare gli alimenti contenenti grassi animali ; carne di maiale, burro uova, formaggi grassi, latte intero, formaggini, preferendo gli oli vegetali (olio di oliva, olio di mais ), tutte le carni bianche (pollo, coniglio, tacchino), fegato di bue, vitello, sogliole, merluzzo, carpa, luccio

c) aumentare il consumo di fibre vegetali: senza alcun limite verdure cotte o crude, compreso melanzane, pomodori, peperoni, orzo, radici, legumi,  mele, pere, arance, mandarini, cocomero, albicocche

d)  evitare o moderare la assunzione di alcolici

e)  evitare di effettuare pasti particolarmente abbondanti ma suddividere l’assunzione di cibo durante la giornata ad orari abituali

f)  assumere la frutta può essere assunta da sola ad esempio negli spuntini del mattino e del pomeriggio.

g)  evitare in assoluto fritti, insaccati, superalcolici  

  Quando  si pranza fuori;

 1)  conoscere la preparazione ed ingredienti del piatto che si ordina  2) richiedere  il condimento per la insalata e verdura separatamente 3)  stare in guardia da sostituti ignoti dello zucchero  

  Quando si sta male;

in taluni casi può essere impossibile una consumazione usuale dei cibi, se è presente nausea e vomito non provare a forzare il pasto, se possibile sorseggiare lentamente liquidi, brodi, zuppe, tè.                

  curiosità

Le patate possono determinare un incremento glicemico superiore al gelato. Gli oli vegetali se sottoposti ad alte temperature (soffritti, fritti),  perdono il loro potere benefico divenendo a loro volta dannosi.

 

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