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Sicurezza |
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La condizione di sicurezza in camera iperbarica è riconducibile alla applicazione di misure precauzionali rivolte alla prevenzione degli incendi e all'evitamento di condizioni, che possano pregiudicare la salute e la incollumità sia dei pazienti che degli operatori sanitari. Gli impianti e dispositivi, devono essere sottoposti a regolare manutenzione con controlli sul funzionamento, devono essere individuate misure e interventi finalizzati ad evitare lo sviluppo di incendio, e la possibilità di limitarne le conseguenze in caso di insorgenza. Tutti gli appartenenti alla unità operativa devono essere in grado di adottare interventi adeguati, sulla base delle proprie conoscenze specifiche e dei mezzi tecnici disponibili. Deve essere precedentemente predisposto un piano d`evacuazione d'urgenza dei pazienti e degli stessi operatori. Le camere iperbariche devono essere posizionate a piano terra, devono presentare dimensioni tali da consentire lo stazionamento di almeno un paziente barellato , e del personale idoneo al trattamento, con disponibilità di un ambiente riservato all'accesso rapido del personale sanitario. Possibilità di trattamento di un paziente critico che abbia necessità di infusioni, di monitoraggio cardiocircolatorio, e di trattamenti necessari per la stabilità emodinamica e la ventilazione. Le apparecchiature ellettromedicali devono essere testate per l'ambiente iperbarico, con esclusione di quelle capaci di generare un'arco voltaico. Il microclima dell'ambiente iperbarico deve consentire durante la permanenza in pressione, la temperatura di 20-22C°, un'umidità relativa superiore al 50%, valori non superiori ai 29C°durante la fase di compressione,non inferiori a 19C° durante la fase di decompressione.I sistemi di illuminazione devono essere esterni, porte e oblò con vetro devono essere dotati di sistema antisfondamento, il sistema di illuminazione del quadro comandi e d'illuminazione della camera devono essere collegati ad un sistema di alimentazione autonomo. La pressurizzazione dell'ambiente iperbarico, deve avvenire con aria compressa, e l 'espirato deve, in ogni caso, essere allontanato all'esterno. Deve essere possibile verificare la percentuale di ossigeno all'interno della camera, (entro il 23% in termini di volume) in maniera continua, almeno in due punti diversi, in particolare, quando l'ossigeno è erogato a flusso libero. Qualora la percentuale di ossigeno superasse la quota del 23,5 %, dovrebbero essere poste in atto misure standardizzate, rivolte al ricambio dell'aria, con eventuale sospensione della somministrazione in maschera. La National Fire Prevention Association (NFPA), organismo Satunitense, preposto al controllo di sicurezza in campo di incendi, definisce gli standard di concentrazione di ossigeno per le camere iperbariche individuando alcuni possibili fattori scatenanti un incendio: superfici calde, sorgenti chimiche a produzione esotermica, sorgenti di scintille da scariche elettrostatiche o cortocircuiti elettrici. Il sistema antincendio deve essere del tipo ad acqua, con possibilità di erogare alla massima pressione dell'impianto iperbarico una quantità di acqua non inferiore a 40.75 l/min./m, con possibilità di intervento in ogni punto della camera. La sua attivazione deve poter avvenire sia all'interno che all'esterno della camera, con la produzione del getto d'acqua entro 3 secondi, ed interruzione automatica della somministrazione di ossigeno all'interno della camera.
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