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Il Merletto a fuselli

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Il merletto a fuselli deriva quasi certamente dalla tecnica della tessitura della passamaneria: si usava, infatti, appoggiare il lavoro su un cuscino imbottito ed i fili necessari per tessere bordure e galloni erano arrotolati su asticciole (in genere di legno o di osso; e spesso nei dialetti italiani i fuselli vengono chiamati "legni" o "ossi") e successivamente intrecciati e fissati al cuscino con spilli. La sua origine è incerta, ma si può dire che sia comparso più o meno simultaneamente in Italia e nelle Fiandre a partire dal XVI secolo.

Dal punto di vista della tecnica, è possibile individuare due tipologie di merletto a fuselli: quello a fili continui e quello a pezzi riportati. Nel primo caso, il merletto viene lavorato dall’inizio alla fine con lo stesso numero di fuselli, che può essere anche molto elevato (per alcuni merletti particolarmente complessi possono servire diverse centinaia di fuselli); il merletto aquilano è un esempio tipico di questa lavorazione. Nel secondo caso, le varie parti del merletto sono lavorate separatamente e poi unite; il numero di fuselli può dunque variare nell’ambito della lavorazione, ma in genere non è molto elevato.

Altro elemento fondamentale è il tombolo, cuscino imbottito su cui si fissano il disegno ed i fuselli e da cui lo stesso merletto spesso prende il nome (pizzo a tombolo). La forma del tombolo può essere molto varia: nella maggior parte delle regioni italiane è costituito da una sorta di cilindro o manicotto, in altre zone invece troviamo un cuscino piatto o leggermente bombato (cosiddetto "a testa di fungo"); tipico da questo punto di vista è il tombolo in uso a Sansepolcro.

Si lavora in genere seguendo un disegno sottostante, fissato sul tombolo, su cui i fuselli ed i vari passaggi del merletto sono bloccati per mezzo di spilli. Talvolta, come avviene per il merletto di Cogne, il disegno manca e si lavora liberamente, seguendo l'estro, regolando semplicemente le dimensioni dei motivi ornamentali su elementi del tombolo (nel caso di Cogne, sui motivi quadrettati del tessuto che tradizionalmente ricopre il tombolo).

I fuselli si lavorano a coppie e per eseguire i movimenti di base, da cui originano tutti i punti del merletto (la girata e l’incrocio), servono almeno due coppie di fuselli. Con quattro coppie di fuselli, eseguendo una o due volte la girata e l'incrocio, si ottengono rispettivamente il mezzo punto ed il punto intero, che sono i punti di base del merletto a fuselli.

Il filato è tradizionalmente di lino o di cotone, bianco o avorio; nelle creazioni moderne si usano spesso anche filati colorati e la seta. Una tecnica anticamente in uso che sta suscitando un nuovo interesse è poi quella che prevede l’uso di fili di rame, d’argento o d’oro per la creazione di originali gioielli.

Dal punto di vista dello stile, è possibile individuare una grandissima varietà di motivi, da quelli tradizionali e tipici delle varie zone di produzione, da cui talvolta il merletto prende il nome ( Venezia, Milano, Cantù, merletto Aquilano, merletto di Sansepolcro, per fare qualche esempio) ai disegni moderni, svincolati dalla tradizione, quindi libera, autentica espressione artistica.

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