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Il Merletto di Orvieto

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Il Merletto di Orvieto segue in qualche modo la tecnica di esecuzione del merletto d’Irlanda, da cui trae origine, ma con il passare degli anni ha acquisito una sua peculiarità ed un’identità del tutto originale.

Tradizionalmente il merletto di Orvieto si esegue con un uncinetto molto sottile e con filati di cotone di colore bianco o écru.

L’esecuzione del merletto di Orvieto richiede in effetti l’impiego di tre tipi di filati: un cordonetto n.120 per l’esecuzione del cosiddetto "ornato"; un filo grosso, detto "cordoncino" o "filo guida" (in genere n.8), che serve a dare consistenza ai motivi; un filo molto sottile, n.150, per eseguire la rete di fondo. Questa diversità di filo permette di evidenziare la particolare raffinatezza della trina, che si stacca su una rete sottilissima che imprigiona l’ornato.

Attualmente in commercio si trovano dei lavori eseguiti con filati più consistenti (n.100), che però risultano alquanto grossolani rispetto all’autentica trina di un tempo, impalpabile e raffinata.

La tecnica di lavorazione del merletto di Orvieto richiede una notevole abilità nei lavori all’uncinetto e fondamentali nozioni di disegno.

I motivi dell’ornato vengono fissati con punti di imbastitura sulla tela; successivamente si forma la rete di fondo che deve collegare i diversi motivi del disegno.

I motivi ad uncinetto pieno, che formano, per così dire, il disegno del merletto di Orvieto, sono composti principalmente di forme eseguite a maglie basse completate talvolta da maglie volanti e da maglie basse; si creano così fiori e foglie a superficie piana oppure in rilievo, collegati tra loro da steli e da viticci lisci.

Spesso la rete di fondo imprigiona degli "acinini", che danno un aspetto à pois alla rete.

In bordura si eseguono spesso pippiolini o picots.