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La via dell'olio
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Museo dell’olio della Sabina

Castelnuovo di Farfa si trova nel cuore della valle del fiume Farfa, a pochi chilometri  dall’omonima Abbazia.

La cultura dell’olio è, in questo territorio appartato e intatto, molto significativa; basti ricordare che l’Abbazia di Farfa fu uno dei pochi centri europei nei quali furono conservate e trasmesse le tecniche olivicole romane.

Non a caso si è di recente costituita l’Unione dei Comuni della Valle dell’Olio della quale Castelnuovo è parte e che rinnova nella contemporaneità un’antichissima e poliedrica identità, ramificata nella tradizione agricola, in quella alimentare, in quella religiosa, in quella tecnologica (l’olio è stato per oltre 5000 anni fonte di luce per l’uomo).

Rinnovare nella contemporaneità la propria identità culturale, riproporla come valore e come motore di sviluppo alle nuove generazioni, è stata la spinta ideale dell’Amministrazione e dei suoi cittadini, alla radice di questo nuovo museo, il cui progetto nasce alla fine degli anni ’80 insieme al recupero di Palazzo Perelli (XVI secolo), destinato a sede municipale ed a sistema di risalita della città storica attraverso i nuovi collegamenti verticali. Il museo è stato concepito come un’immersione globale nell’ambiente, nella sua città e nel suo paesaggio, che la cultura dell’olio ha stratificato attraverso i secoli. L’itinerario si apre in una sala in un complesso nel centro storico (il centro turistico) nella quale sarà installata un’applicazione multimediale che introdurrà il visitatore all’ambiente e all’itinerario museale, ai suoi contenuti simbolici e artistici. L’ambiente riannoda infatti sia le testimonianze materiali della cultura dell’olio (le antiche giare del XVI secolo e l’antica mola del XVII secolo, l’antico forno cittadini) ma anche i suoi significati sacri, antichi e contemporanei.

Il museo si apre sulla sezione contemporanea che celebra il mito dell’olio quale metafora dell’arte: simbolo della trasformazione della materia in cultura. In questa sezione che occupa il piano terra ed il primo piano di Palazzo Perelli, si trovano le opere di celebri artisti contemporanei, quali Maria Lai, Hidetoshi Nagasawa, Alik Cavaliere e Gianandrea Gazzola.   Per la prima volta un progetto architettonico ha impegnato l’arte nella costruzione di un mito contemporaneo intorno ad un tema museale proponendo  una diversa distanza fra fruitore e cultura. Questa proposta ripercorre l’idea dell’Italia come il paese nel quale l’arte si mescola con la vita, idea cara all’immaginario del turismo culturale internazionale. L’olio riacquista in questa cornice tutti i significati che gli appartengono, non solo quello gastronomico e salutista al quale sembra essere relegato nella comunicazione recente. Tale operazione costruisce anche un valore aggiunto alla produzione locale estremamente prezioso per la sua promozione e veicolazione commerciale.

Anche il sito archeologico altomedievale di San Donato, ubicato in prossimità del fiume Farfa è sezione museale dedicata all’olio ed alla sacralità  nelle sue espressioni sia religiose che laiche, che si estende nella Chiesa ma anche nell’area circostante, dove sarà ospitato un “Giardino degli ulivi del mondo”, un uliveto simbolico nel quale saranno piantate tutte le specie del mediterraneo quali testimonianze della comunanza culturale che l’olio ha creato tra i popoli.

Il visitatore potrà, nel suo itinerario museale, anche fare acquisti nel negozio del museo ed assaggiare l’olio ed alcune pietanze tipiche ad esso connesse in appositi spazi per la ristorazione.

Il progetto è stato pubblicato su riviste nazionali e internazionali.

Il Museo dell’olio della Sabina verrà aperto al pubblico entro l’anno in corso. Per informazioni è possibile rivolgersi al Comune di Castelnuovo di Farfa.