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Scheda di “Il Cavaliere Inesistente” di Italo Calvino

 

Riassunto:

            La storia si svolge nel medioevo. Carlomagno e le sue truppe sono accampate alle porti di Parigi, pronte per partire per la guerra contro gli infedeli.

            Agilulfo è uno dei paladini del re, ma solo la sua bianca e splendente armatura esiste. Egli parla, cammina, combatte, ma dentro quell’armatura non c’è proprio nulla. Era diventato cavaliere perché aveva salvato la figlia del Re di Scozia da due briganti che la volevano violentare. Per ricompensa, il padre della ragazza l’aveva nominato cavaliere. Da quel momento, Agilulfo era sempre in cerca di gesti eroici e della perfezione, anche se però era completamente privo di sentimenti umani come amore, compassione, ecc.

            Arriva al campo anche un altro cavaliere, Rambaldo. Egli vuole vendicare il padre ucciso dal pagano Isoarre. Il giovane, però, è molto inesperto. Non conosce nulla di guerre e di combattimenti e quindi fa tante domande. Ma le risposte che riceve sono poco chiare, e quindi i suoi dubbi restano tutti. Rambaldo è molto impressionato da Agilulfo, e anche se lo trova un po’ freddo ed antipatico, pensa che sebbene non esista, egli sia la presenza più solida dell’accampamento.

            In tanto, i paladini partono per la guerra. Strada facendo, incontrano uno strano tipo. Il suo nome è Gurdulu anzi, egli ha tanti nomi, in ogni paese in cui passa, viene chiamato con un nome diverso. È un tipo molto bizzarro, che crede di essere a momenti un anitra o una rana, altri momenti una minestra o un pesce. Insomma è uno che c’è, ma non sa di esserci, e crede sempre di essere qualcosa di diverso. Carlomagno, divertito dall’uomo, lo assegna ad Agilulfo come scudiero, perché pensa che sia una bella idea quei due insieme, un uomo che non c’è, ma che c’è, ed uno che c’è, ma che in realtà non c’è.

            La battaglia contro gli infedeli comincia. Rambaldo cerca Isoarne per ucciderlo, ma inmezzo a quella condusione, la cosa è molto difficile. Riesce solo a trovare ‘il porta-occhiali’ del pagano e a distruggere un paio di occhiali. Isoarne, però, quasi cieco senza i suoi occhiali, va a infilarzi diritto contro una lancia cristiana e muore. Rambaldo ha cosi vendicato il padre, ma si ritrova solo sul campo di battaglia pieno di morti. Due pagani arrivano e cercano di ucciderlo, ma grazie all’intervento di un cavaliere sconosciuto, il giovane riesce a salvarsi. Rambaldo vorrebbe ringraziarlo, ma il cavaliere fugge, senza dire il suo nome. Rambaldo, però, scopre che quel cavaliere in realtà è una bellissima ragazza di cui egli si innamora. La ragazza, Bradamenta era il suo nome, è però innamorata pazza di Agilulfo, e non gradisce le attenzioni di Rambaldo.

            La sera i paladini si riuniscono per la cena. Agilulfo ha una discussione con gli altri cavalieri che gli rimproverano la sua arroganza nel giudicare il comportamento degli altri e il fatto che lui crede sempre di essere nel giusto. Uno di loro, Torrismondo, allora, gli rinfaccia il fatto che lui non è un vero cavaliere. Infatti, la ragazza che aveva salvato dai briganti non era vergine, ma bensì sua madre, che lo aveva concepito con un cavaliere del Santo Graal. Agilulfo, sconvolto, parte per cercare Sofronia, ossia la madre, e conoscere quindi la verità. Lo seguono il suo scudiero Gurdulu, Bradamenta, che lo ama, e Rambaldo, che non vuole perdere Bradamenta perché è innamorato di lei. Torrismondi invece, parte alla ricerca dei cavalieri del Santo Graal per avere da loro in riconoscimento di paternità.

            Agilulfo, alla fine riesce a trovare Soffronia, prigioniera del Sultano del Marocco. La libera e la riporta in Francia. I due si rifugiano in una grotta per riposare. Alla stessa grotta arriva anche Torrismondo. La sua ricerca non era andata troppo bene. Era riuscito a trovare i sacri cavalieri, ma ben presto si era accorto che quanto si diceva di loro era tutto falso. Essi non erano puri e santi, anzi, con la storia che era il Graal a farli muovere, commettevano gesti crudeli e pretendevono di essere nel giusto.

            Torrismondo si innamora subito di Soffronia, ma quando scopre che lei è sua madre, fugge. Anche Agilulfo fugge disperato, non può sopportare il fatto di avere perso anche il suo nome. Ma Torrismondo torna indietro. Infatti, ha capito che Sofronia, non può essere sua madre in quanto era ancora vergine. La ragazza spiega che Torrismondo è il suo fratellastro, dato alla luce da sua madre mentr il re era in guerra. La madre per nascondere il misfatto, aveva abbandonato la figlia con il piccolo, e i due erano vissuti nel bosco fino all arrivo dei briganti e di Agilulfo.

            Saputa questa verità, Rambaldo giunto nel frattempo alla grotta con Bradamenta, va alla ricerca di Agilulfo per dirgli che il suo nome e il suo titolo non sono più in pericolo. Ma purtroppo, Agilulfo è sparito. Rambaldo trova solo la sua armatura e stavolta è vuota per davvero. Il giovane allora, la indossa. Quando Bradamenta vede l’armatura bianca, crede che sia Agilulfo. Il ragazzo non ha il coraggio di dirle la verità e fa l’amore con la ragazza. Quando questa, però, scopre l’inganno, fugge e sparisce per sempre. Il povero Rambaldo passera tuta la vita a cercarla, e a cercare Agilulfo, l’unico con cui potrebbe parlare dei suoi problemi. Anche Gurdulu, cerca il suo padrone, ma in vano. Torrismondo e Soffronia, invece, si stabiliscono a Curvaldia. Il giovane aveva aiutato gli abitanti a liberarsi da Cavalieri del Graal. La città era molto cambiata perché i cittadini avevano finalmente capito che nulla era impossibile se si voleva veramente, e che un uomo va giudicato per quel che vale. Avevano imparato finalmente ‘di essere al mondo’.

            E Bradamenta? Si scopre che è lei la narratrice, entrata in un convento di clausura. Ma quando Rambaldo arriva alla porta, lei si toglie le vesti di monaca e gli va incontro. E insieme vanno in giro in cerca di avventure.

 

Personaggi:

            Agilulfo - Il paladino è organizzatissimo ed efficiente, ma anche molto pignolo; e questa sua pignoleria e i rimproveri che fa agli altri paladini, che non si comportano come lui, lo rende molto antipatico. D’altra parte, è solo questa sua ostinazione e forza di volontà che gli permette di esistere anche se in realtà non c’è. Egli, però, è praticamente un robot. Per cercare la perfezione, dimentica completamente i sentimenti umani.

            Gurdulu - Non sa bene chi realmente egli sia. Cambia continuamente: se mangia la zuppa, crede di essere una zuppa, se vede una rana, si comporta come una rana. La gente lo chiama con nomi diversi, ma per lui comunque è lo stesso, ogni nome gli va bene. Matto forse non lo si può dire: è soltanto uno che c’è man non sa di esserci.

            Rambaldo è un giovane inesperto. Vorrebbe capire ma non ci riesce perché le risposte che riceve sono sempre diverse e contrastanti.

            Carlomagno, i paladini ed i cavalieri del Graal sono completamente diversi da come ci aspetteremmo. Il loro comportamento non è certo nobile e da idealizzare.

 

Biografia:           

Italo Calvino nacque a Cuba da genitori Italiani nel 1923. Crebbe in Italia dove prese parte alla resistenza. Fin da giovanissimo, si dedicò all’attività letteraria (il primo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno è del 1947). Militò nel partito comunista fino all’invasione delle truppe sovietiche in Ungeria nel 1956. Lavorò presso la casa editrice Einaudi, dove conobbe il Pavesi, che influenzò molto la sua formazione letteraria. Più tardi, diresse insieme a Elio Vittorini ‘il Menabò’, importante rivista politco-letteraria. Dagli anni sessanta visse a Parigi. Fra le sue opere più importanti si trovano Il Barone Rampante, I nostri Antenati e Le fiabe Italiane, non che il famoso Marcovaldo e Le Cosmicomiche e molto altre. Morì a Siena il 19 settembre 1985.

 

Messaggio dell’Autore:

            Penso che il Calvino con questo racconto voglia criticare e prendere in giro la nostra società che ci impone avvolte ideali che sono del tutto sbagliati. Nel suo racconto, per esempio, Carlomagno, i paladini e i cavalieri del Santo Graal, non hanno certo il comportamento che ci aspetteremmo da dei nobili cavalieri idealizzati da sempre. E questi falsi ideali, spesso confondono l’uomo, che così non sa più come comportarsi. E allora viene fuori l’uomo che c’è, ma in realtà non sa di esserci, come Gurdulu, oppure l’uomo che esiste, ma in realtà non c’è perché e come un robot e non ha nessun sentimento come Agilulfo, per esempio. Quindi per essere padroni della nostra vita, Calvino ci suggerisce di non lasciarci influenzare dagli ideali sbagliati che ci impone la società, ma di cercare i nostri ideali stessi.

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