IL SITO PER I CERCATORI D'ORO

Un sito con centinaia di pagine rivolte ai cercatori d'oro amatoriali.

 

sei nel Sito di Zappetta Gialla

 

 

 

                                         

pubbl. di Miniere d' Oro,(2003) 

 web.tiscali.it/minieredoro(2004)

La prima parte di questa scheda,fotografie comprese,é l'estratto di un colto articolo di Francesco Corni apparso su "Pagine della Valle d'Aosta" (n°4,1996) della Priuli & Verlucca Editori. Si spera di non averne qui alterata la qualità.

Elemento base e "principio di movimento" del sistema glaciale é il < bacino di circo> dove un accumulo di qualche chilometro quadrato converge verso il suo punto più basso; Il peso della massa determina inevitabilmente sugli strati più profondi una spinta sufficiente a conferire al ghiaccio elasticità e movimento verso valle. La differenza di temperatura tra giorno e notte ,ad alta quota,é tale da incrinare le rocce più compatte. L'acqua,filtrata nelle fessure,di notte gela allargandole e staccando dalle pareti pietrisco di ogni dimensione che,se oggigiorno si accumula in ghiaioni e pietraie,a quei tempi veniva invece inglobato dal ghiaccio che occupava le valli. Questo materiale,sottoposto a pressioni enormi agiva nei confronti sia del fondo che dei lati del letto glaciale come i denti di una raspa,scavando sempre di più e spostandosi a valle ad una velocità media indicativa di 12 km. l'anno. In questo modo i diversi bacini laterali portavano lentamente il loro apporto (ghiaccio e detriti) al fondovalle, confluendo infine con quello della vallata principale per proseguire,come da schizzo, verso le pianure del Nord Italia.  

Dove oggi sorge Aosta (vedi foto a seguire),cioè alla confluenza della vallata principale che inizia ai piedi del Monte Bianco con la valle del Gran San Bernardo ( a destra) il ghiacciaio raggiungeva la sua massima larghezza,circa 3500 metri per uno spessore di 800. Più a valle, verso Montjovet o Bard,dove questa si restringeva particolarmente aumentavano spessore,velocità e conseguente forza di erosione conferendo al fondovalle un profilo a "U" molto marcato come  ad esempio si riconosce ancor oggi nella piana di Arnaz,dalle pareti laterali alquanto levigate,quasi verticali e senza alcun resto di deposito morenico (quest'ultimo proseguì trascinato dai ghiacci  per andar poi a formare la cosiddetta "Bessa", nei pressi di Ivrea). 

Quello che segue è uno degli articoli "amatoriali" sulla storia mineraria della Val d' Ayas che vennero pubblicati sul giornalino del Gruppo C.O.L. e che riassume quel poco (veramente poco) che si sa sulle attività estrattive di quella che è storicamente considerata la prima etnia valdostana. 

"Cercatori d’Oro della  Lombardia"

 

GIROVAGANDO NELLE TERRE DEI "CHALLANT": LE ORIGINI.

All'epoca dell'insediamento Romano, questi trovarono già in loco una popolazione formatasi nel corso delle precedenti occupazioni dal connubio tra Liguri e Galli e che noi riconosciamo sotto il nome di..."Salassi" . Non è forse corretto dire che questi ultimi subirono in tale circostanza una sottomissione nel senso più negativo del termine, perché in fin dei conti i Romani arricchirono e illuminarono con la loro avanzatissima civilizzazione e progresso una popolazione a quei tempi ancora alquanto arretrata. Comunque sia (e venendo al dunque), già i Salassi si erano dati un gran daffare per estrarre oro ed altri minerali forse meno nobili ma altrettanto importanti dalle montagne circostanti. Per l'avanzamento (sempre assai modesto) delle gallerie usavano la tecnica dell'acqua e del fuoco, ben sapendo come il quarzo [def.] si sgretoli quando costretto a repentini sbalzi di temperatura ed in questo modo fecero appunto le loro ricerche minerarie. Si trattava di lavori fatti "a risparmio", cercando cioè di lavorare solo la roccia utile e da lì ne derivavano infatti dei "galleriozzi" talvolta strettissimi e ridotti a vere e proprie fenditure nella roccia che seguivano l'angusto spessore del filone in questione, oppure cunicoli bassissimi e rotondeggianti che rincorrevano col minor lavoro possibile il minerale cercato. Questi scavi, dalle forme quindi molto caratteristiche, sono però oggigiorno non sempre riconoscibili perché la maggior parte di detti lavori è stata poi continuata in più riprese nei secoli seguenti con relativi allargamenti, approfondimenti e spari da mina cosicché, in questi casi, della struttura originaria delle gallerie è rimasto poco o nulla. In pratica, per poter seguir cronologicamente e storicamente la storia mineraria locale con tanto di documenti attendibili e comprovanti occorrerà attendere  il VIII secolo e l' arrivo di Robilant in Val d'Ayas. Nota bene: su questo personaggio che ha avuto un ruolo fondamentale nelle attività estrattive non solo valdostane, é inoltre presente nel web una breve scheda di approfondimento descrivente la sua storia professionale.
 

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