Il Duomo
Nella prima metà del milleduecento, per sostituire una chiesetta distrutta da un incendio, vennero iniziati i lavori di ristrutturazione e ampliamento che avrebbero portato alla realizzazione dell'attuale Cattedrale di Ozieri. La chiesa fu ampliata e impreziosita in più tempi, è infatti molto facile notare al suo interno la presenza di elementi provenienti da tre diversi periodi. Del '200 si può evidenziare lo stile gotico e i resti di quello che era l'altare maggiore oggi incorporato nella cappella di Sant'Andrea, mentre è del '700 il coro ligneo e dell'800 tutte le testimonianze e le caratteristiche architettoniche che portarono alla sistemazione dell'edificio, compresa l'attuale facciata neoclassica. Consacrata all'Immacolata Concezione l'otto Dicembre del 1571 la cattedrale veniva definita una tra le chiese più belle del regno della Sardegna. Interessante oltre che per il buon gusto architettonico, la cattedrale assumeva un ruolo di primaria importanza per la vita ecclesiastica del periodo e per la liturgia ad essa legata. Numerosi furono i nobili ozieresi che contribuirono con le loro donazioni ad impreziosire l'edificio permettendo la realizzazione di quegli elementi che caratterizzano la chiesa. La facciata principale ornata da bassorilievi è scandita da una fila di doppie colonne con capitelli ionici, caratteristica della facciata è la monumentale scalinata realizzata in tufo rosa e granito. Il campanile , realizzato nel 1852, presenta una cupola in stile moresco rivestita da scaglie policrome. L'opera più importante e preziosa del patrimonio artistico della chiesa è senz'altro il Polittico della Madonna di Loreto opera del Maestro Andrea Sanna e giunto nell'Aula capitolare della cattedrale dopo aver trascorso un lungo periodo tra le mura della chiesa della Madonna di Loreto. L'opera per le sue caratteristiche stilistiche e artistiche ha da sempre interessato studiosi e esperti d'arte definendo il Maestro di Ozieri un'artista unico nel suo genere. Nell'altare maggiore spicca un gruppo marmoreo di notevole bellezza, attribuito alla scuola del Canova è formato da tre statue in marmo bianco intarsiato con al centro il monogramma di Maria con le mani sul petto, il volto sereno e il corpo avvolto da ampi panneggi. Due angeli in atteggiamento di adorazione affiancano la Madonna. L'altare del Santissimo Sacramento venne invece edificato nel 1767, formato da due colonne tortili e ornate di stucchi con angeli che attorniano adoranti l'ostia raggiante, è composto da una tela raffigurante l'ultima cena, realizzata dal pittore Giovanni Marghinotti. Il quadro ha la caratteristica prospettica di chi guarda dall'alto e il Cristo pur non essendo in primo piano, acquista un significato dominante. Sempre il Marghinotti iniziò intorno al 1840 e finì nel 1861 il quadro rappresentante la Madonna della Difesa inserito oggi in un altare formato da candidi stucchi. L'altare con la statua lignea di San Giovanni fu invece costruito nella metà dell'ottocento, la statua giunta da Roma raffigura il Santo vestito di pelli ed una tunica rossa, con il braccio destro che si leva in espressivo gesto oratorio e con il caratteristico bastone nella mano sinistra, sulla quale è appeso il cartiglio con la scritta ECCE AGNUS DEI. Interessante è anche il fonte battesimale collocato sul braccio destro del transetto, un particolare degno di nota è il grande ovale di marmo raffigurante, in bassorilievo, la scena del battesimo di Gesù. L'altare di Sant'Andrea in tutto rassomigliante per forma, dimensioni e fregi a quello del Santissimo Sacramento contiene un'urna marmorea con le reliquie di Santa Filomena e le spoglie del vescovo Serafino Carchero. Un quadro dipinto dal Marghinotti raffigura Sant'Andrea nelle mani dei carnefici, con un giudice che lo condanna e un angelo che reca i simboli dei martiri, la palma e la croce. Numerosi sono inoltre gli affreschi e i medaglioni dei santi rappresentati sulle volte della cattedrale. Legati alle celebrazioni liturgiche sono invece una croce in argento dorato del XVI secolo, formata da elementi stilistici che richiamano quelli della croce astile del duomo di Cagliari e un ostensorio in oro del 1936 ottenuto dalla fusione dell'oro donato dai fedeli e impreziosito con pietre, coralli e smalti.