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DISEGNI ANATOMICI DI GIUSEPPE BOSSI

LE LITOGRAFIE SOGNI/SERVI

E' UN REPERTORIO DI MODELLI A STAMPA PER LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA UMANA

 

 

"Egli è cosa nota essere la gioventù posta ne'principij a copiare gli occhi, le bocche, i nasi da qualche stampa o disegno. Da questi si passa alla testa, ed alle singole parli del corpo umano. Poi si propone allo scolaro la figura intera, sempre dandoglí per esemplare una stampa, od un disegno,,

Carlo Verri, 1814

 

Che le tecniche incisorie nascano, prima che come fatto espressivo, quale necessità di trasmissione e moltiplicazione di modelli è cosa nota e sulla quale già altri si sono ampiamente soffermati. A chi scrive tocca il compito, nell'ambito degli aspetti legati alla r íproducibilità, di introdurre il materiale a stampa raccolto a fini didattici e destinato a costituire una propedeutica per la rappresentazione del corpo umano. Non ci si avventurerà quindi in valutazioni qualitative né si mirerà a dare un quadro dettagliato dei fogli a soggetto anatomico, di elementi di figura, o di figura intera posseduti dall'Accademia, onde non scivolare in un altro tema: quello complesso e affascinante della metodologia di studio della figura umana, argomento di cui si è altrove delineato un percorso evolutivo per quanto riguarda il periodo neoclassico e romantico' e al quale ci si augura possa essere in futuro dedicato lo spazio, anche espositìvo, che il tema richiede.

Volendo dare alcune indicazioni sui principali gruppi grafici che hanno accompagnato studenti più o meno famosi nel loro tirocinio a Brera, si distinguerà un primo nucleo di fogli che raccoglie i cosiddetti elementi di figura, cioè quei particolari come bocche, occhi, nasi, mani ecc. che costituivano il cimento primo degli allievi e che erano in dotazione della Scuola di elementi di figura.

Il piano disciplinare del 1803 (di Giuseppe Bossi) recitava (art. IX):

1"5. La scuola degli elementi di figura è divisa in due classi: la prima disegna dal rilievo le figure intiere; la seconda copia da stampe o disegni le parti del corpo umano.

7. Fino a che non si possa far uso dei corsi elementari il professore comincerà dal far disegnare alcune parti della testa da stampe o da disegni approvati dalle Commissioni; quindi per gradi le altre parti dei corpo umano, dandone le giuste proporzioni prese sulle migliori statue ed approvate come sopra.

8. il professore fa ogni settimana una lezione o esercitazione teorico pratica tendente principalmente ad avanzare gli allievi nello studio delle proporzioni e nella conoscenza della macchina umana, Li conduce poi ogni mese nella Sala delle Statue e, nella Pinacoteca per fare ad essi osservare le migliori opere, applicandovi gli insegnamenti delle esercitazioni e deducendone metodi, misure principi ecc."2

 

Dall'elenco delle stampe riportato nell'Inventario degli Oggetti, esistenti nella Scuola degli Elementi di Figura nell' I. R. Accademia di Belle Arti, che servono per l'ístruzione degli Allievi in detta Scuola, Lí 28 Dicembre 1832 si rileva l'esistenza di un buon numero di incisioni di particolari, soprattutto teste, derívanti da quadri o da statue celebri. Tra essi:

Teste incise tratte dal Quadro della Madonna seduta dei Pesce, cioè S.Gerolamo, Tobia, e l'Angelo.

Testine incise, un Bambino dell'Anselmi, e un S. Giovannino da Raffaello.

Testa di S.ta Elisabetta da Raffaello.

Testa di Arianna incisa, da un dipinto antico..

E ancora: Quattro piedi non intieri incisi. Una mano, ed una testina di profilo non intiera incise. Teste diverse non intiere incise. Piedi, e mani incise.

Stampine con bassorilevi incisi da Galestruzzi, comp.ti da Michelangelo da Caravaggio. [ ...1

Pezzi, cioè nasi, bocche, occhi, orecchie ec. incisi.

Tutti incorniciati coi rispettivi vetri, tranne qualcuno spezzato.

Pezzi come sopra, cioè nasi, bocche, occhi, orecchie ec. stesi sopra le tavole, senza vetri. Fogli volanti coi medesimi principi, incisioni Francesi, rinchiusi nel cassetto..

Dagli "elementi" si passava al disegno della figura intera, copiata anch'essa dalla stampa. Possiamo distinguere quindi un ulteriore insieme grafico, con funzione di materiale didattico, costituito soprattutto da incisioni di gruppi plastici o di statue singole. La riproduzione del Laocoonte, dell'Ercole Farnese, del Torso Belvedere, della Venere dei Medici e via dicendo, costituivano per lo studente la palestra per un approccio ai problemi posti dalla figura intera, prima di passare alla copia dalla statua e infine dal modello vivente.

Della pubblicazione di tali soggetti l'accademia conserva una copia integrale opera di Giovanni Volpato e Raffaello Morghen intestata Principi del Disegno, tratti dalle più eccellenti statue antiche per li Giovani che vogliono incamminarsi nello studio delle belle arti pubblicatí e incisi da Giovanni Volpato e Raffaello Morgben in Roma nella Stamperia Pagliarini 1786 con licenza de'Superiori. La serie delle incisioni è preceduta da un testo didattico-introduttivo che illustra misure, rapporti, proporzioni delle statue considerate.

E' interessante a questopunto notare come l'esercizio dalla stampa abbia determinato una contaminazione tra il disegno accademico e il segno di riproduzione. Il primo si modellò infatti sul secondo, ricercandone le finezze, ripetendone il tratteggio e copiandone i partiti della luce.

Anche su tali aspetti si diresse la critica romantica nei confronti del metodo d'insegnamento accademico d'impostazione neoclassica,3 che venne a rompere la sequenza "dalla stampa, dalla statua, dal nudo" per privilegiare senza indugi la palestra dei vero, del disegno dal modello vivente: puntuale e fedele testimone della propria storia, l'Accademia di Brera conserva un fascio di litografie riproducenti disegni "di nudo" realizzati nella Scuola di Figura, rivelando come al mutare dei metodi di insegnamento sia seguita anche un'inversione dei rapporto tra modello e copia.

Un altro gruppo di fogli sciolti è costituito da particolari miologici e osteologici; ad esempio, una figura di écorché in veduta laterale, oppure una desunzione anátomica della muscolatura del volto, del tipo di quelle, bellissime, dell'Anatomie du gladiateur combattant di Salváge.

Tralasciando i vari testi rilegati, si citerà ancora una pubblicazione tardo seicentesca di incisioni osteologiche, miologiche e dalla statua. Si tratta dell'Anatomia per uso et intelligenza del disegno ricercata non solo su grossi e muscoli del corpo humano, ma dimostrata ancora su le statue anticbe più ínsigni di Roma delineata in più tavole con tutte le figure in varie faccie e vedute. Pubblicata sotto la direzione di Carlo Errard, direttore dell'Accademia di Francia in Roma, per l'istudio di pittori e scultori, deriva per la parte osteologica e miologica da preparazioni dallo scorticato di Bernardino Genga. La data di pubblicazione è del XV Settembre MDCXCI.

Uno spazio particolare si vuole ora dedicare alla riproduzione dei disegni anatomici di Giuseppe Bossi, dei quali furono stampate le litografie sotto la direzione dei pittori Gipseppe Sogni, professore della Scuola di elementi di figura dal 1836 al' 1860, e Giovanni Servi, professore aggiunto a quella Scuola. Il volume è dedicato a Pompeo Marchesi, professore di scultura all'Accademia di Brera. La stampa,avvenne in Milano (s. d., ma dopo il 1839) presso la litografia Gallina, mentre i disegni furono litografati da Carlo Porro e Francesco Corbetta, all'epoca allievi dell,'Accademia. Essi, in data 6 maggio 1839 e raccomandati da G. Servi, chiedevano al Presidente dell'Accademia il permesso di portare fuori dall'Istituto, uno alla volta, i disegni anatomici di Bossi. Dal documento, individuato da chi scrive e che si pubblica integralmente 4 parrebbe di capire che la riproduzione litografica sia stata un'iniziativa soprattutto di Servi, cui Sogni potrebbe aver aderito successivamente in quanto titolare della  Scuola di elementi di figura. 1 disegni miologici originali erano infatti in dotazione a tale Scuola, come si desume dall'Inventario del 1832 dove  al primo punto si legge: "N' 30 pezzi d'Anatomia disegnata dal Cav.c Gius.e Bossi, e ciascuno di essi con cornice e vetro..

Questi passarono successivamente alla Scuola di Anatomia, presso la quale, come si vedrà, sono rimasti fino a tempi recentissimi.

La stampa litografica non riproduce la serie completa dei disegni bossiani, i cui soggetti ci sono integralmente testimoniati dalle impressioni, calcate nel 1814 quindi quando Bossi era ancora in vita e donate all'Accademia milanese dai fratelli Antonio e Luigi Porro. Mentre Bossi si era spinto a descrivere anche dettagli muscolari topograficamente più profondi, la scelta per la pubblicazione ha privilegiato i particolari  di miologia superficiale (che maggiormente interessano gli artisti), accompagnandoli con il corrispondente disegno osteologico. Le tavole litografiche, a colori e gradevolmente calibrate nei toni, sono venti (con numerazione romana) e offrono un quadro descrittivo completo del corpo umano, dalla testa al piede. Alle parti osteologiche litografate corrisponde una serie di disegni a grafite su carta bianca attribuiti a Carlo Sommariva, e ancb'essi pervenuti all'Accademia grazie alla donazione di A. e L. Porro. La cartella che li contiene riporta la seguente dicitura: "N.15 disegni Osteologici presi dal vero dal pittore Carlo Sommariva, corrispondenti a quelli di Anatomia del pittore Cav.re G.Bossi.. La corrispondenza con i disegni anatomici di Bossi è da identificare con la ricostruzione sullo scheletro delle vedute, e delle posizioni dei preparati miologici rappresentati dall'artista neoclassico. Si pensa inoltre di non essere troppo lontani dal vero nell'ipotizzare che tali disegni ostcologici siano stati realizzati appositamente per la pubblicazione delle litografie (considerata anche la provenienza degli stessi, la medesima delle impressioni) onde offrire all'opera a stampa il corpo di un vero e proprio trattato anatomico.

Non ci si addentrerà ora nella storia dei disegni, delle impressioni, delle integrazioni osteologiche del Sommariva,9 delle litografie e della vicenda didattica di questi materiali: sono argomenti che chi scrive ha in corso di studio e sembrano da destinare ad una trattazione che possa rendere nota, oltre che la storia, l'estrema bellezza dei fogli del versatile allievo del Parini. Non si negheranno comunque alcune informazioni sui disegni originali. Effettuati direttamente da preparati anatomici, sono del periodo romano di Bossi (tra il 1795 e il 1798) che li eseguì "nell'Ospitale della Consolazione, disegnando in grandezza naturale le varie parti del corpo umano a due lapis, imitanti il vario colore dei muscoli e dei tendini. (Gaetano Cattaneo, 1836); nel 1814 ne furono realizzate le trentuno rilegate in Album: ad esse fu unito, in apertura, il disegno miologico originale della testa in veduta anteriore cui corrisponde il primo calco. Sulla copertina sta la scritta dorata:, Impressioni dei disegni anatomici,del pittore-cav. Giuseppe BOSSI ADCCCXIV Nell'anno 1828 l'accademia di Brera acquistò dalla sig.a Anna Vernetta (erede Bossi) trenta disegni anatomici, presi dal vero autore Giuseppe Bossi per destinarli alla Scuola degli Elementi di Figura. Questi, come si è visto, compaiono nel summentovato  nventario del 1832; nel 1833,,inoltre, il titolare della Scuola di elementi di figura, Agostino Comerio, elggiava I' acquisto fatto dall'Accademia, illustrando al Presidente il notevole vantaggio negli studi e nel disegno che agli allievi derivava dalle anatornie del grande riformatore di Brera (documento conservato dall'Accademia milanese e di cui si promette la pubblicazione). Successivamente tali disegni furono ereditati dalla Scuola di Anatomia Artistica, che li ha avuti in uso, mimetizzati tra le copie degli studenti che nel tempo sono cresciute loro intorno e, ahimè, decisamente assottigliati nel numero, praticamente fino ai giorni nostri.

Nonostante la loro pubblica esposizione come materiale didattico e il loro girovagare per varie aule di Brera a seguito della Scuola di Anatomia, è come se queste tavole non fossero mai state "vedute". Giorgio Nicodemi (1915) le considerò disperse come tutti i disegni dei periodo romano di Bossi, anch'essi conservati invece in buona parte all'Accademia riferendo solo delle litografie curate da G. Sogni e G. Servi; Eva Tea (1940) scrisse di schizzi anatomici dei Bossi. a proposito delle impressioni Porro; in anni a noi più vicini altri ha infine pensato che, le impressioni della Raccolta Bertarelli di Milano potessero riguardare i disegni per le litografie Sogní/Servi, ma non coincidono i soggetti. 1 titolari di cattedra di Anatomia artistica, fino al decennio scorso di formazione medico-scientifica, non riconobbero la bellezza dei segno, la sicurezza del gesto grafico, la qualità globale della pagina e continuarono ad usare i fogli di Bossi insieme con altri realizzati successivamente, o che di quelli erano copia, come strumento integrativo o sostitutivo delle lezioni di anatomia umana sul decorticato. Al professor Franco Fizzotti, che presso la Scuola di Anatomia ha insegnato per la parte artistica dagli inizi degli anni Cinquanta, si deve il primo, intuitivo, riconoscimento della paternità bossiana di alcune di queste miologie e la conseguente, strategica, operazione di tutela materiale che permette oggi all'Accademia di fregiarsi di questo ulteriore patrimonio.

Chi scrive si sente al momento di affermare che, oltre alla veduta anteriore di testa e collo posta in apertura dei fascicolo delle impressioni, sono sicuramente di Bossi altri undici disegni. Vi sono poi alcune copie, di cui due datate 1843 e 1844, e altri disegni anatomici che per ora pongono soprattutto interrogativi. Qui si pubblicano, per la prirm volta e come anticipazione, due particolari: il disegno originale della veduta laterale e in scorcio della testa, accompagnato dalla relativa impressione e starppa litografica (fig. 1-3); l'impressione e la stampa litografica della veduta dorsale della mano, il cui disegno originale è purtroppo disperso (fig. 4-5).

Note

1 Cfr. P. Salvi, 1 disegni di 'figura " dell'Accademía di Brera, in "Quaderni di Brera", 7, edizioni Centro Di, Firenze, in corso di pubblicazione.

2 Cfr. E. Tea, Accademia di Brera, Milano,L 1948, pp. 375-376.

3 Cfr. P. Selvatico, Uno sguardo sulle convinzioni della odierna pittura storica italiana in "Rivista Europea", febbraio 1839, passim. 4 -Egregio Cavalier Presidente

Desiderando i sottoscritti Allievi di questa I.R. Accademia di riprodurre in Litografia i pezzi anatomici esistenti in questa scuola disegnati dal Cav. Gius. Bossi, che il Distinto Pittore Sig.r Giovanni Servi -si degna di onorare colla sua direzione, pregano perciò la bontà sua onde voglia permettere ogni volta l'esportazione di un pezzo dei suddetti disegni obbligandoli a corrisponderne la garanzia, il che sperano etc.

Carlo Porro disg.e Francesco Corbetta litog.o Milano li 6 Maggio 1839

Attesto che gli Alunni di questa I.R. Accademia Carlo Porro dis,e, e Francesco Corbetta Lit.o, la loro condotta nella Scuola El.i di figura fu sempre di grandissima lode, e che in quanto il Sig. Porro, la sua capacità in riprodurre litograficamente i disegni An.i dei Cav. Gius. Bossi sia da far onore alla generosità del Síg.r Cav. Presidente nel concedergli questa grazia, ed avendo poi esperímentato la loro morale per qualche anno, credo di poter garantire per questi due individui

Aggiungo anch'io una preghiera, e n-úlle riconoscenti ringraziamenti Al nostro vero Protettore Gio Servi Pit.re,

5 Cfr. Franco Fízzotti intervistato da Paola Salvi, in La città di Brera, catalogo della mostra, Milano 1993, pp, 118-119, dove il prof. Fizzotti riferisce delle sorti di questi disegni e delle numerose copie di studenti dell'ottocento. Si legge: -i disegni anatomici che abbiamo donato alla Biblioteca dell'Accademia sono i pochi resti di quello che era un grosso patrimonio. Nella vecchia aula di anatomia, quella dove oggi si fanno i consigli dei docenti, tutti i muri erano tappezzati da disegni dell'ottocento, fatti da allievi dell'Accademia. Poi, durante gli spostamenti che ci sono stati la Scuola di Anatomia ha girovagato per tutta Brera -, sono andati man mano dispersi. Erano incorniciati in cornici di misura, facilmente asportabili, e via uno ... via l'altro ... finché io ho fatto fare delle cornici lunghe che ne raccogliessero almeno sei per volta, e quindi più difficili da trasportare. E così che sono riuscito a salvare quelli che ancora oggi si possono vedere,,

 

 

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