Ultimo aggiornamento: 22/10/2003 22.10.11

 

 

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La costruzione di particolari ed accessori in vetroresina

La struttura di un manufatto in fiberglass (è il nome che danno gli Americani al prodotto) è abbastanza nota uno o più strati di tessuto, feltro o filato di vetro  ( oggi ce ne sono di veramente di finissimi come la seta e dunque molto malleabili per acquistarli provate a recarvi nei negozi di che vendono articoli per carrozzeria non di modellismo vi pelano il portafoglio)  che, impregnato di una particolare resina di tipo poliestere,dopo l'indurimento di quest'ultima viene ad assumere una consistenza  assai robusta, pur mantenendo ottime doti di elasticità, resistenza alle vibrazioni e peso ridotto. Innanzitutto,che cos'è la resina che dobbiamo usare.   Tralasciando qualsiasi spiegazione scientifica che non è il caso di affrontare, giacché si vuole restare su un piano volutamente pratico,il prodotto da usare è la resina poliestere commerciale,prodotta da varie case specializzate e venduta commercialmente in confezioni da uno o più chilogrammi. Si tratta di un liquido denso, vischioso, sembra miele come consistenza (ma non è consigliabile assolutamente di mangiarlo)che resta tale fintanto che non è mescolato con particolari agenti che gli fanno cambiare stato (da liquido a solido). La resina poliestere viene venduta pura e richiede, prima dell'uso,di essere miscelata in proporzioni appropriate con liquido catalizzatore o accelerante che, come dice il nome accelera il processo di indurimento della resina stessa (polimerizzazione). L'indurimento non è però rapido, anzi, se la resina viene conservata in lattina chiusa e ha temperatura ambiente non elevata, in queste condizioni dura anche parecchi giorni o mesi. Per farla polimerizzare rapidamente bisogna aggiungere proporzioni corrette consigliate dal fabbricante di un altro liquido detto catalizzatore. Questa sostanza innesca per modo di dire il processo di concatenazione delle molecole di resina e quindi dell'indurimento. La trasformazione della resina così preparata è totale in ventiquattro ore, ma già buona dopo un paio d'ore appena, se il liquido catalizzante è giustamente proporzionato e la temperatura dell'ambiente elevata ( fino a 60° centigradi ).Vale a dire che in un paio d'ore il manufatto si presenta già solido e compatto anche se non ancora caratterizzato dalla massima resistenza meccanica. Il secondo elemento che compone la vetroresina (lo dice il nome ) è la lana di vetro che può essere usata sotto forma di tessuto a trama semplice se ne reperiscono anche di finissime come la seta in commercio o di feltro negli spessori e pesi più disparati. Ed ecco ora la meccanica generale di procedimento: si adatta la pezzatura sufficiente di tessuto o matt (così viene chiamato il feltro di filato vetroso )su una superficie e, con il pennello, si imbeve totalmente di resina accelerata e catalizzata il tutto. Poi si può andare a spasso per qualche ora. Appena tornati si troverà il nostro "impacco"indurito, e se in precedenza avremo avuto cura di pennellare di grasso o di una apposita lacca distaccante la superficie di base, non troveremo difficoltà a separarlo da essa. Avremo in mano un pezzo di buona consistenza, elastico o fragile, a seconda delle proporzioni resina-vetro, translucido e che lascia passare le onde radar. Quest'ultima prerogativa nei prodotti in vetroresina non sarà particolarmente interessante per I comuni utenti di questo materiale ma ha comunque fatto felici I costruttori di aeroplani e la citiamo come informazione. Comunque è un'esercitazione accademica, ormai in possesso di tutti I prodotti necessari, mancherà di fare,vuoi per curiosità, vuoi per incredulità, prima di lanciarsi nella preparazione di un vero e proprio modello o in un vero e proprio pezzo. Facciamo a questo punto un elenco di tutto quello che può servire per iniziare la nuova entusiasmante attività:le materie prime, resina e vetro le abbiamo descritte, aggiungiamo ancora la lacca distaccante e il solvente per asportare tracce di resina e per pulire le mani, pennelli ed altro. Il più adatto è lo xilolo, ma vanno abbastanza bene anche l'acetone o il solvente alla nitrocellulosa ( diluente nitro ). Gli strumenti necessari sono abbastanza pochi: una serie di pennelli di varie dimensioni, di setola dura, e adatti a lavorare di punta per riuscire ad impregnare totalmente il filato vetroso; una provetta graduata per misurare l'esatta quantità di catalizzatore da aggiungere alla resina, un coltello affilato, forbici robuste, raschietti a lamina, carta vetrata e un recipiente flessibile in plastica per contenere la resina e bagnare  il pennello. Il recipiente deve essere in plastica flessibile perché a lavoro finito può essere scrostato dai residui di resina disseccata semplicemente deformandolo. Supponendo a questo punto di volerci costruire un serbatoio adatto alle nostre esigenze, sia estetiche che di ingombro, la prima cosa da fare sarà la costruzione del modello. Si tratta di fare un manichino del serbatoio in legno, rifinito sia nella superficie superiore sia in quella inferiore, che, rispettivamente, dovranno essere la base di appoggio per I successivi lavori che porteranno a disporre finalmente dei due semigusci componenti il serbatoio stesso. Il modello può essere fatto in gesso o anche in polistirolo espanso o, addirittura in lamiera. L'importante è che le superfici siano poi stuccate, lucidate e verniciate alla perfezione. Nel caso del poliespanso, bisogna scegliere un tipo di prodotto piuttosto compatto e curare la stuccatura che dovrà avere un discreto spessore per assicurare una certa consistenza della superficie. Non è necessario spiegare che ambedue I gusci del serbatoio dovranno essere privi di cosiddetti sottoquadri per permettere l'estrazione del guscio in resina che su di essi verrà modellato. Qualora la forma del modello non permetta l'estrazione bisognerà studiare un metodo di scomposizione del guscio o del modello per lo smontaggio. Quando la superficie del modello è finita verniciata e lucidata, si passerà a spruzzo o a pennello un paio di riprese di lacca distaccante ( un prodotto a base cerosa che impedisce l'adesione della resina ),quindi si inizia a disporre le prime pezze di tessuto vetroso impregnandole via via con resina già catalizzata. E' importante preparare la sola quantità di resina necessaria e sufficiente al trattamento singolo di ogni lembo di tessuto, in modo che non si corra il rischio di lasciarla indurire in barattolo, nel corso delle applicazioni successive. Con un po' di esperienza si arriverà ben presto a valutare subito la quantità esatta di resina necessaria all'impiego immediato che non deve essere superiore a venti  minuti, pena l'inizio della polimerizzazione. Tutto il dorso superiore dovrà essere ricoperto con un paio di strati sovrapposti di filato impregnato regolarmente. Ricordate sempre che la miglior consistenza del fiberglass si ottiene quando si impiega a parità di armatura vetrosa la medesima quantità di resina, sempre che essa abbia imbevuto  perfettamente il matt  o tessuto. Per  questo motivo si insista molto con il pennello picchiettando verticalmente sulla superficie e si abbia cura che non restino incorporate bolle d'aria. Con poca resina e tanto vetro intimamente mescolati, si ottiene un prodotto finito, sottile e robustissimo con ottime doti di elasticità. Finito il trattamento al dorso superiore del modello e dopo l'avvenuto indurimento, si sformi il guscio in fiberglass delicatamente per non romperlo e si controlli quindi la quantità della superficie interna ottenuta. Se il modello era ben rifinito e la resina applicata con cura, non dovrebbero esserci bolle d'aria o imperfezioni. In ogni caso, queste eventualità, andranno corrette con stucco e tutto l'interno del guscio lucidato e rifinito con resina pura da superfici. Il guscio così ottenuto è lo stampo vero e proprio, all'interno del quale costruiremo uno o più elementi che costituiranno il serbatoio vero e proprio. Il perché è stata costruita una femmina intermedia fra modello e pezzo finito è per ottenere una superficie esterna il più possibile rifinita che richieda soltanto più semplici ritocchi. Il procedimento per la costruzione del particolare o di un modellino è analogo a quello descritto per lo stampo femmina: lacca, distaccante, tessuto, resina e via di seguito fino a che si ottiene lo spessore e la compattezza voluta; ancora qualche ora di attesa paziente e verrà la conferma di aver fatto un buon lavoro. La parete inferiore va fatta con lo stesso metodo curando sin dalla costruzione del modello lo studio della giunzione dei due elementi in modo che poi, al momento di chiudere il serbatoio non ci siano punti eccessivamente difficili da otturare con resina per garantire la tenuta. L'alloggiamento del tappo e dei rubinetti va definito fin dal modello in legno e, per la basa di attacco dei rubinetti, vanno previste le boccole in metallo tornite, con una flangia di base piuttosto larga per assicurare la perfetta tenuta di benzina, giacché l'adesione della resina al metallo è buona ma non ottima, per cui è meglio che la superficie di contatto sia particolarmente abbondante. L'importante è che ci sia pochissima luce lungo tutto il perimetro della giunzione e che I due lembi del serbatoio presentino uno scalino fra di loro per permettere di colare la resina sigillante. A serbatoio finito è opportuno colare all'interno un certo quantitativo di resina fluida che si sistemerà sul perimetro di giunzione e darà maggior garanzia di tenuta ad indurimento avvenuto. Per ottenere la miglior finitura delle superfici si usa solvente, il trattamento con "gel - coat " una specie di vernice colorata a base di resina poliestere che viene applicata sullo strato di lacca distaccante prima di operare con vetro e resina. A pezzo ultimato lo strato di gel - coat resta incorporato nella superficie esterna del particolare e, poiché è colorato, costituisce un ottimo fondo per  la tinteggiatura oltre che minimizzare ( data la sua fluidità) il pericolo di bolle d'aria superficiali. Il modello femmina è bene che sia preparato con due o più strati di matt e rinforzato all'esterno con pezzi appropriati di legno per conservare, una volta essiccato, la massima rigidità nei seguenti lavori di produzione dei particolari definitivi. La rifinitura dei bordi sia dello stampo che dei pezzi va fatta con forbici e trinciante ( trancino ), successivamente si potranno impiegare carte abrasive di grado sempre più fine fino ad ottenere una superficie lucida come quella dello stampo. La scelta del feltro o del tessuto a seconda dei vari elementi da costruire va fatta un po' sulla base da ella propria esperienza. In genere si utilizza il feltro o matt, quando si debba operare su superfici a doppie curvature per la miglior adattabilità. Il matt infatti può essere snervato appallottolandolo in mano prima di disporlo sulla superficie di lavoro e ugualmente pennellandolo si adatta meglio alla conformazione del modello. La femmina o stampo è bene sia appunto costruita con feltro vetroso in vari strati. Questo materiale di tipo tramatura è però più soggetto ad incorporare bolle d'aria e pertanto richiede un lavoro di pennello o di rullo superiore che non il tessuto. L'adozione del tessuto è invece ottima quando si lavori su superficie ampie e a curvature semplice: è facilissimo da impregnare e richiede una certa cura nel lavoro di ..... sartoria, di adattamento cioè delle parti da accoppiare al modello. Il tessuto va sempre messo con la trama diagonale alla forma del particolare che si vuole ottenere e deve essere impiegato almeno in doppio strato. Ottimi risultati infine sono stati ottenuti con uno strato di tessuto ed uno di feltro accoppiati. In ogni caso nei punti dei manufatti che richiedano rinforzi particolari o strati ulteriori il tessuto è il materiale adatto per risolvere la situazione. In apparenza, prepararsi personalmente gli elementi per la propria motocicletta può sembrare un lavoro abbastanza complesso; non lo è in pratica, specialmente se chi si accinge a farlo ha un po' di fantasia e sappia far fronte alle piccole difficoltà che, credetemi saltano fuori improvvise nel corso del lavoro. La giusta proporzione fra filato vetroso e resina applicata, sarà il prodotto di un'esperienza che si forma man mano che si affrontano I vari lavori, in modo tale da ottenere a seconda delle necessità un prodotto, elastico rigido, pesante o sottile a piacere. Così pure, la dosatura dei prodotti, accelerante e catalizzatore verrà fuori spontaneamente con le necessarie correzioni consigliate, a seconda che si desideri un indurimento rapido o lento. Non si pensi però che prima di acquistare la necessaria pratica passi troppo tempo: è un campo talmente appassionante che ci si abitua ben presto, la necessità aguzza l'ingegno, al punto che in breve tempo ci si sente in gamba per affrontare l'esecuzione dei particolari più difficili. Aggiungiamo ancora qualche consiglio pratico dettato da esperienze personali nel settore. Primo: la lana di vetro è una delle cose più maledette che si trovino a questo mondo; si infiltra dappertutto e se viene a contatto con la pelle provoca, piantandosi sotto l'epidermide, pruriti e irritazioni noiosissime. Si evita utilizzando sempre una tuta con I polsi a elastico e guanti in gomma sottili, tipo quelli da chirurgo che si sono rilevati ottimi. Secondo : inevitabilmente, lavorando di pennello, si finisce prima o poi per toccare la resina molle o il vetro; dopo un po' le mani diventano " barbute ". Il rimedio, giacché lavorare in queste condizioni è scomodo, è lavarle con solvente e lasciarle asciugare prima di riprendere. Se non si lavora a mani nude si lavano I guanti e si evita anche l'irritazione alla pelle causata dal solvente stesso che, come noto, non è considerato fra le migliori creme di bellezza. Un'ultima cosa infine: conservate sempre I pennelli a bagno nel solvente fra una mano e l'altra anche per un solo minuto di inattività, affinché non si rovinino, ed evitate nel modo più assoluto di toccare la resina non catalizzata con mani, pennelli o altro bagnati di resina pronta all'uso perché potrebbero innescare comunque il processo di polimerizzazione che vi manderebbe a ramengo tutta la latta di prodotto. Mi auguro di non aver confuso troppo le idee; le povere istruzioni date possono servire per iniziare e, chi ne avrà voglia, vedrà che non è poi così difficile come può sembrare a prima vista. L'importante è partire con buona volontà e non perdersi di coraggio ai primi contrattempi, e di dedicare il tempo dovuto..........buon lavoro! La seguente recensione è stata tratta da una vecchia rivista di motociclismo!!!

 

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