MUSEO DELLA FOTOGRAFIA               
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August Sander
(1876 - 1964)



 

Volti, immagini e relative verità

Sotto i vostri occhi si svolge in certo qual modo una storia della nostra società, ovvero, più esattamente, uno studio sociologico. Un'analisi sociologica che fa a meno delle parole e si fonda esclusivamente sulle immagini, quali ad esempio sui ritratti di personaggi in costumi folcloristici. Tale è la grande impresa realizzata grazie allo sguardo di questo fotografo, alla sua intelligenza, alla sua cultura, al suo senso di osservazione - e, non dimenticando, alla sua impressionante padronanza della tecnica fotografica. Come esiste un'anatomia comparata, che illumina la nostra comprensione della natura e della storia dei nostri organi, così Sander ci propone la fotografia comparata, una fotografia che supera il dettaglio per collocarsi in una prospettiva scientifica. Sta a noi leggere in queste foto - la cui raccolta costituisce un materiale di scelta per lo studio della storia culturale, economica e sociale di questi ultimi 30 anni. Ecco i tipi della gente di campagna: essi sono probabilmente fissati nella misura in cui la forma del piccolo sfruttamento rurale ha raggiunto ormai da molto tempo una certa stabilità.
Questo gruppo non si è dunque estinto, non è scomparso al giorno d'oggi, è soltanto la sua importanza che ha forse regredito. Ecco quindi queste famiglie unite, e non c'è bisogno di scorgere aratro e solco per leggere sui tratti di questi uomini e di queste donne i segni di un lavoro penoso e monotono. Un lavoro che indurisce i volti, li consuma. E successivamente notiamo dei cambiamenti in questi contadini, i loro volti si rilassano per effetto di una certa agiatezza e per l'alleviarsi della dura fatica quotidiana. Passiamo poi ai tipi cittadini, cominciando da quelli delle piccole città, poi agli artigiani - poco diversi ancora da quelli dei grandi centri urbani. Confrontiamo questi ritratti con quelli degli industriali moderni. Perveniamo infine al proletariato delle metropoli contemporanee. Abbracciamo d'un colpo d'occhio l'evoluzione economica di questi ultimi decenni. E non dimentichiamo, per meglio comprendere l'insieme del processo, i tipi dei consigli operai, degli anarchici e dei rivoluzionari. Ogni sorta di condizionamenti modellano un essere umano: il cibo che consuma, l'aria che respira, la luce che lo circonda, il lavoro fatto - o no - , infine l'ideologia tipica della sua classe sociale. Le foto di famiglie borghesi con i loro bambini ci fanno sapere ben di più dei lunghi rapporti.Osservate quegli studenti-operai, e accanto quel professore e quella famiglia borghese così tranquilla, ancorata al suo appagamento e scevra di dubbi; le tensioni della nostra epoca appaiono in piena luce. Pensate al rapido mutare dei codici morali nell'arco degli ultimi decenni, alla permanente mobilità di questi codici. Lo studente membro d'una corporazione porta il suo piccolo baschetto, egli ha sul viso degli sfregi e sente sprizzare su di lui il bagliore di una sciarpa. E quel negoziante, dall'espressione così tranquilla, a fianco del suo spasso: essi appartengono ancora all'universo del Diritto e dell'Avere - un mondo completamente diverso da quello dell'industriale moderno -. Ma dietro di loro si intuiscono già altri tipi. La società è in piena trasformazione, le grandi città hanno assunto proporzioni gigantesche, si incontrano ancora alcuni originali, ma già si preparano altri tipi. Osservate a che cosa rassomigliano il giovane commerciante odierno, il liceale di oggidì: chi dunque, 20 anni fa, avrebbe potuto immaginarli così. I vecchi caratteri particolari delle diverse età della vita si dissolvono. E' a ciò che rassomiglia, la giovinezza in cammino. E quella liceale che indossa il costume della giovane d'oggi è un'autentica connetta, una piccola bambola. Tutto ciò spiega in modo tangibile la scomparsa delle frontiere fra le età, la preponderanza della gioventù, il levitare di ringiovanimento e rinnovamento che si insinua fin nel biologico. La vita di queste foto dovrebbe dar vita a racconti, a intere storie, molte di loro le ispirano e costituiscono per gli autori un materiale più stimolante e più ricco delle notizie dei giornali. Se mi è consentito dare il mio parere, queste immagini chiare e penetranti ci insegnano rapidamente cose che riguardano noi e gli altri, molto meglio di quanto potrebbero farlo gli elaborati e le teorie.

*Alfred Doblin


August Sander

profilo biografico



Sander nacque nel 1876 ad Herdorf (Siegerland), borgata industriale circondata da un bacino minerario presso il quale lavorò anche il giovane August e il padre, che di professione faceva l'armatore delle gallerie minerarie. La presenza delle miniere e delle officine meccaniche richiamava a Herdorf la presenza di lavoratori provenienti da varie località tedesche e anche dall'estero, favorendo la creazione nella regione di un vivace spirito pionieristico e multiculturale, atmosfera che probabilmente influenzò fin dalle origini l'interesse di Sander per lo studio dei tipi e dei caratteri umani. E' proprio nella miniere che avvenne la sua scoperta della fotografia, grazie ad un fotografo incaricato dalla direzione di riprendere uno dei pozzi di Herdorf e al quale il giovane August venne assegnato in qualità di aiuto per il trasporto delle attrezzature. Con l'aiuto economico di uno zio e col sostegno del padre, Sander allestì il primo laboratorio in un locale adiacente l'abitazione della famiglia e lì incominciò a fotografare gli operai delle miniere di Herdorf. Alcuni anni più tardi, nel 1930, rievocando durante una trasmissione radiofonica quelli che furono i suoi primi tentativi, egli affermò : "Il mio primo incontro con la fotografia avvenne nel 1890, in un'epoca in cui il kitsch e la degradazione del gusto erano ancora al loro apogeo. Per me, come per tutti quelli che non ne avevano mai avuto, il primo apparecchio fotografico appariva come una scatola magica. I primi negativi che stampai mi procurarono una gioia immensa, più stemperata per i miei familiari i quali trovarono che le rughe dei volti erano poche estetiche e creavano dei brutti effetti. Era come dire che la fotografia di un dilettante non ritoccata non poteva equivalere alle fotografie di pessimo gusto dei fotografi professionisti dell'epoca."
Ebbe poi la possibilità di perfezionare ed approfondire le sue capacità professionali quando venne chiamato alle armi nel 1897. Di stanza a Treviri, nel reggimento di fanteria Von Horn, egli divenne assistente del fotografo militare Giorgio Jung. Dal 1899, cessato il servizio militare, egli intraprese alcuni viaggi in varie città tedesche come assistente fotografo finchè, nel 1901, si impiegò nello stabilimento fotografico Greif a Linz. Raggiunta una certa stabilità economica, si sposò con Anna Seiterimacher e divenne socio del laboratorio; da questo momento il suo nome incominciò ad oltrepassare la ristretta cerchia della sua clientela e iniziò ad esporre con successo i suoi lavori, riuscendo a segnalarsi con la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi. Nel 1910 trasferì il suo laboratorio a Colonia, creandosi una nuova e più ampia clientela, che gli doveva rimanere fedele nel corso della vita. E' di questo periodo l'opera "Uomini del XX secolo", una galleria di splendidi ritratti che suscitò unanimi consensi. A proposito di quest'altro lavoro, Sander scrisse: "Ho incominciato i primi lavori della mia opera "Uomini del XX secolo" nel 1911, a Colonia, mia città d'adozione. Ma è nel mio paesetto del Westerwald che sono nati i personaggi della cartella. Queste persone delle quali io conoscevo le abitudini fin dall'infanzia mi sembravano, anche per il loro legame con la natura, designati apposta per incarnare la mia idea di archetipo. La prima pietra era così posta, e il tipo originale servì da referente per tutti quelli che ho trovato in seguito per illustrare nella loro molteplicità le qualità dell'universale umano".
"Uomini del XX secolo" raccoglie un ampio campionario dei diversi gruppi sociali, dai contadini agli artigiani, operai, studenti, professionisti, artisti e uomini politici chiamati a svolgere il delicato ruolo di testimoni e archetipi della loro epoca. Ciò che sorprende in queste fotografie è l'atteggiamento dei personaggi così apparentemente distaccato dall'istante dello scatto, come se l'espressione delle persone così riprese fosse conforme all'idea che quelle avevano di sé, di ciò che in loro è più tipico, anziché l'adozione di una posa per loro più vantaggiosa ma al tempo stesso più artefatta. Eì come se le qualità narrative dei soggetti fossero già presenti e che il compito del fotografo fosse solamente quello di rispettare la loro più autentica natura. Gli anni '20 a Colonia furono contrassegnati sul piano sociale da forti contrasti e continue tensioni che, se da un lato segnarono il rilancio della democrazia, con l'introduzione del diritto di voto alle donne o l'introduzione della giornata lavorativa di 8 ore, dall'altro sancirono il distacco di ampi settori dell'opinione pubblica, in particolar modo della piccola borghesia, dallo Stato e dalle istituzioni che lo rappresentavano. All'entusiasmo patriottico della Prima Guerra Mondiale, che aveva spinto molti intellettuali e artisti sulle trincee di prima linea, si sostituì l'orrore che le ferite dell'esperienza al fronte, la fame e la disperazione avevano lasciato dietro di sé. Il clima artistico tedesco propendeva per un nuovo tipo di espressione che recasse l'impronta di un'analisi critica degli avvenimenti; Colonia non rimase estranea a questi fermenti, dando vita al "Gruppo degli artisti progressisti". Si trattava di un sodalizio artistico che cercava di coniugare costruttivismo e oggettività, generale e particolare, convinzioni d'avanguardia ed impegno politico nella direzione di una Nuova Obiettività, prima che l'arrivo al potere dei nazionalsocialisti mettesse brutalmente termine a questi tentativi. L'opera fotografica di Sander era perfettamente allineata agli intendimenti del "Gruppo degli artisti progressisti", che lo considerò un precursore e un riferimento importante; ma anche il "Gruppo" ebbe un'influenza sostanziale nell'opera di Sander, contribuendo a consolidare sul piano teorico la sua visione della fotografia, indirizzandolo verso un concetto sempre più rigoroso di "fotografia pura", ossia aliena da qualsiasi artificio tecnico o ritocco che potesse alterare lo sguardo oggettivo e neutrale dell'obiettivo: una rarefazione e depurazione della visione che cercava di cogliere la realtà nella sua essenza più profonda e autentica: Nella rivista "a bis z", organo del "Gruppo", nel 1930 Franz Wiehelm Seiwart così scriveva a proposito del libro di ritratti fotografici "Volti dell'epoca"di Sander: "E' la prima molitura di questa grande storia contemporanea in fotografia che Sander attende da decenni a mettere assieme ed a classificare e di cui l'editore annuncia la progressiva pubblicazione. La missione che Sander ha assegnato alla fotografia e a sé stesso dà a quelle un senso che era per così dire nel selciato e che per questo motivo nessuno si è preso la briga finora di raccogliere. La fotografia sgrava la pittura dell'obbligo di produrre immagini della realtà dell'epoca che le generazioni future riterranno quali documenti del nostro tempo e ciò facendo, essa rimandava la pittura all'altro compito delle arti della rappresentazione che è di mostrare il mondo, a partire dall'epoca in cui noi viviamo, in una prospettiva utopista."
I suoi ritratti nascevano dalla cerchia dei suoi più intimi amici, come quelli del "Gruppo" o delle persone che facevano parte della sua clientela fissa e con la quale aveva un rapporto privilegiato o familiare. Ma è sempre la ricerca dell'archetipo ad attrarre l'attenzione di Sander, ossia di quell'essenza fondamentale che, attraverso le forme dell'esistente, imprime ai suoi ritratti una tensione che oscilla continuamente tra icona e documento, tra particolare ed universale. Tuttavia questo sguardo di neutralità, che consentì a Sander di raccogliere consensi in patria e fuori, ben presto sarebbe entrato in conflitto con l'immagine dell'uomo che aveva in mente il nazionalsocialismo. Infatti nel 1936 i negativi del libro "Volti dell'epoca" furono sequestrati e distrutti dai nazisti, mentre lo svolgimento di altri lavori, compresa la realizzazione di una serie di fotografie di paesaggio, furono ostacolati. A questo proposito bisogna segnalare il fatto che, contrariamente a quanto comunemente si può pensare, Sander lavorò intensamente sulla foto di paesaggio, anzi sul finire degli anni '20, in compagnia dello scrittore Ludwig Mathar, partì per un lungo viaggio di tre mesi in Sardegna con lo scopo di raccogliere il materiale sufficiente a comporre un libro da pubblicare al loro ritorno. Poi il libro non venne mai pubblicato, probabilmente perché rifiutato dagli editori timorosi dell'insuccesso commerciale, tuttavia le numerose fotografie, comprendenti ritratti, architetture e paesaggi testimoniano l'interesse di Sander per le tradizioni culturali e per il paesaggio dell'isola. Gli sconvolgimenti della guerra colpirono Sander nel lavoro e negli affetti, infatti solo miracolosamente riuscì a mettere in salvo dai bombardamenti il suo archivio di negativi nella cantina della sua abitazione prima che le bombe la distruggessero mentre suo figlio Erich morì nella prigione di Sciogburg nel marzo del '44, dopo essere stato arrestato 10 anni prima come attivista del Partito Socialista. Dopo la guerra le sue energie furono impegnate in un vasto lavoro sulla città di Colonia, riprendendo le ferite che le distruzioni provocate dai bombardamenti avevano provocato sull'architettura della città; fotografie che volevano essere, secondo le parole dell'autore:"Un duro ed impietoso richiamo all'indirizzo di tutti i contemporanei, un monito per la politica valevole in tutte le epoche". Contemporaneamente risistemò e ristampò le fotografie della città riprese tra gli anni '20 e il 1939; questo ulteriore lavoro non si limitava ad un mero inventario architettonico della città, anche se successivamente le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale le avrebbero aggiunto un plusvalore storico, infatti per Sander si trattava di reinterpretare la città, quella monumentale ma anche i luoghi caduti nell'oblio e le periferie, in una concezione visiva che aveva molti punti di contatto coi suoi ritratti, ossia la necessità di cogliere il particolare nell'universale, in un processo di continua messa a fuoco del reale. La consacrazione definitiva dell'opera di Sander si ebbe con la mostra "The Family of Man" del 1955, organizzata da Edward Steichen, allora direttore del Dipartimento di Fotografia del Museum of Modern Art di New York. Sander morì, all'età di 87 anni, a Colonia nel 1964.

 

*N.B. -

Doblin Alfred (Stettino 1878 - Friburgo in Brisgovia 1957) scrittore tedesco. Nato in una famiglia ebraica, crebbe a Berlino, dove si laureò in medicina ed esercitò la professione di medico psichiatra fino all'avvento del nazismo. Nel 1910 D, che aveva già al suo attivo una serie di saggi satirico-politici, fu tra i fondatori della rivista espressionista «Der Sturm» (La tempesta). Emigrato nel 1933 in Francia e poi negli Stati Uniti( 1940),
si convertì al cattolicesimo. Nel 1955 ritornò in Germania. Il poliedrico talento narrativo di D. è documentato da una produzione che abbraccia romanzi,racconti, saggi e teatro. A! primo romanzo "I Tre salti di Wang-lun" (Die drei Spriinge des Wang-lun. 1915) seguì "La guerra di Wadzck alla turbina a vapore" (Wadzeks Kampf mit derDampfturbine1918). in cui lo scrittore affronta uno dei temi centrali della sua narrativa successiva: la violenza della tecnica, unico e incontrastato soggetto della vita moderna. Nel romanzo "Wallenstein "(1920) la storia si rivela come una forza anonima che schiaccia l'individuo; in "Monti, mari e giganti" (Berge, Meere und Giganten. 1924) D. rappresenta un'umanità che si è estraniata dalla natura per sfruttarla e dominarla.

Ma l'opera più notevole, che lo rese celebre, è il romanzo sinfonico e sperimentale "Berlin-Alexanderplapz" (1929) che, grazie alla tecnica del
montaggio, apre nuove e feconde possibilità espressive. Berlino, la vera protagonista del romanzo, è una Babele moderna, caleidoscopico frastuono di immagini, di canzonette alla moda. di slogan commerciali, che ingoia e macina gli uomini, anche quando risveglia e potenzia la ricchezza della loro vita: l'operaio Franz Biberkopf, che alla fine soccombe stritolato dagli ingranaggi sociali, è l'individuo che oppone al mondo, fino all'ultimo, la sua strenua resistenza. Analoga denuncia della brutalità e della violenza è contenuta nei romanzi "Migrazione babilonese o La superbia precede la caduta" (Babylonische Wanderung oder Hochmut kommt vor dem Fall. 1934), Senza quartiere (Pardon wird nicht gegehen. 1935). La terra senza morte. Trilogia sudamericana (Das Land ohne Tod. Amazonas-Trilogie,
1937-48) e Novembre 1918. Una rivoluzione tedesca(November 1918. Einedeutsche Revolution. 1939-45). Nelle opere del dopoguerra. Il cuore dell'uomo (Dasmenschliche Herz. 1946) e L'uomo immortale (Der un-
sterbliche Mensch, 1946), artisticamente inferiori, D. si avvicina a una concezione cristiana del mondo.

*cit. da: AA.VV, Enciclopedia della letteratura - Garzanti

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