MUSEO DELLA FOTOGRAFIA               
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RODOLFO NAMIAS

Le fotografie della guerra russo-giapponese e i reporters-fotografi

[Settembre 1905]

Fortunatamente la sanguinosa guerra russo-giapponese è finita. Di essa ci restano non pochi ricordi scritti ed anche delle fotografie che purtroppo, per quanto ci fu dato sin qui di vedere, sono ben lungi dalla perfezione.Luigi Barzini, il valoroso corrispondente del Corriere della Sera, che riunisce ad un coraggio non comune ed all'attitudine di sopportare i più enormi disagi,le bellezze e l'efficacia d'uno stile in cui trovi nello stesso tempo la potenza della descrizione, la più fine arguzia mescolata alle più profonde considerazioni filosofiche, non sembra sia altrettanto valente fotografo.Almeno a giudicarlo dalle fotografie che vengono pubblicate nella Lettura, il noto supplemento del Corriere della Sera, fotografie che si riferiscono ad episodi della sanguinosa guerra.Certo la riproduzione in fotozincotipia di piccole fotografie toglie sempre dei particolari tanto più quando si è costretti ad usare reticoli non troppo fini pel fatto d'essere destinate alla stampa su carta non patinata che male si presta.È certo uno sbaglio secondo noi stampare tali matrici con particolari minutisu carta comune. Benché la macchina che il Corriere della Sera destina alla stampa della Lettura per la celerilà con cui funziona non permette forse di stampare con tutta la finezza desiderabile le matrici in fotozincotipia, i risultati sarebbero senza dubbio notevolmente migliori qualora si usasse carta patinata.È fuor di dubbio che le fotografie fatte sopra un campo di battaglia mentre tuona il cannone e stringe il pericolo da ogni parte non possono essere fatte con quella calma che permette di ragionare e realizzare quindi le migliori condizioni per la riuscita.E se noi volessimo fare una critica ci si potrebbe fare l'obbiezione: Quale fotografo valente avrebbe saputo fare altrettanto?

 

Le nostre osservazioni hanno il solo scopo di esaminare in qual modo il reporter fotografo può meglio compiere la sua missione, cosa che ci sembra della più grande importanza, perché se la descrizione scritta può sorprendere per la sua efficacia, nulla può dare il convincimento e una visione per quanto minima. dell'avvenimento qualunque esso sia, come una fotografia ben eseguita. È questo un vero documento, al quale quando gli archivi fotografici saranno organizzati, i posteri potranno ricorrere per impararvi non la storia narrata, che si può sempre ritenere in tutta o in parte non vera od esagerata, ma la storia figurata che non mente perché è la luce che l'ha scritta sulla lastra fotografica.Se tale è l'importanza della fotografia vien naturale la domanda: Perché i maggiori periodici, che nulla trascurano per aumentarne ognor più l'interesse,non istituiscono una sezione fotografica destinata a dirigere e completare il lavoro fotografico dei propri corrispondenti e reporters? Un periodico che ha corrispondenti in tutto il mondo non guadagnerebbe enormemente se a questi corrispondenti richiedesse non soltanto notizie ma anche buone fotografie dei più importanti avvenimenti ? In generale gli avvenimenti vengono riprodotti nei periodici illustrati locali e da questi copiati riducendone ulteriormente la nitidezza e diminuendone l'interesse pel tempo trascorso.Noi non sappiamo come lavora il Barzini, egli non lo ha mai detto. Solo ha accennato talvolta al suo kodak che è si vede l'apparecchio che preferisce. Ma quale kodak, quale è l'obbiettivo di cui è munito, quale la sua luminosità e la sua perfezione?

 

Senza dubbio egli usa pellicole in bobine che fino a questi ultimi tempi costituivano il solo mezzo pratico per impressionare qualsivoglia numero di superfici sensibili senza bisogno del laboratorio oscuro pel cambio. Noi non sappiamo se il Barzini sviluppi lui stesso la sera le sue pellicole e se le stampi, il che ci pare più probabile visto che il far viaggiare delle pellicole semplicemente impressionate per mandarle a sviluppare altrove è assai pericoloso.Con ogni probabilità le piccole saranno sviluppate in striscio lunghe e in tal caso si presentano tutti gli inconvenienti derivanti dal fatto che immagini esposte in condizioni diverse di luce e riguardanti i soggetti più disparati per natura e colore vengono sviluppate collo stesso bagno e per lo stesso tempo senza possibilità di correggere gli eccessi o le deficienze di posa con uno sviluppo razionale di ogni singola immagine separatamente.Ed anche la gran tendenza all'arrotolarsi delle pellicole continue costituisce un grave inconveniente a cui oggi invero la Società Kodak ha posto riparo coll'introduzione delle pellicole N. C. che richiedono però maggiori cure nella manipolazione.Un materiale negativo leggiero, buono, che ha il vantaggio di permettere lo scambio in piena luce pur lasciando la possibilità di sviluppare le immagini separatamente sono le pellicole premo delle quali ebbimo più volte occasione dioccuparci. Ed abbiamo anche recentemente accennato alle pellicole Agfa confezionate una ad una e che, usate con un telaio speciale adattabile a qualunque apparecchio, sono destinate a fornire al reporter e all'escursionista un materiale negativo ottimo, comodo e leggiero. Ma tuttociò è certo ignorato dai pochi reporters-fotografici; essi trascurano in generale di seguire le novità nel campo dell'industria e della pratica fotografica.Essi vanno poco più in là dello scatto dell'otturatore e la fotografia che ad essi servirebbe tanto è considerata come la più facile delle arti nella quale un ragazzo di io anni può essere maestro.Ed è per questo che si vedono le fotografie spesso confuse, senza profondità e senza piani, prive dei particolari che sembrerebbero più interessanti.

 

Il Barzini per es. abusa enormemente della camera panoramica kodak, senza considerare che in molti casi specialmente ove entrano persone, un buon apparecchio comune con obbiettivo perfetto e luminoso e di fuoco non troppo corto (che non si ha nelle camere panoramiche) darebbe dei risultati enormemente migliori, e dei particolari ben più visibili perché le immagini risulterebbero più grandi oltrecché più nitide. Se non vi fosse la dicitura spiegativa sotto, nessuno capirebbe cosa rappresentano parecchie fotografie del Barzini. Le camere panoramiche possono servire specialmente per riprodurre vaste distese di cui si vuoi dare un'impressione generale senza curarsi troppo dei particolari che anche pel fatto dello spostamento dell'obbiettivo durante la posa sarebbe impossibile ottenere colla desiderabile nitidezza. Ma gli episodi di una guerra come le scene della strada, ecc., non possono essere ben riprodotti che con una camera ordinaria con ottimo obbiettivo luminoso, spostabile e munita di un otturatore di lastra che pel suo rendimento luminoso assai maggiore permette di raggiungere delle rapidità di otturazione rilevanti senza avere negativi deficienti di posa.È questo secondo noi l'apparecchio ideale pel reporter. Aggiungendo a questo una lente addizionale divergente (che fornisce p. es. la casa Busch per le sue camere Roja a otturatore di lastra e la casa Steinheil pel suo magnifico apparecchio Altostereo quart) si ha la possibilità stando a qualche distanza d'avere immagini egualmente grandi del soggetto e con molto minori sproporzioni fra i soggetti nei piani anteriori e posteriori. È questa sproporzione che fa spesso sembrare una folla come se fosse costituita da giganti e pigmei e che può in una fotografia di soldati russi e giapponesi far parere questi ultimi più grandi e grossi dei primi!Il reporter fotografico dovrebbe conoscere a fondo l'operazione di sviluppo e sapersi valere di tutti i mezzi che la chimica mette a disposizione per aumentare o diminuire l'azione riduttrice del bagno. E invece chissà da chi e come è fatto lo sviluppo e quante fotografie di episodi o scene interessantissime e che mai si potranno ripetere vanno perduti per ignoranza di tutto ciò che allo sviluppo si riferisce!

 

Ottenuti i negativi il rinforzo o l'indebolimento applicati a dovere possono migliorare ulteriormente in molti casi l'immagine, e la stampa su carte scelte con criterio completerà l'opera.Si hanno oggi carte come è la celloidina Rembrandt della ditta Hrdliczka che possono riuscire preziose permettendo d'aumentare i contrasti delle immagini positive fino al punto che si desidera e ottenere cosi i risultati eccellenti da negativi flosci o velati che nessun trattamento potrebbe salvare. La questione della stampa positiva ha una importanza anche dal punto di vista della riproduzione in zincotlpia. Infatti le immagini stampate su carte lucide (celloidina o citrato) e virate in un bei nero forniscono i migliori risultati. Anche la carta al bromuro brillante (tra cui ottima è quella della casa Lumière) sviluppata all'idrochinone-metol fornisce prove che si prestano bene per la riproduzione. Anche tali circostanze il reporter fotografo deve conoscerle se vuole che lo stabilimento incaricato della riproduzione fotomeccanica ottenga dalle fotografie buone matrici.Un punto su cui spesso c'interpellano i redattori o gli editori di periodici è il seguente:Quale è il modo più facile e spedito per trasformare una fotografia in una matrice atta ad essere stampata insieme al testo?È bene si sappia che un processo di questo genere, sia pure per ottenere un modestissimo risultato, è ancora un pio desiderio. Il modo di stampa e la qualità della carta in uso per la tiratura dei giornali rende impossibile l'utilizzazione di matrici reticolate per quanto grosso sia il reticolo. Nè certo la trasformazione di una fotografia in una matrice reticolata è cosa spiccia alla portata di tutti.Solo schizzi a tratti potrebbero servire per ottenere matrici atte ad essere ste- reotipate per la stampa nelle macchine rotative celeri.

 

Ma qui occorre che un artista trasformi dapprima la fotografia in uno schizzo. Ciò è assai facilitato se si tratteggia con inchiostro di China una fotografia stampata debolmente su carta al bromuro (a supporto non barilaio) e se si fa in seguito sparire l'immagine fotografica mediante una soluzione d'iposolfito di soda 10% addizionata al momento dell'uso di 5% di ferricianuro di potassio (prussiato rosso). Questo schizzo può poi essere trasformato in matrice in rilievo con metodi che non possono invero dirsi assai difficili ne costosi, ma che non sono certo troppo rapidi. Nel laboratorio del Progresso Fotografico stiamo studiando il modo per semplificare e abbreviare il più possibile la via per ottenere matrici in rilievo per stampa tipografica da soggetti a tratti.Questo articolo era già in composizione quando avvenne l'immane disastro in Calabria. I terribili effetti del terremoto meriterebbero di essere fotografati colla più gran larghezza e perfezione non solo per presentare fedelmente questa tremenda attualità, ma anche perché restino dei documenti direi palpabili dell'irrazionalità delle costruzioni seguite sin qui in tali paesi che il terremoto visita purtroppo con frequenza ed ove a distanza di pochi lustri le nuove generazioni dimenticano con facilità questa spada di Damocle che loro sovrasta.

 

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