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dotta sulla carta patinata d'una rivista inglese uscita, in- vece, verso la metà degli ultimi anni Novanta. Non so per- ché questa fotografia sia stata ritagliata e conservata; so invece che cosa mi induce adesso a guardarla, per l'enne- sima volta. Appartiene alla collezione del San Francisco Maritime National Historical Park («più di 200000 im- magini» si legge in un frammento dell'articolo che illu- strava, rimasto sul verso): e secondo la breve didascalia raffigura il «relitto del brigantino francese Alice. Peniso- la di North Beach, foce del Columbia River, 1909». Ma il brano superstite dell'articolo, che ho faticato a tradur- mi, niente dice di quella vicenda. penso, a vederne tutti i particolari, anche i più minuti cui finora non ho badato - minuti, però (chissà) non irrile- vanti: può darsi che enunciandoli io riesca a capire sino in fondo i motivi della mia attenzione. Sebbene non sia possibile adeguare le parole a ciò che gli occhi vedono: ri- mane uno iato incolmabile, come fra qualità irrimedia- bilmente diverse. Ma è pure vero il contrario: le parole for- niscono un apporto che è vano cercare altrove; forse an- ch'esso, in qualche modo, riguarda la cosa vista: non meno della sua immagine (o quasi). Salvatore Mannuzzu, pag.1 Perché Lula tiene sul tavolo una fotografia
del brigantino francese Alice, naufragato nel 1909 alla foce
del Columbia River, Oceano Pacifico ? Alice è anche la
password che custodisce il suo diario dentro un computer. Piero,
che ha smesso di amare Lula e vuole lasciarla, in un momento
d'ozio viola quel diario: e vi legge che Franz - il suo straordinario
fratello, Ma era vero, proprio vero ? Per Piero diventa un'ossessione
quotidiana, dentro l'alloggio gremito di decori consunti dove
continua a vivere con Lula - arcana donna bambina - fingendo
che nulla sia accaduto e nulla stia per accadere. Un'ossessione
che lo accompagna negli incontri con Candida, la vestale dai
capelli indomabili di cui s'è innamorato; lo segue nelle
visite domenicali al padre, Giobbe decrepito e snob che siede
sulle ceneri a parlare con Dio e a giocare a tressette; lo spinge
ad affrontare la vedova di Franz, minuscola cattiva signora dalla
voce di contralto; e persino a rivedere Giovanna, la moglie schizofrenica
da cui non ha mai divorziato. Ma il dubbio diventa paura quando,
nella piccola città macinata dalla storia dove abita,
lui pensa all'unica figlia, Chicca: che se n'è andata
in un'altra parte del Si tratta anche di fare i conti col senso delle
cose, con la misura del male ? Dopo però, nella prospettiva
del tempo, le domande relative al diario si mischiano a
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