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Bill Viola Deutsche Guggenheim Berlin fino al 5 maggio 2002 L'artista statunitense Bill Viola (New York, 1951) è una delle figure più importanti della Video Art contemporanea. E' considerato un pioniere di questa forma espressiva, insieme a Nam June Paik e a Gary Hill, nella quale si è semptre espresso con coerenza e sobrietà, senza mai cadere in eccessivi effetti spettacolari e cercando un riferimento con l'arte tradizionale, con la quale ha mantenuto un fruttuoso e profondo dialogo. Nel 1995 ha rappresentato gli Stati Uniti alla 46° Biennale di Venezia e tra il 1997 e il 2000 la sua opera venne presentata in una mostra itinerante che viaggiò a lungo attraverso gli Stati Uniti e l'Europa. L'esposizione che viene presentata adesso al Guggenheim di Berlin è il settimo progetto che realizza specificamente per incarico di questa istituzione, sempre intorno alla riflessione sui cicli naturali di vita e morte. "Going Forth by Day" è composta da cinque proizioni di VDH (High Definition Video) di circa 35 minuti durante I quali vengono esplorati I differenti stati di nascita, morte e risurrezione. I titoli dei differenti lavori: "Fire/Birth", "The Path", "The Deluge", "The Voyage" e infine "First Light", evocano la dimensione mitica e atemporale che caratterizza tutta la sua opera. Bill Viola ha dichiarato che al momento di concepire il progetto aveva in mente il ciclo di affreschi realizzati da Giotto per la Cappella degli Scrovegni di Padova. E in effetti "Going Forth by Day" sembra un grande affresco "in movimento", che dimostra l'idubbia capacità di questo artista nel riuscire a recuperare l'eredità del passato. Non è la prima volta che Bill Viola utilizza quale fonte d'ispirazione l'opera di un maestro del Rinascimento italiano; infatti già in altri lavori, come "City of Man" (1989) o "The Greeting" (1995) aveva rivolto lo sguardo la pittura del passato, in particolar modo sui quadri del Pontormo, con l'intenzione di indagare motivi perenni della composizione, del paesaggio, del gesto e dell'emozione. In quest'ultimo lavoro, un vero "affresco di luce" come recita il titolo della mostra, Viola conferma una volta di più il suo magistrale uso della musica, dello spazio e della luce.
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