MUSEO DELLA FOTOGRAFIA               
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MEMORIA DEI CAMPI

Fotografie dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. 1933-2000

 

MICHAL KENNA Birkenau, 1992

 

13 gennaio - 10 marzo 2002


320 immagini che documentano una delle più grandi tragedie del Novecento. Dopo Reggio, la mostra andrà a Barcellona e a Ginevra.

PALAZZO MAGNANI propone un nuovo appuntamento con la fotografia: la mostra MEMORIA DEI CAMPI. Fotografie dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. 1933-2000 - in programma dal 13 gennaio al 10 marzo - presenterà 320 immagini che si misurano con la realtà e la memoria di una delle esperienze più tragiche e orribili del Novecento. Diversi sono gli obiettivi che questa iniziativa si pone: documentare; analizzare il rapporto tra fotografia e l'universo dei campi (in mostra ci sono anche foto di propaganda naziste); e, soprattutto, presentando anche immagini dolorose, riflettere sulla loro genesi, interrogarsi sulle condizioni della loro realizzazione e sul loro utilizzo, nella ferma consapevolezza che sia meno grave rischiare di scuotere, di provocare uno choc, piuttosto che dimenticare.

 

GERMAINE KANOVA Vaihingen, 13 aprile 1945

 

L'esposizione si divide in tre sezioni:

1) il periodo dei campi (1933-1945). 125 immagini, spesso drammatiche, molte delle quali poco note, presentate su due schermi, ed altre fotografie e documenti che consentono di ripercorrere la storia dei campi, dalla prima apertura nel 1933 alla liberazione nel 1945. Le immagini illustrano la storia e le diversità dell'universo dei campi di concentramento: in particolare, riguardano tutte le categorie di persone internate (ebrei, zingari, oppositori del regime, membri della resistenza, detenuti di diritto comune, omosessuali, testimoni di Geova, ecc.).

2) l'ora della liberazione (1945). 87 fotografie realizzate da fotoreporter professionali (Lee Miller, Margaret Bourke-White, George Rodger, Eric Schwab, Germaine Krull, ecc.), da ignoti amatori e da membri degli eserciti francese, inglese, americano, sovietico nel momento della liberazione dei campi.

3) il tempo della memoria (1945-2000). 99 fotografie che coprono il periodo dalla fine della guerra ai nostri giorni: i lavori di fotografi contemporanei sulla memoria della deportazione - i luoghi, i sopravvissuti, gli oggetti conservati nei campi, le immagini d'archivio riutilizzate. In particolare, in questa sezione vengono presentate 35 immagini che Michael Kenna ha realizzato nei campi nazisti dal 1988 ad oggi.

La mostra - curata da Pierre Bonhomme e Clément Chéroux - è coprodotta da quattro centri espositivi europei legati da rapporti di collaborazione: il Patrimoine Photographique di Parigi, Palazzo Magnani di Reggio Emilia, il Fotomuseum di Winterthur e il Museo Nazionale d'Arte della Catalogna di Barcellona. Già presentata a Parigi e Winterthur, la mostra, dopo Reggio Emilia, sarà a Barcellona e Ginevra (Museo della Croce Rossa), ultima tappa.
L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Contrasto e dal volume "L'impossible oubli. Les camps nazis cinquante ans après" che raccoglie le fotografie di Michael Kenna.

MEMORIA DEI CAMPI
Fotografie dei campi di concentramento e di stermino nazisti. 1933-2000
13 gennaio - 10 marzo 2002


 

Pierre Bonhomme - Clément Chéroux
Curatori della mostra

 

MARGARET BOURKE-WHITE, sopravvissuti di Thekla che si ritrovano e si consolano a vicenda davanti ai corpi carbonizzati dei loro compagni Thekla, tra il 18 e il 24 aprile 1945

Dei campi di concentramento e di sterminio nazisti resta di solito impressa nella nostra memoria un'immagine confusa e stereotipata: un ammasso di corpi scheletrici, un volto emaciato dallo sguardo impenetrabile, reticolati in filo spinato o una torretta di osservazione. Il tutto confuso in un immenso lessico iconografico dell'infamia dal contorno impreciso. In verità, regna intorno a questa iconografia la più grande confusione: le immagini ingannevoli della propaganda nazista vengono spensieratamente mescolate alle fotografie della liberazione, le quali, a loro volta, assomigliano alle immagini contemporanee dei campi trasformati in luoghi della memoria o in musei. Ancora più problematico è che queste immagini sono, il più delle volte, esposte e pubblicate come una sorta di icone dell'orrore, senza precisione sui fatti rappresentati, senza citare data o luogo, senza l'identità o anche solo la nazionalità, del fotografo. Da oltre mezzo secolo queste immagini hanno, per di più, conosciuto fortune diverse. Nell'immediato dopoguerra la reazione spontanea fu quella di mostrarle in modo diffuso, senza precauzioni e senza troppo riflettere, come se il solo fatto che esse esistevano fosse sufficiente. Negli anni seguenti, a questa pedagogia dell'orrore si sostituì una diffusione più misurata, governata dalla volontà di riconciliazione con la Germania. Oggi sembra che si possa tentare di guardare a questa iconografia in modo più ponderato, critico e analitico allo stesso tempo. E poiché sappiamo che molto spesso è attraverso queste immagini che la maggior parte dei nostri contemporanei si confronta per la prima volta con gli avvenimenti della deportazione, intraprenderne l'analisi storica diventa quasi indispensabile. E' proprio ciò che si propone di fare questa esposizione. Alcune fotografie presentate nella Memoria dei campi sono la testimonianza di pratiche innominabili. Costituiscono un materiale difficile, doloroso, talvolta insostenibile, che sempre fa dubitare persino sulla possibilità stessa di mostrarlo. Questo problema che potremmo definire di "mostrabilità" non può tuttavia occultare quello dell'esistenza di queste immagini. Se abbiamo dunque deciso di mostrarle, è prima di tutto con uno scrupolo costante di rispetto per coloro che vi sono rappresentati - in modo particolare per le vittime. Allo stesso tempo con la volontà di comprendere non tanto perché, ma piuttosto come, tali immagini hanno potuto "esistere", e cioè analizzando le condizioni della loro realizzazione, studiandone il contenuto documentario, e interrogandoci sul loro utilizzo. Giacché, come sempre, ci è sembrato meno grave rischiare di turbare che rischiare di dimenticare.

Reggio Emilia, 12 gennaio 2002


 

CORSO AGGIORNAMENTO INSEGNANTI
PALAZZO MAGNANI

11/21 GENNAIO 2002

Mostra


MEMORIA DEI CAMPI - Fotografie dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. 1933-2000

Palazzo Magnani organizza nelle prime due settimane di apertura della mostra un corso di aggiornamento per gli insegnanti in preparazione delle visite delle classi alla mostra. Il programma del corso prevede:

11 GENNAIO 2002 - ore 15,30 incontro con Clément Chéroux (Patrimoine Photographique di Parigi), curatore della mostra Memoria dei Campi.

14 GENNAIO 2002 - Ore 15,30 - incontro con Antonio Zambonelli, collaboratore di Istoreco e Ricerche Storiche, sul tema "Ebrei in Italia e a Reggio. Prossimità e distanza". Al termine della lezione si svolgerà la visita, a cura di Sandro Parmiggiani, alla mostra Memoria dei campi - Fotografie dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. 1933-2000 , allestita a Palazzo Magnani.

21 GENNAIO 2002 - Ore 15,30 - incontro con Marcello Pezzetti, ricercatore storico e responsabile della videoteca presso il CDEC (CENTRO DI DOCUMENTAZIONE EBRAICA CONTEMPORANEA DI MILANO), docente presso l'Ecole Internationale pour l'Etude de la Shoah dell'Istituto storico Yad Vashem di Gerusalemme e consulente di realizzazioni cinematografiche (tra cui La vita è bella di Benigni). Durante l'incontro dal titolo "Immagini della Shoah", Pezzetti ripercorrerà la storia del cinema dedicato all'olocausto.


 

Gli insegnanti interessati sono invitati a mettersi in contatto con Palazzo Magnani ai numeri 0522459415-454437; per ulteriori informazioni:

http://www.palazzomagnani.it/database/provincia/pm.nsf

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