Natura delle Alpi - Suggerimenti

Questi sono alcuni suggerimenti per coloro che vogliono, camminando, scoprire la Natura alpina

Monviso m. 3841

Cresta del Peuterey vista dalla Val Ferret

 
Trekking come ricerca

"Camminare sulle orme dei carri trascinati dai buoi": questa è la definizione di trekking, parola che deriva dal boero, la lingua degli antichi coloni olandesi del Sud Africa. Ma cosa significa trekking oggi? Camminare senza fretta, lungo sentieri e mulattiere, percorrendo itinerari alla scoperta del territorio circostante. Il trekking non è solo un ottimo sport per ritemprare il fisico e la mente, ma anche un mezzo di arricchimento umano e culturale. La sua finalità non sta nel raggiungimento di un traguardo da superare quanto nella ricerca del rapporto equilibrato tra l'uomo e l'ambiente.
 

Avete le carte in regola?

Per il trekking si utilizzano di solito carte topografiche che rappresentano un vasto territorio in modo dettagliato. La scala di una carta indica il rapporto esistente tra una porzione di spazio reale e la sua rappresentazione grafica. Una scala 1:50.000 indica, per esempio, che un centimetro sulla carta riproduce 50.000 cm reali, cioè 500 metri. Le carte topografiche variano dalla scala 1:10.000 alla scala 1:150.000. Il dato più utile che troverete è quello relativo alla pendenza dei rilievi, rappresentata graficamente dalle curve di livello: linee immaginarie che uniscono punti del terreno posti alla medesima quota. Montagne e colline sono quindi indicate dall'insieme di curve chiuse e concentriche: più le linee sono vicine tra di loro più la pendenza è forte.
 

Con i tempi che corrono

Volete sapere quanto tempo occorre per compiere un percorso? Misurate la distanza in linea d'aria sulla carta.
- calcolate 1 ora di marcia per percorrere 4 chilometri.
- calcolate 1 ora per superare un dislivello di 400 metri.
- calcolate per ogni ora di marcia una sosta di un quarto d'ora.
Esempio. Itinerario di 12 chilometri con un dislivello di 800 metri: 3 ore per la distanza più 2 ore per il dislivello più 1 ora e un quarto per le soste, uguale 6,15 ore.
 

Non perdete la bussola

Saper leggere una carta topografica non è sufficiente per destreggiarsi durante l'escursione: è necessario saperla anche orientare secondo i punti cardinali. Come fare? Con la bussola, strumento indispensabile per ogni trekker. Appoggiatela sulla cartina e fate ruotare quest'ultima in modo che l'ago magnetico coincida con una linea di meridiano: avrete così orientato correttamente la vostra carta. Attenzione però a due cose: non usate la bussola in vicinanza di oggetti metallici o di linee elettriche, che potrebbero attrarre l'ago; tenete inoltre presente che tra il nord geografico e quello segnato dalla bussola (nord magnetico) esiste uno scarto o "declinazione" di circa 3°.
 

Occhio ai segnali

Per individuare il percorso, potete fare affidamento anche sui segnali che sono presenti sulla maggior parte dei sentieri. Si tratta, per lo più, di bandierine a tre fasce, rossa-bianca-rossa oppure di semplici strisce colorate orizzontali: le trovate dipinte su sassi particolarmente evidenti, su pareti rocciose o su tabelle di legno poste in cima a paletti.
 

Tutto sulle vostre spalle

Scegliere lo zaino giusto non è affatto una questione secondaria, soprattutto per chi si appresta ad un' uscita in escursione. La capienza, il materiale, la disposizione degli spazi, il telaio, sono variabili importanti per determinare la funzionalità della vostra "casa sulle spalle". La dimensione dello zaino dipende dalla durata del vostro trek: è superfluo e scomodo portarsi uno zaino di grossa taglia per un' uscita di un giorno. Molto utile la ripartizione degli spazi in divisori interni e in tasche esterne: abbigliamento, strumenti, utensili saranno così divisi razionalmente. La stabilità dello zaino è un altro elemento da tenere in considerazione: controllate che il telaio sia posto internamente e che aderisca anatomicamente alla vostra schiena. In questo modo lo zaino non subirà deformazioni a causa del carico e il suo peso sarà ben distribuito sulla schiena. Attenzione anche alla presenza di spallacci che non ostacolino i movimenti e di fasce a vita che bilancino il carico anche sul bacino.
 

E addosso cosa mi metto?

Il principio fondamentale da seguire per l'abbigliamento è quello degli strati. Aggiungendo o togliendo i capi potrete così regolare la pesantezza degli indumenti a seconda della temperatura che incontrerete. Calze: importantissime perché devono proteggere i piedi dallo sfregamento con le calzature e dal freddo. Meglio sceglierle non molto strette e di un tessuto che favorisca la traspirazione. Maglie, camicie, pantaloni: sono da preferire i tessuti speciali, come il pile, il gore-tex®, il polar-fleece®, che favoriscono l'eliminazione dell'umidità e mantengono il calore. I pantaloni devono avere una forma che non interferisca con il movimento del ginocchio. Non dimenticate la giacca a vento, di materiale impermeabile traspirante, il cappello, i guanti e gli occhiali da sole. E ricordate: più tasche avete a disposizione, meglio è.
 

Vecchio scarpone

Non è vero che bastano buone gambe. Se camminare è da sempre il modo più elementare che abbiamo per spostarci, anche per una semplice passeggiata occorre partire ben attrezzati. A cominciare dai piedi, e, quindi, dalle scarpe. Esse sono il veicolo dell'escursionista, e la loro scelta è determinante. Arrossamenti, vesciche, tendiniti o, peggio, slogature, sono tutti inconvenienti provocati il più delle volte da calzature inadatte. Con il mezzo giusto ai piedi, invece, anche chi non è un camminatore allenato può percorrere distanze inaspettate e senza grande fatica. Leggere ma robuste. Impermeabili ma traspiranti. E soprattutto comode. Così dovrebbero essere le scarpe ideali. Ma non è facile conciliare tutte queste esigenze. Poiché ci sono scarpe per ogni terreno e per ogni stagione, bisogna stabilire l'uso principale che se ne intende fare, e quindi individuare le caratteristiche da privilegiare. Tra due scarpe con le stesse qualità tecniche, è bene scegliere le meno pesanti. Per sentieri ampi e battuti, su terreni non accidentati, la scarpa deve essere fondamentalmente leggera e confortevole, con suola antisdrucciolo abbastanza flessibile longitudinalmente, ma resistente alla torsione per permettere al piede di restare in asse. La maggior parte degli esperti consiglia una scarpa sufficientemente alta da fasciare la caviglia. Ma, su percorsi senza asperità, non ci sono controindicazioni di principio all'uso di un modello basso. Attenzione, però: sì alle scarpe basse, ma nei modelli da escursionismo, mai da ginnastica. Nemmeno le migliori scarpe da tennis o da jogging offrono la stessa sicurezza di quelle pensate apposta per chi cammina sui sentieri. Non appena il sentiero diventa più impegnativo, con fondo sconnesso e tratti in pendenza, le caratteristiche della scarpa da usare cambiano. Suola più rigida con tacco a spigolo vivo, per facilitare la camminata in salita e non stancare troppo il piede sottoposto a maggiori sollecitazioni dal terreno irregolare: impugnando punta e tacco si deve fare fatica a flettere la scarpa. È bene che il battistrada sia molto scolpito, in modo da permettere un'ottima aderenza su qualsiasi superficie: ci sono suole più mordenti in salita, altre concepite per la discesa, ma il disegno ha un'importanza relativa. Il migliore resta quello classico a "carrarmato" della Vibram®.
 

Sulla retta via

Non fate affidamento solo allo studio del precorso sulla carta, ma prestate attenzione anche ai bollettini locali: più informazioni avete e meglio affronterete il vostro trek. Organizzate il vostro bagaglio: non portate niente di inutile, ma non scordate nulla di necessario. Siate consapevoli delle vostre capacità in relazione alla meta che vi siete prefissi: escursione significa equilibrio e armonia tra uomo e natura. È sconsigliabile affrontare l'escursione da soli: non solo per motivi di sicurezza, ma anche perché è bello dividere le proprie esperienze con qualcuno. Non abbiate occhi solo per il sentiero, osservate la flora e la fauna. Guardare però non significa raccogliere. Non lasciate le vostre tracce: radunate i rifiuti in un sacchetto, potrete poi buttarli in luoghi appositi.
 

Occhio al tempo

In montagna il tempo varia molto rapidamente. È utile essere preparati ed equipaggiati per affrontare ogni fenomeno metereologico, dalla pioggia, alla neve, alla nebbia. In quest'ultimo caso fate affidamento alla carta e alla bussola per mantenere la direzione prestabilita. Informatevi comunque sulle previsioni del tempo fornite dal Servizio metereologico. Se nel vostro equipaggiamento disponete di un barometro, sappiate che un abbassamento di pressione indica generalmente cattivo tempo in arrivo. Tenete inoltre presente che durante le ore pomeridiane la pressione tende ad abbassarsi naturalmente per effetto del maggior calore.
 

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