Natura delle Alpi - Flora
Flora
La flora alpina comprende Specie di quasi tutte le più importanti Famiglie botaniche. Per adattarsi alle particolari caratteristiche del clima alpino, i vegetali hanno dovuto assumere determinate proprietà, quali la resistenza al freddo, alla siccità e agli sbalzi termici.
Ecco alcune Specie comuni sulle nostre montagne:
Pino Cembro (Pinus cembra)

Pinus cembraConosciuto anche come Cirmolo, appartiene alla Famiglia delle Pinacee. È l'unica conifera europea con areale esteso ad avere le foglie (aghi) a sezione triangolare, piuttosto rigide e di colore verde-glauco scuro, riunite a ciuffetti di 5. La chioma slanciata, con i rami che arrivano fino al suolo da giovane, diventa poi globosa. La sua crescita è molto lenta e la produzione di semi inizia verso i 40 anni. Può raggiungere un'altezza di 18 - 25 m con un diametro che arriva ad 1 m. Anche la longevità è notevole: può superare i 500 anni. Il Cembro è molto resistente alle condizioni più rigide e perciò noto anche col nome di "guardiano dei ghiacciai". Questa capacità di vivere in ambiente disagiato e su terreni pietrosi, è dovuta alle radici molto sviluppate che si spingono nelle fessure delle rocce ancorando la pianta al suolo. I semi, grandi, non alati, sono commestibili e dai montanari venivano in parte mangiati con il pane e in parte spremuti per ricavarne un olio che, mescolato con quello di noci, serviva in cucina e per l'illuminazione. Ne sono molto ghiotti anche gli animali, in particolare gli scoiattoli e le nocciolaie, che così svolgono un'azione di propagazione della Specie. I camosci, invece, amano brucare le gemme ed i germogli delle giovani piante. Il Cembro fornisce un legno di buona qualità, utilizzato nella fabbricazione di mobili e sculture. In Val Varaita (CN) si trova il bosco dell'Alevé che, con i suoi 800 ettari di superficie, costituisce la cembreta più importante di tutte le Alpi: qui alcuni individui isolati raggiungono la quota di 2780 metri, la massima quota raggiunta sulle Alpi da una specie arborea.
 

Abete rosso (Picea abies)

Picea abiesAppartiene al genere Picea, che viene comunemente confuso con gli abeti e per la sua forma particolare viene sfruttato come "albero di Natale". Si differenzia dagli abeti veri e propri, per avere la foglia a sezione tetragona anziché appiattita, per le pigne pendule anziché erette, che dopo la caduta del seme si staccano intere invece di disfarsi al momento della disseminazione. Albero di grandi dimensioni (fino ad oltre 40 m), ha una crescita iniziale forte e una longevità che in montagna può raggiungere anche i 300 anni. Resistente al freddo e alle gelate tardive, adatto a climi con forti escursioni termiche, non è però molto resistente alle tempeste di vento per l'apparato radicale poco profondo. La chioma è verde cupo in palchi regolari, il cui insieme ha profilo triangolare; la corteccia rossastra, che gli ha valso il nome di "abete rosso", si sfalda in squame. In una fascia che va dai Carpazi ai monti Boemi e, nelle Alpi Orientali, in Val di Fiemme e in Val di Primiero, esistono dei gruppi di abeti rossi detti "alberi di risonanza". Essi, per particolari caratteristiche, sono ricercati per la fabbricazione delle casse armoniche dei violini. Il legno dell'Abete rosso o Peccio ha numerose altre utilizzazioni: ebanisteria, falegnameria, industria della carta, carpenteria, paleria oltre alla già citata produzione di alberi di Natale. Tutto ciò, fa di questa pianta un'importante essenza forestale in tutta Europa.
 

Ginepro (Juniperus communis)

Juniperus communisAppartiene alla Famiglia delle Cupressacee ed ha una larghissima distribuzione geografica in quasi tutto l'emisfero boreale, dal limite del mare ai 3000 m. È una specie pioniera, molto rustica, che non teme né il freddo né la siccità. Si adatta a tutti i terreni e può vivere fino a 200 anni. Il portamento solitamente è cespuglioso o strisciante, ma vi sono forme arboree che possono arrivare anche a 10 m di altezza anche se con un diametro del tronco che non supera mai i 10 cm. Le foglie aghiformi e pungenti, lunghe da 10 a 14 mm, sono di colore verde glauco e presentano una striscia biancastra sulla superficie superiore. I rametti hanno sezione triangolare e la corteccia, dapprima liscia e lucente diviene poi grigio-bruna. Il Ginepro è una specie dioica, ossia i fiori maschili e quelli femminili sono portati da individui distinti. Il frutto è impropriamente detto bacca, mentre il termine più esatto è coccola. All'inizio verdi poi di un nero violaceo pruinoso, hanno una maturazione biennale e contengono 2 o 3 semi. Le coccole, resinose ed aromatiche, hanno proprietà antisettiche, diuretiche e toniche, servono a preparare l'essenza di ginepro, medicinale, e il liquore detto gin; vengono usate anche come condimento aromatizzante per alcune vivande, ad esempio le carni.
 

Larice (Larix decidua)

Larix deciduaQuesto albero, l'unica conifera europea con foglie caduche, è alto fino a 40 m, con un diametro che può raggiungere una misura superiore al 1,50 m. La chioma è di forma conica o piramidale, rada e leggera. La base del fusto, che è molto allargata nelle piante adulte, assume spesso alle quote superiori, per effetto della neve, la forma sciabolata. Gli aghi, raggruppati in ciuffetti di 30-40, sono di colore verde chiaro, e poi, in autunno prima della caduta, giallo oro. La corteccia, dapprima liscia, diviene, con l'età, spessa, fessurata a placche, grigia all'esterno, rosso bruno all'interno. Il Larice è Specie di altitudine dell'arco alpino, come il pino Cembro a cui spesso è associato. La sua crescita iniziale è media, ma ha una longevità, che in montagna raggiunge anche i 500 anni. Resistente al freddo, è adatto a climi con forti escursioni termiche e precipitazioni contenute nel trimestre estivo. Sopporta bene il vento, grazie all'apparato radicale robusto e profondo, fittonante ma esteso anche lateralmente. Il suo legno, fortemente profumato di resina, viene usato per tutte quelle costruzioni che richiedono garanzie di durevolezza. Viene infatti usato in falegnameria, nelle travature e nella fabbricazione di rivestimenti e soffitti, di pali e di altri numerosi oggetti.
 

Genzianella (Gentiana acaulis)

Gentiana acaulisLa Gentiana acaulis, chiamata anche kochiana in onore del botanico tedesco Koch (1771-1849), vive nei pascoli della zona alpina e deriva il suo nome generico, secondo la tradizione, dal re dell'Illiria Gentius, vissuto circa nel 150 avanti Cristo, che per primo ne scoprì e utilizzò le proprietà medicinali. Ha una rosetta di foglie di un bel verde brillante, più o meno larghe, appressate al suolo, dalla quale sorge un peduncolo breve, che porta un solo fiore campanulato, grande (da 3 a 6 cm di lunghezza), di colore blu - viola o blu vivo, con o senza macchie o strisce verdastre, dotato di 5 lobi più o meno triangolari. Tutte le Specie di Genzianelle hanno frutti a capsula, con numerosi semi che germinano lentamente dopo aver trascorso almeno un inverno nel terreno; occorrono diversi anni perché le piantine nate da seme si sviluppino abbastanza da poter fiorire. Questa pianta è tra le più impiegate in erboristeria, soprattutto per il suo benefico effetto sull'apparato digerente. Con l'estratto, ricavato dalle foglie, si aromatizzano caramelle e amari a base di erbe alpine. Per questi motivi ne è stata fatta una raccolta eccessiva che ne ha provocato addirittura la scomparsa in alcune zone. Attualmente è tutelata, sia in Piemonte sia in Valle d'Aosta.
 

Stella alpina (Leontopodium alpinum)

Leontopodium alpinumLa Stella alpina è senza dubbio la più nota pianta alpina. Considerata il simbolo delle Alpi, appartiene alla Famiglia delle Composite ed è spesso ricercata dai turisti, anche a rischio della loro incolumità e della scomparsa della specie. È una pianta erbacea eretta, alta 5-20 cm, con una rosetta di foglie basali da cui si dipartono uno o più fusti fittamente pelosi e perciò quasi bianchi. Anche le strette foglie sono bianche e lanuginose, specialmente sulla pagina inferiore, molto meno sulla superiore. La "stella" è un'infiorescenza complessa, in cui numerosi fiori tubulosi, molto piccoli e verdognoli, sono riuniti in capolini, circondati di squamette brune, che hanno un diametro di circa 5 mm; questi capolini (da 2 a 10) a loro volta sono circondati da foglie fiorali molto pelose e bianche, che sporgono costituendo i raggi della stella. Fiorisce nei mesi estivi, da luglio a settembre. La Stella alpina cresce sulle Alpi e sull'Appennino ligure nei prati, nei pascoli sassosi e sui dirupi, sempre di natura calcarea, fino ad un'altezza, nella zona alpina, di oltre 3000 m. A queste quote, il freddo rimane il pericolo peggiore, perché la temperatura anche in estate può scendere al di sotto dello zero durante la notte. Per questo motivo, molte piante che vivono ad alte quote hanno sviluppato una copertura pelosa che può aiutarle a sopportare il freddo più rigido.
 

Giglio martagone (Lilium martagon)

Lilium martagonChiamato anche Riccio di dama o Turbante di turco, il Giglio martagone appartiene alla Famiglia delle Liliacee. Dedicato a Marte, dio della guerra, è alto 30-60 cm o più (sino a 150 cm). Ha fusti eretti, foglie allungate, per lo più verticillate. I fiori, da pochi a numerosi, sono portati in una infiorescenza terminale e sono penduli, di circa 5 cm di diametro, costituiti di 6 tepali di color rosso porpora con macchioline più scure, che nel pieno della fioritura si arricciano incurvandosi verso l'esterno e verso l'alto, lasciando esposti i 6 lunghi stami rossi e pendenti. I bulbi sono gialli e squamosi. Cresce nei prati montani freschi e ai margini dei boschi in tutta la catena alpina, su suoli da calcarei a debolmente acidi, sino a 2000 m di altitudine. A bassa quota si rifugia nei boschi ombrosi. Fiorisce nei mesi estivi: in giugno e in luglio. Nelle Alpi Marittime cresce il Giglio pomponio, che è una specie ancora più rara del Giglio martagone, simile nel portamento ma con fiori di colore rosso minio. Purtroppo il Giglio martagone è una delle piante più spesso raccolte per la bellezza e vistosità dei fiori, molte volte vengono addirittura estirpati i bulbi per coltivarli nei giardini. Si deve perciò impedire la raccolta, che porterebbe prima o poi alla scomparsa di questa bella ma rara specie, come sancito dalle varie Leggi Regionali di protezione. In particolare il Giglio martagone è una specie a protezione assoluta, ne sono vietati cioè, la raccolta, l'asportazione, il danneggiamento e la detenzione di parti.
 

Sempervivum (Sempervivum spp.)

Sempervivum montanumIl genere Sempervivum appartenente alla Famiglia delle Crassulacee, raggruppa tre specie caratteristiche delle zone montane e molto simili tra loro: S. montanum, S. tectorum, S. arachnoideum. Sono piante succulente, contengono quasi il 95% di acqua, con foglie a rosetta. L'altezza è variabile da 5 (S. arachnoideum) a 40 cm (S. tectorum) a seconda della specie mentre la larghezza delle rosette varia da 0,5 cm a 10-12 cm. Sono diffusi su praticamente tutto il territorio alpino. L'habitat va dai 1000 m ai 2500 m di altitudine, alcune specie vivono in luoghi più umidi (prati alpini per S. tectorum), altre (S. montanum e arachnoideum) sulle pietraie aride esposte al sole. La fioritura sulle Alpi avviene da giugno a settembre, a seconda delle condizioni atmosferiche e seguendo il disgelo. I sempervivum si ibridano con grande facilità, è facile in natura trovare segni distintivi di più specie in un unico esemplare e ciò rende difficile il riconoscimento.
 

Aconito (Aconitus napellus)

Aconitus napellusL'aconito è facilmente riconoscibile per i caratteristici fiori a cinque petali, dei quali il superiore forma una specie di elmo. È un'erba perenne a portamento eretto, con due radici ingrossate: una dell'anno precedente, più o meno raggrinzita, che ha servito da riserva di sostanze nutritive per le prime fasi di crescita primaverile della pianta e che quindi si è in gran parte svuotata, una invece fresca e carnosa, che raggiunge la massima grandezza alla fine dell'estate e che servirà per lo sviluppo della pianta dell'anno successivo. Il fusto è alto fino a 1,5 m, porta le foglie alterne e all'apice i fiori riuniti in spiga. I fiori sono di colore viola o blu-viola, possono essere più o meno pelosi e danno origine a 3-5 frutti ciascuno. Si trova sul piano montano e su quello subalpino, di preferenza su terreni molto ricchi di sostanze nutritive, quindi lungo le vie percorse dal bestiame o presso le stalle delle baite o nei pascoli troppo sfruttati, dove spesso è abbondante perché le vacche non lo mangiano ed è perciò favorito rispetto alle altre erbe. L'aconito napello, come tutte le altre specie di aconiti presenti sulle Alpi, sono piante molto belle ed eleganti ma sono anche le più velenose della nostra flora, contengono infatti un alcaloide tossico: la aconitina, sono quindi un gruppo di piante che non devono essere raccolte e nemmeno toccate.

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