ante Alighieri espresse una massima che diceva: "Il nobile seme della
nobiltà non cade nella stirpe, ma nelle singole persone nobili che
fanno nobile la stirpe....."(Dante "Convivio" p.284)
Di umilissimi condizioni erano i genitori di SistoV, nato nel 1520
con il nome di Felice Peretti. Fu grazie ad uno zio frate che egli
poté riscattarsi dalla sua condizione di miseria familiare, per indossare
l'abito sacro della sua religione.
Compiuto in varie città del Piceno il corso di studi filosofici e
teologici fu dichiarato dottore a Fermo nel 1548, ben presto guadagnò
la stima e la benevolenza del Cardinale Ridolfo Pio di Carpi, attraverso
il quale ebbe modo di conoscere Frà Michele Ghisleri che fu
Pontefice con il nome di PIO V.
Sisto V, ovvero Felice Peretti, aveva un grande senso della giustizia
e del "vero" che perseguiva in ogni cosa con intransigenza, tanto
che la sua rigidità gli fece guadagnare molte inimicizie tra i suoi
"confratelli". Andò due volte inquisitore a Venezia. Per opera del
Ghisleri, Peretti, tornato a Roma, fu eletto dapprima "Consultore
del S.Ufficio" e poi "Procuratore dell'Ordine", quindi Cardinale.
Alla morte di Gregorio XI, i Cardinali si riunirono per eleggere il
nuovo Papa, tra questi vi era anche Felice Peretti, che fu eletto
Papa con il nome di SistoV.
Il Peretti fu un Papa molto severo, punì i delitti ed emise
provvedimenti severi
contro i malfattori e i mendici, ordinò che i mercanti e gli operai
gli portassero una busta di crediti che egli stesso avrebbe pagato,
fondò la biblioteca Vaticana e fece restaurare il ponte sul Tevere
che ancora oggi porta il suo nome, fondò anche un ospedale a Roma
e a Bologna e costruì un collegio per gli studenti di Montalto
Marche, suo paese adottivo.
I romani ebbero a chiamarlo il "Papa tosto", perché Sisto V innalzò
migliaia di patiboli annientando la piaga del brigantaggio nel giro
di soli due anni, armò 40 navi contro le invasioni turche, modernizzò
il sistema urbanistico di Roma, anche se lo fece senza tanti complimenti
radendo al suolo tutto ciò che era d'intralcio ai suoi progetti. A
San Giovanni fece piazza pulita per erigere i "Palazzi Lateranensi"
.
In 18 mesi fece erigere la cupola di San Pietro e fece completare
l'incompiuta facciata del santuario di Loreto, costruì strade,
acquedotti e fontane, innalzò orgogliosi obelischi, per questo caricò
i Romani di tasse spietate. Eppure questo Papa "tosto" così duro con
gli uomini fu molto tenero con il suo paese d'adozione, Montalto Marche;
in verità lui era nato a Grottammare dove i suoi genitori si erano
rifugiati, scampati alle angherie del Duca d'Urbino. La sua fulminea
carriera ecclesiastica gli guadagnò presto molte invidie tra i suoi
confratelli, tanto che presero a chiamarlo "il porcaro", a ricordare
le sue umili origini. Come "Cardinale di Montalto" assegnò una dote
alle zitelle povere, fondò un ginnasio a Montalto, donò a questo paese
un reliquiario che era appartenuto a Papa Paolo II.
Sisto V non fu altrettanto generoso con il borgo che lo aveva visto
nascere; alle "Grotte" si limitò ad offrire mille scudi e due posti
nel collegio "Montalto" di Bologna; iniziò la costruzione della chiesa
di "S.Lucia" che fu completata dopo la sua morte per volere della
sorella Camilla.
bibliografia:
"Bell'Italia" - Pilla Saetta - "Il Piceno e le
sue terre" - Febbraio 1998
"Grottammare percorsi della memoria" di V.Rivosecchi