Capriccio
diabolico op. 85a
|
© 1998-2001
Fabio Rizza
|
|
Capriccio
diabolico
(Omaggio
a Paganini)
op. 85a
Data
di composizione: 1935
Dedica: Andrés Segovia
Editore: Ricordi, Milano 1939 (rev. Andrés Segovia)
Organico: chitarra
Discografia:
- ERNESTO BITETTI, Quattro secoli di musica italiana per chitarra,
Emi 081 7243 4 8301 2 0
- REMI BOUCHER, Collectici Intim, Analekta 2 8775
- FLAVIO CUCCHI, Works by Castelnuovo-Tedesco, con Orpheus
Concerto, direttore Massimo Sardi, Stefano Agostini flauto, Arc Music
1365
- MARK DELPRIORA, Second Renaissance, Koch 3 7089
- GUILLERMO FIERENS, Asturias, Spanish Guitar Music, ASV
61902
- NORBERT KRAFT, Romantic Works for Guitar, Chandos CHAN
9033
- SUSANNE MEBES, Castelnuovo-Tedesco: Guitar solo works,
Léman Classics LC 42501
- FABIO
MONTOMOLI, Homage, SAM classica, FM956
- RENATO SAMUELLI, Mario Castelnuovo-Tedesco, Rivo Alto
CRSZ 9407
- ANDRÉS SEGOVIA, The Segovia Collection, Vol. 3, MCA
MCD 42069
- GIULIO TAMPALINI, Mario Castelnuovo-Tedesco. The Complete
Works for solo Guitar, Vol. 1, Suonare
Records SNR 002
- GIORGIO TONIN, Il Novecento storico della chitarra,
Gruppo Musicale Cameristico GT 001
Come per
la Sonata, anche in questo caso l'idea
della composizione venne a Segovia, il quale, forse, intendeva colmare
il vuoto di repertorio "storico" (1) che sentiva alle proprie spalle con
una serie di "omaggi" mimetici a celebri musicisti del passato.
La scelta di Segovia ricadde questa volta su Niccolò Paganini, autore
che, al pari di Boccherini, aveva scritto musica per chitarra; inoltre,
secondo Segovia, un omaggio al più istrionico violinista di tutti i tempi
avrebbe necessariamente dovuto contenere una robusta dose di passaggi
di virtuosità, consentendogli di ammaliare il pubblico con la propria
bravura. Anche stavolta Castelnuovo-Tedesco si guarda bene dal pericolo
di ricreare lo stile di Paganini e si limita a citarne nelle battute finali
il celeberrimo tema de La campanella, ovvero il rondò del secondo
concerto per violino e orchestra.
Il capriccio
è formato da due temi e un motto liberamente strutturati a episodi ed
esposti in forma concisa già a partire dalla prima pagina della composizione.
Il resto del brano è costituito dal continuo alternarsi dei due temi e
del motto continuamente variati ed elaborati, tanto che si potrebbe definire
l'opera come una serie di variazioni su due temi. Nel finale ("Grandioso",
secondo la stessa indicazione dell'autore) il materiale tematico si sovrappone
secondo un procedimento di derivazione orchestrale più volte sfruttato
dall'autore; a questo episodio segue un ultima esposizione del motto e
la conclusiva citazione della "campanella". È notevole il modo in cui
Castelnuovo-Tedesco ritorna nel finale con due soli accordi al tono d'impianto
(re minore) dal momento che, per motivi strumentali (qui sapientemente
risolti) la citazione del tema di Paganini avviene nella tonalità di la
minore.
Il Capriccio
diabolico, tra le composizioni per chitarra di Castelnuovo-Tedesco,
non è una delle opere più felici dal punto di vista strumentale; e in
effetti l'autore stesso si rese conto che vi erano dei problemi irrisolti
di "sonorità"; una decina di anni più tardi decise pertanto di riscrivere
il brano in una nuova versione per chitarra
e orchestra. Segovia, da parte sua, cercò di evitare di presentare
l'opera con il suo titolo completo perché riteneva che il carattere "diabolico"
del brano non venisse recepito dal pubblico; addirittura, in una lettera
al compositore egli riferiva che i critici tendevano a interpretare l'aggettivo
"diabolico" in senso umoristico:
[…] a Londra,
per esempio, nella critica del Times, parlarono molto della benignità
del diavolo che ti aveva ispirato… (2)
Furono proprio
questi problemi di resa sonora alla base della querelle con Segovia. È
risaputo che il compositore fiorentino non era rimasto granché soddisfatto
dell'incisione realizzata dal concertista; a quest'ultimo giunse però
una versione distorta dei fatti, secondo la quale
In Italia
e in Germania alcune persone, che non si conoscono tra di loro, mi hanno
detto che non sei più contento di ascoltarmi eseguire le tue opere.
Che tu disapprovi la mia interpretazione ma che non osi farmi osservazioni
per paura di irritare l'enorme vanità che il successo ha sviluppato
dentro di me. (3)
Segovia giunse
a minacciare di non eseguire più la musica di Castelnuovo-Tedesco "se
non sei soddisfatto del modo in cui la interpreto"; questi rispose che
amava moltissimo le sue interpretazioni e i suoi dischi e che non aveva
mai criticato la sua arte "fuori-serie"; per contro l'unica esecuzione
che non l'avesse soddisfatto era proprio quella del Capriccio diabolico.
Se aveva delle recriminazioni da fare, piuttosto erano dovute al fatto
che molte sue opere attendevano ormai da anni di essere pubblicate e la
revisione di Segovia (che certamente le avrebbe rese più appetibili sul
mercato) stentava ad arrivare. Proprio per questi motivi Castelnuovo-Tedesco
decise allora che le avrebbe fatte pubblicare anche senza alcuna revisione;
Segovia si rese conto di aver avuto una reazione eccessiva e scrisse allora
una seconda lettera di riconciliazione nella quale spiegava che i suoi
pressanti impegni concertistici gli avevano impedito di lavorare alla
revisione delle sue musiche e lo invitava a farle pubblicare immediatamente:
il che, oggi ci offre la straordinaria possibilità di conoscere molte
delle opere di Castelnuovo-Tedesco nella loro stesura originaria.
(1) Al compositore
messicano Manuel María Ponce Segovia aveva già commissionato opere che
imitavano lo stile di Sylvius Leopold Weiss, Fernando Sor e Franz Schubert.
(2) ANDRÉS
SEGOVIA, lettera a Mario Castelnuovo-Tedesco del 21 gennaio 1954. In CORAZÓN
OTERO, Mario Castelnuovo-Tedesco. Su vida y su obra para guitarra,
Lomas de Bezares (México), Ediciones Musicales Yolotl 1987, p. 114.
(3) ANDRÉS
SEGOVIA, lettera a Mario Castelnuovo-Tedesco del 1959. Ibidem,
p. 114.
|