Il relitto del Romagna
Il Romagna era una vecchia nave cisterna che il 2 agosto 1943 trasportava verso cagliari un importante carico di carburante per le forze militari. Quasi arrivata a destinazione urtò contro una mina. L'esplosione che ne seguì provocò il distacco della prua, la deriva dello scafo in fiamme e quindi il suo affondamento. Giace in posizione di navigazione: la poppa, bellissima con la sua enorme elica, rivolta verso Villasimius. A prora invece la nave appare monca, un intrico di lamiere contorte; infatti il troncone di prua con le ancore si trova 800 m più ad est, verso terra. La sabbia è a circa -43 m, le strutture di coperta arrivano a -32. Parlare di strutture è un pò azzardato, in effetti quelle che erano le sovrastrutture della nave giacciono in un ammasso incredibilmente contorto sopra la coperta, gli alberi afflosciati come fossero di plastilina mezzo sciolta. Tutto è ricoperto da incrostazioni di tutti colori, enormi scorfani si mimetizzano fra le alghe e nuvole di anthias rossi si muovono a sciami al passare dei subacquei. Branchi di saraghi grandi come padelle entrano ed escono dai numerosi anfratti, dai buchi degli oblò ogni tanto fa capolino una cerniotta. Nella coperta, dove proliferano grandi sargassi, si aprono le grandi bocche scure delle stive, completamente vuote e quasi prive di vita. verso la parte prodiera della nave, smuovendo leggermente il sedimento che le ricopre, possiamo vedere le travi in legno del ponte sul quale giace una vasca da bagno rovesciata. Sul fondale sabbioso circostante e sulle lamiere a contatto con esso si muovono veloci centinaia di echinodermi della classe degli ofiuridi, stelle di mare scure dalle braccia sottili, spesso accompagnate da altre stelle, le grandi astropecten dalle sette braccia.
L'immersione, già bella di per sé, diventa una esperienza magica se effettuata di notte. Cambiano completamente gli inquilini: gli anthias spariscono ma ogni lamiera diventa un brulicare di echinodermi,  di molluschi, di gamberi, tra cui bellissimi stenopus.