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Notizia della settimana dal 24/10/99 al 31/10/99

COTTO E MANGIATO

La colpa č di Cristoforo Colombo. E' lui che ha reso celebre il nome dei Cannibal, una tribł dei Caraibi, fino a farlo diventare sinonimo di Antropofagi. Lo fece di ritorno da uno dei suoi viaggi nel Nuovo Mondo, per indicare i costumi selvaggi degli abitanti di quelle terre, gettando cosģ le basi teoriche per giustificarne il massacro da parte dei conquistadores. Eppure sembra ormai certo che, quanto a mangiare i propri simili neppure in Europa si scherzava. Sono infatti in aumento le segnalazioni di resti di uomini preistorici fatti a pezzi, tagliuzzati, scarnificati, e di cui fu estratto anche il midollo osseo per mano di altri uomini. Per esempio gli uomini di Neanderthal ritrovati a Combe Grenal e a Morillac, in Dordogna (Francia), su cui stanno indagando gli specialisti dell'universitą di Torino. "Possiamo essere certi" afferma il direttore delle ricerche Giacomo Giacobini,  dell'Istituto di anatomia umana, "che i loro corpi furono fatti a pezzi. E che con strumenti di pietra si procedette a staccare la carne dalle ossa. Ma che sia stato un vero e proprio cannibalismo non possiamo affermarlo con sicurezza". 

 
Si conoscono infatti circa 20 sepolture dell'uomo di Neanderthal nel mondo, il che prova l'esistenza di un culto dei morti.  E lo smembramento dei cadaveri poteva essere una procedura particolare, legata a rituali simbolici.
 
LA CARNE UMANA? BOLLITA O ARROSTO
 
Gli antichi bollivano la carne umana gettando nell'acqua pietre roventi. I cannibali della Nuova Guinea preferivano invece la cottura al forno. I Tupinambą del Brasile avevano diverse alternative: affumicare, arrostire o bollire, secondo i "tagli" di carne. Ma fa notare l'antropologo William Arens, si conoscono poche ricette, il che lo porta a dubitare dei racconti sul cannibalismo. Qualche particolare perņ emerge. I Mayoruma (Brasile) preparavano il cervello con il peperoncino e i Tupinambą usavano erbe aromatiche. Gli Aztechi preferivano lo stufato, insaporito con pepe pomodori e gigli tritati. 
 
Gusto dolce.
 
Di che sa la carne umana? Secondo l'antropologo Tobias Schneebaum č dolciastra. Al cannibalismo non mancano comunque controindicazioni dietetiche. Negli anni '50, Carleton Gajdusek mise in relazione il kuru, una mortale malattia degenerativa del sistema nervoso, con l'antropofagia funeraria dei Forč della Nuova Guinea. Questi studi gli valsero il premio Nobel. 
 

Tratto da "Focus" Giugno 1998 (A. Mondadori editore) 

 

 

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