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Cosa ci fa la statuetta di un
astronauta completo di casco, tuta pressurizzata e tubo per l'ossigeno tra
i fregi gotici della Catedral Nueva di Salamanca (Spagna)? Com'è
possibile che nel 1500 qualcuno avesse potuto immaginare con tanta
precisione il corredo necessario per un viaggio nello spazio? O non lo si
deve piuttosto all'iniziativa di un anonimo scalpellino, che aveva voluto
riprodurre su pietra un incontro di cui era stato testimone?
"L'astronauta di Salamanca" potrebbe essere l'ultima e la meno
conosciuta prova che in passato la Terra è stata più volte visitata da
esseri provenienti dallo spazio. Un'idea avanzata già negli anni sessanta
dai pionieri della cosiddetta fantarcheologia, l'italiano Peter Kolosimo e
lo svizzero Erich von Daniken (ma anche il russo Zacharia Sitchin e
l'inglese Graham Hancock), sulla scorta di presunte raffigurazioni
di viaggiatori e velivoli alieni individuate tra antiche pitture e
manufatti di dubbia interpretazione.
Ma c'è qualcosa di vero
Il nostro "astronauta di Salamanca" è frutto
allora di un'interpretazione azzardata? Oppure è la prova evidente ed
inconfutabile dell'esistenza degli alieni?
Niente di tutto questo....L'astronauta non ha nulla a
che vedere con le decorazioni originali della Cattedrale. Quando negli
anni ottanta iniziò il restauro della Cattedrale, fu deciso di lasciare
impressi nella pietra alcuni ricordi del nostro secolo. Così dove le
ricche decorazioni del XVI secolo erano andate perdute, vennero inserite
altre figure significative, come la lince iberica, a rischio di estinsione,
la cicogna, di cui si celebrava l'anno internazionale, e un vero
astronauta, simbolo della moderna era spaziale. |