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2. L'attuale stemma di Noicàttaro

Le prime tracce del nostro stemma cittadino risalgono ai primi decenni dell'Ottocento, quando l'antica collettività nojana diviene un autonomo e libero Comune del Regno d'Italia.
Ma solo all'inizio del Novecento, accidentalmente, il Comune ne prende coscienza, a seguito della richiesta ufficiale avanzata dalla Consulta Araldica Permanente del Regno, per ottenere, ai sensi dell'Art. 1 del D.L. 20 marzo 1924 n° 442, il riconoscimento dello stemma e l'autorizzazione all'uso e possesso del gonfalone comunale (Circolare n' 8600/6 del 4 dicembre 1930).
L'allora Commissario Prefettizio del Comune, Lorenzo Saponaro, a mezzo del suo delegato Natale De Caro, chiede all'Archivio di Stato di Napoli notizie circa l'esistenza presso di esso dei simboli comunali in questione, poiché Noja aveva fatto parte del Regno di Napoli (Nota ° 2210 dell'8 giugno 1932).
Dopo solo cinque giorni, con Nota n' 3190/221 del 13 giugno 1932, il dirigente del detto Archivio risponde in questi termini:

«Nella collezione degli stemmi di Comuni compilata per disposizione del Ministero della Cancelleria Generale nel 1818 è riportato lo stemma di codesto Comune (vol. III, foglio 22). In esso è rappresentato un vaso di fiori, con la scritta: COMUNE DI NOJA - PROVINCIA DI BARI, antico nome di codesto Comune. Non si trovano presso questo Archivio notizie dei Gonfaloni, ma essi sono d'ordinario composti con li stessi elementi degli stemmi».

Lo stemma a cui si è fatto appena cenno e del quale il Comune ottiene la riproduzione è costituito da un vaso a forma di anfora di colore giallo e fregi verdi con fiori di campo a colori naturali posto al centro di un manto granato con contorno azzurro e finimenti dorati sormontato dalla corona reale. il tutto racchiuso in un cerchio con la dicitura:
COMUNE DI NOJA - PROVINCIA DI BARI.

In realtà, la riproduzione pervenuta al Comune era acromatica; la descrizione dei colori è stata ricavata da una minuta di lettera manoscritta, anonima e senza data, allegata alla delibera commissariale n. 271 del 31 dicembre 1932.

Il Commissario Prefettizio, ottenuta, dunque, da Napoli la riproduzione dello stemma dietro pagamento di 38 lire, si affretta a predisporre la prescritta documentazione da allegare alla domanda di concessione all'uso legale dei simboli comunali, comprese le relative Delibere n° 271 e 272 del 31 dicembre 1932.
E così, il 4 giugno 1935, il Capo del Governo può finalmente licenziare l'apposito decreto di concessione al loro uso ufficiale.

Eccone il testo:

REGNO D'ITALIA
IL CAPO DEL GOVERNO
(omissis)

DECRETA

1°) Spettare al Comune di Noicattaro in Provincia di Bari, il diritto di fare uso dello stemma e del gonfalone miniati nei fogli qui annessi e descritti come appresso:

Stemma: d'azzurro al ramo fiorito al naturale uscente da un vaso cesellato di oro; al capo del Littorio che è: di rosso (porpora) al Fascio Littorio circondato da due rami di quercia e d'alloro. Ornamenti esteriori da Comune.

Gonfalone: drappo di colore azzurro ornato con ricami in oro, caricato dello stemma comunale sopra descritto, con l'iscrizione centrata in oro "Comune di Noicattaro".

L'asta ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale, nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune; nastri e cravatta tricolorati dai colori nazionali frangiati».

(omissis)

Roma, addì 4 giugno 1935. XIII

Il Capo del Governo
F.to Mussolini

 

Per le miniature dello stemma e del gonfalone per gli usi amministrativi, il Comune incarica, dietro compenso di 480 lire, il blasonista Venceslao Donati.