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CAPITOLO
V
A CACCIA
DI EMBLEMI E FREGI
CARATTERISTICI
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Per noi, non laudatores
temporis acti, ma sensibili percettori dei messaggi più nobili
del Passato attraverso i segni ancora visibili lasciati da Istituzioni
religiose e civili o da personaggi illustri, la cosa più affascinante
e gratificante è quella di scoprirli percorrendo le strade dell'antico
abitato e della campagna. Per questo proponiamo una serie di documenti
fotografici più emblematici, corredati di un breve commento o
semplice didascalia, al fine di rendere tutti i nojani consapevoli di
possedere questo inestimabile patrimonio collettivo, che va conservato
e valorizzato
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1.
Il simbolo inserito nella facciata sud della Chiesa Madre
E' una rozza scultura a rilievo in pietra raffigurante un calice
sacro, d'epoca incerta, posta in basso nel IV arco cieco. Però,
secondo alcuni storiografi, rappresenterebbe un vaso con fiori, simbolo
del Comune.
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2.
Il presunto stemma dell'Università. di Noja
Lo
storico locale Sebastiano Tagarelli sostiene che l'Università
di Noja abbia avuto come probabile sede l'attuale palazzo di via
Carmine 61, deducendolo dalla presenza di una decorazione marmorea,
tuttora visibile sul balcone prospiciente la strada (vedi foto a fianco),
nella quale figurerebbe il primo stemma civico della stessa Università.
Tuttavia, ad una attenta osservazione, risulta evidente trattarsi
di un ornato emblema personale (un cappello saturnale) del
canonico Gerardo Vinacci (1826), figlio di Nicoletta Iaculli
e Giovanni Battista Vinacci, proprietario del settecensco palazzo di
cui trattasi.
Un'ulteriore
conferma è costituita, ci sembra, dal nome JOANNES inciso su
uno dei sostegni in pietra della balconata riportato in foto.
A questo punto ci sembra utile chiarire il concetto storico di Università,
ché non vada confuso con quello giuridico di Municipio (Comune).
Infatti, il termine "Università" riviene dal diritto romano-giustinianeo
mantenutosi vivo nell'ambiente romano-bizantino del Sud Italia e che
sin dall'Alto Medioevo costituiva l'insieme degli abitanti di una località,
grande o piccola che fosse, formata di ceti maiores, mediani e
minores e indicata col tipico e singolare nome di Universitas
populi, che nel Basso Medioevo assumerà la dizione dì
Terra, con la quale è inserita tra le Persone giuridiche.
Per quanto
attiene alla sede e allo stemma, invece, poiché il governo delle
collettività urbane (borghi, casali, ecc.) presenti nel demanio
regio (XIII/XVIU sec.), come Noja, spettava solo al Balì, funzionario
regio nominato annualmente dai Camerari provinciali tra gli appartenenti
agli aristocratici e dignitari ecclesiastici locali. l'Università
non aveva una sede né uno stemma. anche perché l'uso
di quest'ultimo era espressamente vietato, pena l'annullamento della
collettività (cfr.
A. MASSAFRA,
Le Università, in "Storia del Mezzogiorno").
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Stemma litico bifamiliare
dei Carafa-Noÿa o Lannoy. Interno Chiesa S. Maria del Carmine.
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3. Particolari degli
scudi di feudatari
Mentre l'Università di Noja, come abbiamo già
detto, non poteva avere un proprio emblema, ciò non impediva
comunque ai privati di un certo rango, come baroni, conti, duchi, dignitari
ecclesiastici locali e alla stessa Collegiata Insigne, che nella Comunità
nojana aveva un rilevante peso civile e sociale oltre che religioso,
di darsi un emblema collegiale o personale o di casato. Tanto, perché
ciò non interferiva né interferisce minimamente con l'araldica
nazionale e civica ufficiale.
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Emblema nobiliare
di Giovanni Battista Pantaleo (1624). Interno Chiesa Santa Maria della
Pace. Terzo cappellone.
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Stemma bifamiliare
in pietra dei Carafa-Noya. Balconata del giardino pensile dell'ex Palazzo
Ducale. Piazza Umberto I, 9.
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Emblema nobiliare
di ignoto. Balconata dell'attico di vico Forno, I.
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Simbolo della stadera.
Portale dell'ex Palazzo Ducale.
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Scudo dei Carafa
di Noja con i quattro simboli nobiliari dei casati di appartenenza.
Portale dell'ex Palazzo Ducale.
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Simbolo personale
dell'arciprete canonico Nicola Ragona (dal 1613 al 1649).
Facciata Chiesa Santa Maria della Lama (XVII sec.).
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4. Emblemi di Arcipreti,
Canonici della Collegiata e Sacerdoti
Simbolo
personale del canonico Vito Domenico Errede (1810-1886). Via Cesare
Battisti, 4.
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Emblema personale
dell'arciprete canonico Giovanni Battista Gassi (1638-1703). A.S. Chiesa
Madre.
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Simbolo
personale dell'arciprete canonico Giuseppe Carlo Saraceno (dal 1704
al 1739). A.S. Chiesa Madre.
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Simbolo personaledel
canonico Vincenzo Saponaro (1875-1965). Vico Cesare Battisti, 90.
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Simbolo
personale del canonico Vincenzo Divella (1813-1905). Via Cesare Battisti,
210.
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Abitazione del sac.
Berardino Colucci.
Arco Casale, 22.
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Emblema
personale del rev. Giovanni Veneziano di Monopoli.
Via Carmine, 152. Il fabbricato,del 1627, conteneva la cappella del
Santo Spirito.
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Emblema del francescano
Bernardo di Noja. Bassorilievo in pietra (1766),
via Sig.ra Emilia, 16.
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Simbolo
della Collegiata di Santa Maria della Pace a sbalzo sulla navetta d'argento
per l'incenso (XVIII sec.). A.S. Chiesa Madre.
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Timbro personale
ad inchiostro dell'Arciprete don Michele Tanza (1793-1879). A.S. Chiesa
Madre.
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Timbro
ad inchiostro della Collegiata Chiesa di Santa Maria della Pace (prima
metà del XX sec.). A.S. Chiesa Madre.
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Emblema di Mons.
Vito Nicola Laudadio S.J. (1891-1969), vescovo nello Sri Lanka (in
G. SETTANNI, Mons. Laudadio, 1992).
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5. Emblemi e fregi architettonici di edifici
privati
Simbolo professionale
in ferro battuto sul portone d'ingresso dell'ex palazzo Siciliano (XIX
sec.) in via Carmine, 6.
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Stemma litico del
casato Antonelli (XVII sec.).
Via Carmine, 88.
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Emblema nobiliare
in stucco del casato Crapuzzi (XVII sec.),
visibile da via Cesare Battisti.
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Simbolo (indecifrabile)
rinvenuto in via Sant' Anna, 90
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Simbolo,
forse di provenienza croata, rinvenuto sul locale di proprieta( Settanni,
in via Oberdan, 67
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Iscrizione litica
sull 'ex palazzo del rev.mo Cap. di Noja (1767), poi dei Cirillo. Via
Oberdan, 128
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Simbolo privato
(seconda metà dell'Ottocento) visibile sul palazzo di Piazza
Umberto 1, 12.
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Simbolo nobiliare
della fam. Iannuzzi di Andria, imparentata con la fam. Macario di
Noicattaro (XX sec.). Palazzo Macario, Corso Roma, 67.
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Simbolo
gentilizio in pietra della fam. De Palo (1806).
Via Paparusso, 38
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Picchiotto in legno.
Portone di via Carmine, 75.
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Simbolo
e fregi in pietra sul palazzo Saponaro.
Corso Roma, 29.
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Fregio in pietra.
Fabbricato di proprietà F.Ili Colucci (inizio'900). Via Oberdan,
99/101.
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Targhe marmoree
della S.F.E.A., associazione filantropica nojana attiva nella prima
metà del '900.
Casa rurale di proprietà Divella, sulla strada provinciale
per Casamassima.
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Simbolo (non più
visibile) della Società Operaia locale, costituitasi intorno
alla metà dell'Ottocento, sulla sede di via Municipio, 16, oggi
via C. Positano.
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6. Particolari pietre confinarie
Esemplari di cippi
di confine della proprietà Passeri (1817).
Agro di Rutigliano (BA).
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Esemplari di stele
confinarie della proprieta' di Francesco Noÿa, ex barone di Bitetto
(fine XVII sec.).
Agro di Cellamare (BA)
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