LA STRUTTURA ARCHITETTONICA
La chiesetta di Santa Maria di Mili ci è pervenuta integra, se si eccettua lallungamento (nel 1511) della sua unica navata, è ancora perfettamente visibile la recisione netta dei muri originali; tale allungamento è stato ottenuto portando in avanti il prospetto occidentale. . In sostanza la chiesa mantiene intatto lo spirito della concezione primitiva.
Il locale è costituito prevalentemente da laterizi che appaiono allesterno privi di intonaco probabilmente per una discutibile operazione attuata nel 1918 e che avrebbe permesso lanalisi della struttura originale e le sue vicende . Allesterno la chiesa è caratterizzata da una vivace policromia che si fonde perfettamente nel gioco ad arcate cieche che investono lintero corpo architettonico e che nelle fiancate sembrano intrecciarsi con le grandi finestre che riprendono con il loro succedersi il motivo classico degli acquedotti romani.
Allinterno la chiesa si sviluppa longitudinalmente con una navata unica , una parete muraria trasversale è intermessa, come uno schermo , tra la navata e il muro orientale di fondo su cui si incurva labside maggiore mentre le absidi laterali sono solo delle incassature a sezione semicircolare.
Labside maggiore è anche lunica ad avere una corrispondenza allesterno, dove si configura come una sporgenza ad emiciclo con un disegno ad arcature in rilievo appoggiate da un lato a delle lunghe lesene e dallaltro pendule. A ciascuna delle tre absidi corrisponde superiormente una cupola ma quella che si erge sullofficiante domina, per dimensione e altezza, le due laterali.
C'è dunque nella chiesa di Mili una netta innovazione, cioè la mancata corrispondenza tra le tre cupole esterne e lunica navata. Probabilmente lignoto architetto non ha solo voluto denunziare allesterno, con forte richiamo visivo, larea sacrale dellaltare, ma anche voluto dare una valenza simbolica (le cupole sono tre come le persone della Trinità).
Certamente cè nel motivo delle cupole, spiccanti da tamburi simmetrici arrotondati o a spigoli vivi ma anche nellordito cromatico delle arcature intersecate un rimando preciso allarchitettura araba, possiamo quindi presumere che larchitetto si sia formato operando in cantieri arabi: ledificio è infatti chiesa e moschea insieme con un risultato finale molto pittoresco e fluido.
Come sopra detto la navata originale è stata allungata e la nuova facciata è arricchita da una notevole porta protocinquecentesca, architravata e con arco di scarico. Larchitrave, retto da mensole decorate , è ornata da un medaglione della Madonna col Bambino tra due blasoni.
Allinterno si segnalano come rielaborazioni il tetto ligneo a travature scoperte (sostenuto da mensoloni decorati e datato 1511), la piccola cripta funeraria che si apre al centro del pavimento, la grande finestra murata nellabside centrale ed alcuni resti di stucchi sui pilastri dellarco trionfale. Va segnalata la mancanza delle colonnine che dovevano arricchire labside centrale, di cui rimane lalloggiamento. Segni di rimaneggiamenti si colgono nei locali della sacrestia, cui si accede da una porticina sulla sinistra: tra laltro si nota un arco a pieno sesto che pare doversi aprire direttamente sulla chiesa. Peraltro gli archi intrecciati sopravvissuti allinterno della sacrestia sul fianco del tempio, dimostrano che anche questi locali furono aggiunti in un secondo tempo. Le notevoli opere darte ancora conservate risalgono ad epoche relativamente recenti: nulla rimane del periodo medievale, quando presumibilmente il tempio aveva un aspetto semplice. Nei depositi del museo si trova una sciupata tela settecentesca raffigurante S. Isidoro che addita lEterno e Gesù. Nella chiesa di Mili S. Pietro si conserva il grande dipinto della Madonna del Rosario che il La Farina attribuisce a Francesco Laganà nel 1638. Provengono dalla Badia anche lelegante acquasantiera rinascimentale e il fonte battesimale.
Il monastero si sviluppa accanto alla chiesa, attualmente in una situazione fatiscente. Sono visibili tracce di rielaborazioni ottocentesche , verosimilmente apportate dopo la cacciata dei monaci: a questo periodo sembrano risalire le eleganti finestre contornati da rustici mattoni ed una terrazza panoramica sul torrente. Un corpo del monastero è appoggiato alla parte laterale della chiesa e chiude il primo cortile: un arco consente il passaggio al secondo cortile, molto più vasto e regolare.